Il Parlamento europeo ha adottato tre risoluzioni sul rispetto dei diritti umani in Cina, Ciad e Bahrein.
Repressione del governo cinese sulle proteste pacifiche nella Repubblica popolare cinese
I deputati esprimono il loro sostegno ai manifestanti che lottano per i diritti fondamentali che sono perseguitati dal governo cinese, in particolare nel contesto della politica zero COVID-19. Sono preoccupati per le violazioni delle libertà di espressione, associazione, riunione, stampa e media in Cina – intensificate dall’uso della sorveglianza di massa – e chiedono che diritti umani essere garantito.
Tutte le vittime dell’incendio di Urumqi del 24 novembre 2022 erano uiguri, sottolineano i deputati, deplorando la repressione sistematica di questa etnia, in particolare nella regione dello Xinjiang. Inoltre, i deputati sottolineano l’arresto di un giornalista straniero che copre le proteste e chiedono un accesso senza ostacoli alla Cina per giornalisti indipendenti, osservatori internazionali e organismi investigativi.
La risoluzione chiede l’intensificazione delle sanzioni contro i responsabili di crimini contro l’umanità, un migliore coordinamento per quanto riguarda le stazioni di servizio della polizia cinese all’estero e la libertà di espressione durante i colloqui ufficiali con la Cina.
La delibera è adottata per alzata di mano. Per maggiori dettagli, sarà disponibile per intero Qui. (15.12.2022)
Giro di vite della giunta militare contro le manifestazioni pacifiche in Ciad
Il Parlamento condanna la limitazione del diritto fondamentale di manifestare e l’uso della violenza contro i manifestanti a favore della democrazia e la società civile in Ciad durante le proteste dell’ottobre 2022. Nella loro risoluzione, i deputati chiedono il rilascio e tutela legale. Condannano il loro processo in processi di massa che non hanno rispettato gli standard internazionali in materia di trasparenza e giustizia.
Secondo i deputati, il regime in Ciad non ha mantenuto il suo impegno per una transizione democratica, provocando una crisi prolungata nel paese. Sottolineano la necessità di organizzare al più presto nuove elezioni presidenziali trasparenti, inclusive e credibili, al fine di facilitare una transizione politica che garantisca il rispetto diritti umani e le libertà fondamentali.
Infine, la risoluzione richiede un’indagine indipendente e imparziale da parte delle Nazioni Unite e dell’Unione africana sulle violenze denunciate, comprese le denunce di torture nelle carceri ciadiane. I deputati vogliono perseguire e ritenere responsabili i responsabili della violenza e dell’uccisione di individui e della società civile, e sollecitano il Unione Europea e gli Stati membri a sollevare tali preoccupazioni direttamente con le autorità ciadiane.
La delibera è adottata per alzata di mano. Per maggiori dettagli, sarà disponibile per intero Qui. (15.12.2022)
Il caso del difensore dei diritti umani Abdulhadi Al-Khawaja in Bahrain
Il Parlamento chiede il rilascio immediato e incondizionato del cittadino danese-bahreinita Abdulhadi Al-Khawaja e di tutti gli altri attivisti politici. Al-Khawaja, che è il cofondatore del Bahrain Center for Human Rights (BCHR), è in prigione da dodici anni a scontare l’ergastolo per aver guidato proteste pacifiche durante le proteste della primavera araba del 2011 per le riforme democratiche.
Soffre di una serie di problemi di salute cronici e degenerativi e necessita di cure mediche tempestive ed esperte, avvertono i deputati. Il Parlamento invita il capo della politica estera dell’UE Josep Borrell, il Servizio europeo per l’azione esterna e gli Stati membri, in particolare il governo della Danimarca, a sollevare il caso di Al Khawaja e di tutti gli altri difensori dei diritti umani nel paese sia pubblicamente che privatamente.
I deputati condannano fermamente il continuo uso di torture e maltrattamenti nel Paese del Golfo. Inoltre, sostengono che il Bahrein dovrebbe restituire la cittadinanza alle quasi 300 persone – in particolare i difensori dei diritti umani – che ne sono state private e porre fine alla pratica in corso.
La moratoria sulla pena capitale, in vigore fino al 2017, non avrebbe mai dovuto essere revocata, affermano i deputati. Il Bahrain ha giustiziato sei persone da allora, in quelle che le Nazioni Unite hanno definito esecuzioni extragiudiziali, e altre 26 sono attualmente nel braccio della morte nel paese.
La delibera è stata adottata con 316 voti favorevoli, 6 contrari e 38 astenuti. Per maggiori dettagli, sarà disponibile per intero Qui. (15.12.2022)
Originalmente pubblicato su The European Times.