Il presidente della Conferenza episcopale portoghese discute con l’Equipe di coordinamento nazionale delle Commissioni diocesane per la tutela dei minori l’istituzione di un nuovo organismo per ricevere le denunce di abusi.
Dopo la pubblicazione, un mese fa, del rapporto finale della Commissione indipendente (IC) per lo studio degli abusi sessuali sui minori nella Chiesa cattolica in Portogallo, la Conferenza episcopale portoghese (CEP) intende istituire un nuovo organismo indipendente incaricato di ascoltare e accompagnare le vittime e raccogliere ulteriori segnalazioni.
La decisione è stata l’esito della recente Assemblea Straordinaria dei Vescovi convocata per esaminare il rapporto, ed è stata discussa la scorsa settimana dal Presidente della CEP, Mons. José Ornelas Carvalho di Leiria-Fátima, con l’Equipe di Coordinamento Nazionale delle Commissioni Diocesane per la Tutela dei Minori .
Un organo operativo indipendente
In un’intervista all’Agenzia episcopale portoghese Ecclesia, Mons. Ornelas ha spiegato che il nuovo organismo sarà indipendente dalla Cep per essere più “credibile”.
Ha inoltre spiegato che sarà diverso dalla Commissione indipendente (IC) istituita dai vescovi nel 2021 per esaminare gli abusi negli ultimi decenni, in quanto sarà di natura più “operativa”.
13/02/2023
Il rapporto finale della Commissione indipendente per lo studio degli abusi sessuali sui bambini nella Chiesa cattolica in Portogallo, rilascia testimonianze convalidate relative a casi di abuso…
Il Rapporto delle Commissioni Indipendenti sugli abusi
La Commissione indipendente, i cui risultati sono stati presentati il 13 febbraio, ha convalidato 512 esperienze di persone che hanno affermato di essere state vittime di abusi da parte di sacerdoti o altri funzionari della Chiesa tra il 1950 e il 2022, su un totale di 564 pervenute. Il suo presidente, lo psichiatra infantile Pedro Strecht, ha descritto le cifre come la punta dell’iceberg, indicando un totale stimato di oltre 4.800 vittime.
Secondo l’IC, un totale di 25 casi sono stati passati ai pubblici ministeri. Molti altri sono caduti fuori dallo statuto delle limitazioni.
Tra le raccomandazioni formulate dal rapporto c’era che, nei casi di presunti abusi sessuali su minori, la disposizione esistente per le vittime di poter sporgere denuncia penale fino all’età di 25 anni, anche se si applica il termine di prescrizione, dovrebbe essere portata a 30 .
Un punto di partenza molto importante
Durante l’incontro della scorsa settimana a Lisbona con il Coordinamento nazionale, Mons. Ornelas ha sottolineato che la relazione finale dell’IC è un punto di partenza “importantissimo” dal quale la CEP vuole ora passare a un livello più operativo.
Secondo mons. Ornelas, il passo compiuto dai vescovi portoghesi nel 2021 ha segnato una svolta negli “atteggiamenti del passato” su questo tema, e non si “torna indietro”. “Costruiremo una Chiesa migliore e un mondo migliore”, ha sottolineato.
Trasparenza
Da parte sua, in un altro intervista all’agenzia Ecclesia ea Rádio Renascençail presidente del Coordinamento nazionale, José Souto Moura, ha insistito sulla necessità che le istituzioni della Chiesa agiscano in modo trasparente “senza ambiguità” nel rispondere alle denunce di abusi, al fine di acquisire credibilità e fiducia presso le vittime.
A tal fine l’ex procuratore generale ha sottolineato l’importanza dell’“uniformità, senza disparità di comportamento” tra le varie diocesi. “Una cosa che può aiutare è dire alle vittime che non si lamenteranno con nessuno del clero, cioè della Chiesa istituzionale”, ha aggiunto.
Identificati 68 sacerdoti
Finora, 14 diocesi portoghesi hanno rivelato informazioni sugli elenchi con i nomi menzionati nelle testimonianze raccolte da CI, in cui sono state identificate 68 persone.
Di questi, 22 sacerdoti sono già deceduti, 11 non ricoprono più alcun incarico, tre sono stati assolti nei processi civili e/o canonici. Otto rimangono non identificati.
Cinque sacerdoti sono stati allontanati, in via cautelare; uno era già in questa situazione, e altri cinque casi erano già stati sottoposti a procedimenti civili e canonici.
Le diocesi di Lisbona e Porto hanno riferito che le liste individuavano rispettivamente cinque e sette sacerdoti attivi, in attesa di maggiori informazioni per decidere su eventuali misure cautelari da applicare.
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