Xiaomi i prodotti non sono ancora vietati dalla vendita in Ucraina. L’azienda cinese – uno dei maggiori fornitori mondiali di smartphone – è categoricamente contraria alle accuse.
L’Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione (NAPC) ha recentemente incluso Xiaomi nell’elenco delle aziende che sponsorizzano la guerra in Ucraina.
“L’azienda non solo ha continuato il suo lavoro in Russia dopo un’invasione su vasta scala, ma rimane ancora leader nelle vendite di smartphone nello stato terrorista”, ha affermato il servizio stampa del NACP. Ha anche affermato che le vendite di prodotti Xiaomi nel mercato russo sono aumentate del 39% a metà del 2022, dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
La risposta ufficiale di Xiaomi è stata pubblicata su Twitter. Qui, la società ha affermato di negare qualsiasi coinvolgimento nella sponsorizzazione dell’esercito russo. “Xiaomi non sostiene alcuna azione militare, ma sostiene pienamente la pace nel mondo”, si legge nel messaggio, aggiungendo che il suo desiderio è “rendere migliore la vita delle persone nel mondo grazie a tecnologie innovative”.
L’NCAP ucraino ha reagito a questo messaggio pubblicando una foto del presidente russo Vladimir Putin con in mano uno smartphone, con una citazione in cui ha affermato di essere grato a Xiaomi per “avere il diritto di accedere ai propri strumenti di comunicazione”.
Dichiarazione pic.twitter.com/12R9c2lwF4
— Xiaomi (@Xiaomi) 14 aprile 2023
Gli smartphone Xiaomi saranno vietati in Ucraina?
La decisione di NCAP non significa un divieto immediato dei prodotti Xiaomi. Tale limitazione commerciale può essere applicata solo se il Presidente, il Gabinetto dei ministri, la Banca nazionale o il Servizio di sicurezza dell’Ucraina presentano tale proposta al Consiglio di sicurezza e difesa nazionale. Quindi, il compito del consiglio sarebbe quello di analizzare questa proposta e decidere se procedere o meno con tale linea d’azione.
Come ha osservato il portale di notizie ucraino Focus, l’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione non ha il potere di imporre divieti commerciali. Invece, le sue decisioni sono di tipo consultivo: attraverso di esse, l’istituzione informa gli utenti quali aziende e prodotti sono associati al sostegno della guerra in corso, sia attraverso le tasse che attraverso tecnologie specifiche, come gli strumenti di comunicazione.
Sebbene questa notizia non significhi alcuna restrizione commerciale per Xiaomi, i distributori locali sono liberi di prendere le proprie decisioni sui prodotti che vendono agli utenti locali.
Gli operatori di telefonia mobile e le principali catene di vendita al dettaglio che operano nel mercato ucraino non hanno ancora commentato questa situazione.
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