frode di fondi UE – La Procura europea (EPPO) ha depositato lo scorso 1° febbraio presso il tribunale distrettuale di Vilnius (Lituania) un atto d’accusa contro sei imputati per frode in materia di procedure di appalto, che ha causato un danno di 580 mila euro al bilancio dell’UE, poiché completamente guarito grazie alle tempestive indagini.
I convenuti sono una società attiva nel campo della filtrazione dell’aria e della ventilazione industriale, insieme a due dei suoi amministratori ea tre soci di società colluse. Sono accusati di aver deliberatamente gonfiato i prezzi delle apparecchiature robotiche utilizzate per la produzione di filtri dell’aria, acquistate con i fondi del programma operativo 2014-2020 per i fondi strutturali e di investimento dell’UE, assegnato dall’Agenzia per l’innovazione della Lituania, ottenendo così fino a 580.000 euro illecitamente .
Per risalire alla trama criminosa, gli inquirenti hanno analizzato una catena di transazioni finanziarie fittizie per un importo di 1,2 milioni di euro, nonché corrispondenza e contatti instaurati con società in Francia, Germania, Svezia, Svizzera, Taiwan e Tacchinoin un’inchiesta che ha coinvolto anche il servizio investigativo sulla criminalità finanziaria della Lituania.
Secondo l’inchiesta, gli imputati hanno organizzato l’acquisto di Unione Europea-apparecchiature finanziate da fornitori esteri e appalti simulati che ne gonfiavano notevolmente il prezzo, rispetto a quanto effettivamente pagato. Sono inoltre accusati di frode contabile e falsificazione di documenti, al fine di ingannare l’Agenzia per l’innovazione lituana.
A marzo 2021, l’agenzia aveva trasferito alla società circa 580.000 euro, per coprire i costi apparentemente sostenuti.
Tutti gli indagati hanno ammesso di aver commesso i reati di cui sono accusati. La società, inoltre, prima del giudizio, ha integralmente rimborsato quanto illegittimamente percepito.
Per i reati più gravi addebitati in questo procedimento penale, tra le altre sanzioni alternative, il codice penale della Lituania prevede la reclusione fino a 8 anni e una multa fino a 100.000 MSL (importo minimo di sussistenza) applicabile alle società (€ 4,9 milioni).
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