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Un prete russo ha sostituito la parola “vittoria” con “pace” ed è stato punito

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.

Il patriarca di Mosca Kirill ha emanato decreti con i quali ha posto personalmente due sacerdoti sotto interdizione (divieto di prestare servizio).

Il primo è prot. Andrey Kordochkin, che presta servizio in Spagna da molti anni (come sacerdote nella cattedrale della diocesi ispano-portoghese della ROC a Madrid e fino al 25 agosto 2022 è stato segretario della diocesi). Padre Andrey è noto per la sua chiara posizione contro la guerra, di cui parla apertamente sia sui social media che sulla stampa. Una denuncia è stata presentata contro di lui al Patriarcato di Mosca da “parrocchiani indignati”.

Il secondo è p. Ioan Koval, sacerdote nella chiesa “S. Andrei Parvozvani” di Lublino, che non è conosciuto né ha tenuto discorsi pubblici. Il motivo della decisione è che il sacerdote ha cambiato una parola nella “Preghiera per la Santa Rus” inviata per la lettura obbligatoria in tutte le chiese russe. Padre John, durante il suo servizio, ha sostituito la parola “vittoria” con la parola “pace”. Invece di dire: “Alzati, o Dio, in aiuto del tuo popolo e concedici la tua potenza per darci la vittoria”, pregò: “Dacci la pace con la tua potenza”.

I parrocchiani a cui non piaceva questa preghiera si lamentavano per iscritto di lui.

L’ordine di interdizione diceva che il sacerdote era accusato di “autoincriminazione”. Gli fu proibito di svolgere servizi religiosi “fino al completamento dell’esame del suo caso da parte della Commissione disciplinare del Consiglio diocesano di Mosca”.

Il pubblicista e teologo Sergei Chapnin ha così commentato i decreti: “Un giorno dopo aver celebrato il 14° anniversario della sua intronizzazione, Patr. Cyril ha preso una serie di decisioni estremamente dure, che mostrano chiaramente che ha deciso di iniziare una nuova e ancora più terribile fase nella storia del Patriarcato di Mosca. Vorrei sbagliarmi, ma questo sembra l’inizio del “grande terrore”. La differenza è che la resa dei conti con il clero inizia non con i servizi segreti, non con forze esterne, ma con lo stesso patriarca ei suoi fedeli funzionari ecclesiastici. Sfortunatamente, è abbastanza prevedibile che il pendolo della repressione oscillerà. La maggior parte del vescovado e del clero sono spaventati e silenziosi. Ma ci sono ancora alcuni che sono disposti a resistere alle bugie e alla follia. È con loro che inizia la resa dei conti”.

Da un’altra testata giornalistica news de www.europeantimes.news

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