15.1 C
Rome
venerdì, Novembre 1, 2024
- Pubblicità -
notizieeducazioneQuinta sentenza della Corte di giustizia europea sulla parità dei telai salariali...

Quinta sentenza della Corte di giustizia europea sulla parità dei telai salariali mentre la Commissione porta il caso Lettori di alto profilo alla fase del parere motivato

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.

A 16 mesi dall’apertura della procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per la sua persistente discriminazione nei confronti del personale docente universitario straniero (Lettori), la Commissione Europea ha deciso di portare il procedimento alla fase del parere motivato. Il fallimento dell’Italia nel periodo provvisorio nel saldare la propria responsabilità nei confronti dei Lettori per decenni di trattamento discriminatorio spiega perché la Commissione ha preso la sua decisione.

La violazione del Trattato in questione in questo caso di sempre più alto profilo è l’incapacità dell’Italia di applicare correttamente la sentenza di esecuzione della Corte di giustizia europea (CGUE) del 2006 in Causa C-119/04 l’ultima delle 4 sentenze favorevoli ai Lettori in un filone giurisprudenziale che risale al seminale Sentenza Alluè del 1989. Pilar Alluè Dayun pezzo pubblicato su The European Times nel maggio di quest’anno, racconta come l’Italia sia riuscita a sottrarsi ai propri obblighi nei confronti dei Lettori ai sensi di ciascuna di queste sentenze della CGUE dal 1989 ad oggi.

La semplicità della soluzione del caso Lettori rende tanto più notevole la durata della violazione. L’attuazione della sentenza esecutiva del 2006 si è limitata a versare agli Atenei le liquidazioni di ricostruzione di carriera dalla data di prima assunzione ai Lettori sulla base del parametro minimo di ricercatore a tempo parziale o di parametri più favorevoli vinti innanzi ai tribunali italiani, come previsto dall’art. termini di una legge italiana del marzo 2004, legge che è stata approvata dalla CGUE.

Ma l’Italia ha costantemente cercato di subordinare questa netta sentenza agli assetti e alle interpretazioni italiane. La legge Gelmini del 2010 ha interpretato retrospettivamente la legge del marzo 2004 in maniera restrittiva ponendo limiti alla ricostruzione di carriera spettante ai Lettori, limiti mai condonati nella sentenza del 2006. Un progetto di contratto per Università e Lettori introdotto con decreto interministeriale nel 2019 per dare attuazione alla giurisprudenza della CGUE ha di fatto ignorato i diritti alla liquidazione dei Lettori in pensione. Poiché il contenzioso per la parità di trattamento risale agli anni ’80, questi Lettori costituiscono una percentuale significativa dei beneficiari della giurisprudenza della CGUE.

Nel suo comunicato stampala Commissione spiega esplicitamente perché ha deciso di inviare il parere motivato all’Italia.

“La maggior parte degli atenei non ha compiuto i passi necessari per una corretta ricostruzione delle carriere dei Lettori, con il risultato che la maggior parte dei docenti stranieri non ha ancora ricevuto i soldi a cui hanno diritto. L’Italia non ha adottato le misure necessarie dall’avvio del procedura di infrazione nel settembre 2021 ed è quindi ancora discriminante nei confronti dei docenti stranieri”.

Qualora le autorità italiane non provvedano al pagamento delle transazioni dovute ai sensi della sentenza nella causa C-119/04, allora la Commissione può rinviare la causa alla CGUE per quella che sarebbe la quinta sentenza nella linea della giurisprudenza che risale a Pilar Allué prima vittoria nel 1989. In tale scenario i legali italiani avrebbero il non invidiabile compito di spiegare alla Corte perché la legge del marzo 2004 – la cui emanazione ha risparmiato all’Italia la multe giornaliere di € 309.750 raccomandato dalla Commissione- non è stato successivamente attuato.

I procedimenti di infrazione sono stati preceduti da procedimenti pilota, una procedura introdotta per risolvere amichevolmente le controversie con gli Stati membri e prevenire il ricorso al contenzioso. In un periodo di 10 anni, non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi. Il passaggio alle procedure di infrazione vere e proprie con il loro ambito allargato è accreditato alle prove di discriminazione raccolte nel Censimento nazionale dei Lettori e ad altre deposizioni di Asso. CEL.L, ricorrente ufficiale nel procedimento di contraffazione, e FLC CGIL, il più grande sindacato italiano. Quella FLC CGIL ha denunciato le pratiche discriminatorie dello Stato di cui è il principale sindacato e le ha propagandate L’eurodeputato italiano a sostegno dei Lettori era ovviamente influente.

