giovedì 27 ottobre 2022 alle 21:00 Aggiornato il 28/10/2022 alle 0103
Bruxelles – Esperti di diritto e relazioni internazionali, accademici e politici hanno evidenziato, giovedì a Bruxelles, la rilevanza dell’iniziativa di autonomia nel Sahara marocchino, unica via, secondo loro, in grado di porre fine a questo contenzioso e garantire la stabilità dell’intera regione.
Nel corso di un simposio, posto sotto il tema ”l’iniziativa di autonomia marocchina per il Sahara, sfide e prospettive”, diversi aspetti legati alla genesi di questo conflitto artificiale, al contesto geopolitico, al diritto internazionale e all’applicazione del è stato discusso lo statuto di autonomia del Sahara marocchino.
”In un mondo che ha più che mai bisogno di pace e stabilità, la questione del Sahara non può restare senza soluzione, e il piano di autonomia proposto dal Marocco è in grado di porre fine a questo conflitto e di far sperare in un futuro migliore per la popolazione e la regione”, ha sottolineato il deputato federale belga, Hugues Bayet.
Non è un caso che Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna, Olanda e ora Belgio abbiano deciso di schierarsi a favore della soluzione di questo conflitto, sulla base del piano di autonomia presentato dal Marocco, considerato che il Il progetto marocchino è la soluzione più seria, più credibile e più realistica per la soluzione di questa questione, ha sottolineato il Sig. Bayet, osservando che l’Europa, nel suo insieme, è chiamata oggi a seguire questa dinamica e raggiungere una decisione comune all’interno del Consiglio europeo, favorevole al progetto di autonomia.
L’attualità, in particolare la guerra in Ucraina e le sue ripercussioni sulla sicurezza e sul mercato energetico, dimostrano che il Marocco è un elemento essenziale nella visione europea del futuro, ha assicurato il presidente del Comitato belga di sostegno all’autonomia della regione del Sahara (COBESA), considerando che la stabilità e la sicurezza di questa regione sono più che mai vitali per le popolazioni locali, ma anche per l’ambiente mediterraneo ed europeo.
Per il professor Francis Delperee, membro dell’Accademia reale del Belgio, la proposta marocchina di autonomia nel Sahara porta la pace, non solo per la regione, ma anche per i continenti africano ed europeo.
”Questa iniziativa e’ suscettibile di rendere ancora piu’ efficace la collaborazione in campo economico, sociale e culturale”, ha affermato Delperee, che ha sottolineato il sostegno del Consiglio di sicurezza all’iniziativa per l’autonomia marocchina.
Sottolineando l’importanza della posizione del Belgio e di molti paesi europei a favore dell’iniziativa marocchina, ha aggiunto che sempre più voci si stanno alzando per dire che il progetto di autonomia testimonia uno sforzo serio e credibile da parte del Marocco.
”Lo slancio politico non può essere ignorato oggi. Qui c’è un’opportunità per cogliere e sostenere questa iniziativa”, ha supplicato.
Marc Finaud, esperto indipendente del Centre for Security Policy (GCSP) di Ginevra, ha affrontato, da parte sua, la questione dell’ ”autonomia territoriale come mezzo di risoluzione politica dei conflitti”, sottolineandone il carattere “serio e credibile” e sul crescente sostegno al piano di autonomia marocchino.
Secondo lui, la mancata risoluzione della questione del Sahara ha un impatto sulla stabilità dell’intera regione e impedisce il funzionamento dell’Unione del Maghreb Arabo, mentre esiste un “enorme” potenziale di cooperazione in molte aree multiple, tra cui l’economia e la lotta al terrorismo e al jihadismo.
Egli, tra l’altro, ha sottolineato “la riluttanza e i blocchi del regime algerino che sta ostacolando la soluzione di questo problema, che deve capire che la soluzione di questo problema è nell’interesse collettivo di tutte le parti e dell’intera regione”. ‘.
Nel campo del diritto, il piano marocchino è in linea di principio in linea con i requisiti del diritto internazionale, che è il quadro di riferimento internazionale all’interno del quale il conflitto deve essere risolto, vale a dire all’interno delle Nazioni Unite, ha sottolineato, da parte sua, Pierre d’Argent , professore all’Università Cattolica di Lovanio.
La proposta di autonomia marocchina è, ha detto, ”un modo pragmatico per superare lo stallo di questo conflitto, che dura da troppo tempo e che sta creando sofferenza e impedendo lo sviluppo della regione”.
“È probabile che questo piano metta fine con mezzi legali a una situazione in corso”, ha aggiunto.
Zakaria Abouddahab, professore all’Università Mohammed V di Rabat, ha richiamato l’attenzione sulla “vulnerabilità dei campi di Tindouf dove una popolazione vive in condizioni disastrose”, mettendo in guardia in particolare contro l’insicurezza alimentare e i legami ormai accertati tra separatismo e criminalità organizzata internazionale .
”E’ imperativo uscire da questa impasse e andare verso l’integrazione regionale, perche’ senza una soluzione le sofferenze continueranno e le opportunita’ andranno perdute”, ha detto.
Secondo lui, è necessario lanciare un appello internazionale a favore della soluzione di questa questione e far parte del nuovo paradigma realistico del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che sancisce la preminenza del piano di autonomia del Marocco.
Organizzato dall’Associazione ”Les Amis du Maroc”, in collaborazione con COBESA, il convegno ha permesso, tra l’altro, di aggiornare analisi e ricerche sul tema, di affrontare questioni tecniche legate alla nozione di autonomia e di misurare le sfide e le prospettive dell’Iniziativa di autonomia marocchina per il Sahara.
Da Almouwatin BXL Media group, una testata giornalistica de www.almouwatin.com