Giovedì i deputati europei hanno appoggiato il progetto di legge dell’UE per rilasciare più rapidamente permessi di lavoro e di soggiorno per i cittadini di paesi terzi e per migliorare i loro diritti.
Con 47 voti a favore, 13 contrari e nessuna astensione, la commissione per le libertà civili ha adottato una relazione che aggiorna la Direttiva sul permesso unico, che prevede un’unica procedura amministrativa per il rilascio del permesso ai cittadini di paesi terzi che desiderano vivere e lavorare in un paese dell’UE. I deputati hanno modificato quello della Commissione proposta includere i lavoratori stagionali (verifica votazione separata) o con status di protezione temporanea. Unione Europea gli Stati membri conserverebbero il potere di determinare quanti cittadini di paesi terzi possono entrare nel loro territorio per motivi di lavoro.
Decisioni più rapide
I deputati hanno fissato un limite di 90 giorni per prendere una decisione sulla domanda di permesso unico, a partire dagli attuali quattro mesi. Questo termine verrebbe ridotto a 45 giorni se il richiedente fosse selezionato tramite un partenariato per i talenti dell’UE o fosse già titolare di un permesso unico in un altro paese dell’UE. Il permesso unico dovrebbe essere rilasciato in formato cartaceo ed essere accessibile in formato elettronico.
Più possibilità di cambiare lavoro
In base alle norme riviste, ci sarà una procedura semplificata per consentire al lavoratore di cambiare datore di lavoro. I deputati chiedono inoltre che il titolare del permesso unico possa mantenerlo durante la disoccupazione, per almeno nove mesi, dai tre mesi proposti dalla Commissione, in modo da poter cercare una nuova occupazione.
Citazione
Dopo la votazione, il relatore Javier Moreno Sanchez (S&D, ES) hanno affermato: “Stiamo rendendo la procedura per ottenere un permesso unico il più semplice e veloce possibile. In questo modo può diventare uno strumento utile per le imprese e i lavoratori di paesi terzi, rispondendo rapidamente alle esigenze del mercato del lavoro e rafforzando i percorsi legali per raggiungere Europa in cerca di lavoro. In secondo luogo, garantiamo la parità di trattamento dei lavoratori di paesi terzi rispetto ai lavoratori nazionali, proteggendoli dallo sfruttamento e da altre situazioni illegali, facilitando nel contempo la loro piena integrazione nelle nostre società”.
Prossimi passi
I deputati hanno anche concordato – con 53 voti a favore, 6 contrari e nessuna astensione – di aprire i negoziati con i ministri dell’UE sulla forma finale della legge. La decisione dovrebbe essere annunciata durante la sessione plenaria del Parlamento europeo del 17-20 aprile. Se non ci sono obiezioni in plenaria, i colloqui possono iniziare una volta che il Consiglio avrà adottato la propria posizione negoziale.
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