Rincuorati dall’apertura di una procedura d’infrazione, i Lettori si sono impegnati politicamente. Sul modello delle rappresentazioni della FLC CGIL presso gli eurodeputati italiani, e avvalendosi del multilinguismo della categoria, Lettori ha scritto agli europarlamentari dei propri paesi d’origine per ottenere il loro sostegno per il passaggio alla fase del parere motivato. Queste rappresentazioni madrelingua di successo, comprese le traduzioni di Pilar Alluè Dayla storia giuridica definitiva dei Lettori, sono state trasmesse alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che si è interessata personalmente alla questione Lettori.

Il profilo dell’età e – dagli slogan in madrelingua sui cartelli che portavano – la gamma di nazionalità dei Lettori era distinguibile mentre mettevano in scena un protesta nazionale contro il loro trattamento discriminatorio fuori dall’ufficio di Anna Maria Bernini, ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca, vicino al Tevere a Roma nel dicembre dello scorso anno. Dopo essersi riuniti per il pranzo nei caffè vicini prima di separarsi per viaggi in treno verso diverse parti d’Italia, le loro bandiere e i loro cartelli appoggiati contro muri e tavoli, l’ambientazione ha portato una malinconica consapevolezza che nei loro primi e tardi anni ’60 stavano ancora marciando, ancora protestando. Non sfuggì all’azienda che il diritto alla parità di trattamento rivendicato fuori dal Ministero era stato ratificato nello storico Trattato di Roma, firmato nel 1957 in una sede facilmente raggiungibile a piedi: il Palazzo dei Conservatori in Campidoglio.

In qualità di Custode dei Trattati, è compito della Commissione garantire il rispetto degli impegni assunti dagli Stati membri a Roma e nelle successive città dei Trattati. Che abbia dovuto aprire un secondo procedimento di infrazione per imporre l’esecuzione della sentenza scaturita dal primo procedimento è la misura di quanto l’Italia sia stata intransigente e resistente.

La notizia che il procedimento era passato alla fase del parere motivato è stata accolta con favore nelle università di tutta Italia. La decisione è stata vista come una seria dichiarazione dell’intenzione della Commissione di garantire il pieno rispetto della sentenza della Corte del 2006.

La lettrice in pensione Linda Armstrong, che ha insegnato all’Università di Bologna dal 1990 al 2020, conosce fin troppo bene la pratica universitaria dell’evasione volontaria delle sentenze della CGUE. Con sua grande esasperazione, l’università ha negato il suo diritto alla parità di trattamento nel corso della sua carriera di insegnante.

Commentando la decisione della Commissione di spostare la procedura di infrazione alla fase del parere motivato, la sig.ra Armstrong ha dichiarato:

“È intollerabile che l’Italia possa farsi beffe impunemente delle sentenze cristalline della CGUE. Il interrogazione parlamentare di Clare Daly e dei suoi colleghi deputati irlandesi sui vantaggi e gli obblighi dell’adesione, che ha preceduto l’apertura della procedura di infrazione, pone meglio il caso Lettori davanti alla coscienza dell’UE. Il fatto che le università italiane ricevano miliardi di euro di finanziamenti dall’Europa e allo stesso tempo neghino i diritti del Trattato sul posto di lavoro si fa beffe degli ideali europei. Si spera che il passaggio alla fase del parere motivato accelererà la risoluzione del nostro caso”.

Nel comunicato stampa che dava notizia dell’emissione del parere motivato, la Commissione ha comunicato di aver concesso all’Italia due mesi per rispondere.

Da un’altra testata giornalistica news de www.europeantimes.news

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Pubblicità -
- Pubblicità -Newspaper WordPress Theme

Contenuti esclusivi

Iscriviti oggi

OTTENERE L'ACCESSO ESCLUSIVO E COMPLETO AI CONTENUTI PREMIUM

SOSTENERE IL GIORNALISMO NON PROFIT

Get unlimited access to our EXCLUSIVE Content and our archive of subscriber stories.

- Pubblicità -Newspaper WordPress Theme

Articoli più recenti

Altri articoli

- Pubblicità -Newspaper WordPress Theme

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.