In data 11 gennaio 2023, nell’ambito di un’indagine per evasione fiscale svolta dalla Procura europea (EPPO), la Guardia di Finanza ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni per un valore superiore a 10 milioni di euro, emesso dalla giudice delle indagini preliminari di Lecco, su richiesta dei Procuratori Delegati europei.
L’indagine è partita nel 2019, dopo una verifica fiscale nei confronti di una società situata nel Lecco-Brianza. Tale società era rappresentante fiscale ai fini IVA di una persona giuridica di diritto olandese, con sede legale ad Amsterdam.
Dall’istruttoria è emerso che la sede reale della società – ovvero la cosiddetta ‘sede di direzione effettiva’ – si trovava proprio nel Lecchese, e non nei Paesi Bassi. La società è sospettata di utilizzare un meccanismo di evasione fiscale internazionale, noto anche come “inversione fiscale”.
Secondo l’indagine, l’azienda brianzola commercializzava i propri prodotti – componenti elettrici per l’automazione – all’interno del territorio italiano, fingendo fraudolentemente che i beni fossero destinati ad altri Unione Europea Stati membri, e quindi esenti da IVA, abusando della fittizia sede estera della società.
Inoltre, si ritiene che la società apparentemente con sede nei Paesi Bassi abbia creato un complesso sistema societario, in base al quale era controllata da una holding registrata nelle Antille olandesi (in regime fiscale agevolato), e a sua volta da un’altra società, anch’essa apparentemente con sede nei Paesi Bassi – uno schema noto come “sandwich olandese”, una forma di tecnica di evasione fiscale che prevede l’utilizzo di società madri in diversi paesi per spostare i profitti verso paradisi fiscali.
I dirigenti della società, entrambi di nazionalità italiana, sono indagati per frode IVA dal 2013 al 2018. L’inchiesta ha accertato un fatturato effettivo in Italia di circa 50 milioni di euro, e un’Iva non pagata di oltre 10 milioni di euro.
L’esecuzione delle perquisizioni, del sequestro e del congelamento dei beni è tuttora in corso.
Tutti gli interessati si presumono innocenti fino a prova contraria nei competenti tribunali italiani.
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