Vitaly Merinov, quattro volte campione del mondo di kickboxing, è morto la scorsa settimana in ospedale a causa delle ferite alle gambe subite mentre combatteva per le forze armate ucraine a Luhansk. L’atleta si è unito all’esercito ucraino come volontario pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Durante la guerra fu assegnato a Ivano-Frankivsk.
Il sindaco Ruslan Marcinkov ha confermato la morte del 32enne Merinov, che lascia la moglie e un bambino piccolo.
Le autorità di Kiev hanno stimato che 262 atleti ucraini siano morti difendendo la loro patria dagli aggressori russi.
Per questo il governo ucraino ha chiesto al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) di escludere gli atleti russi e bielorussi dai prossimi Giochi Olimpici che si terranno a Parigi il prossimo anno.
Merinov non è l’unico kickboxer che è morto combattendo contro i russi: il campione mondiale ucraino di kickboxing Maxim Kagal è morto nel marzo dello scorso anno nella battaglia per Mariupol come parte delle forze speciali del temuto “Battaglione Azov”.
Mykola Zabchuk, anche lui un kickboxer, è morto durante l’invasione russa. Tra gli altri famosi atleti ucraini che hanno perso la vita ci sono il calciatore Sergey Balanchuk, Ludmila Chernetska (bodybuilding), Alexander Serbinov (atletica leggera), riporta la rivista “Sports Angels”. Si tratta di una rivista creata lo scorso anno con l’aiuto del Comitato sportivo ucraino per riferire sulla situazione degli atleti nel paese e che finora ha pubblicato tutti i casi di atleti ucraini morti.
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