CRIF ha analizzato l’adeguatezza delle piccole e medie imprese italiane nei diversi settori rispetto ai fattori ESG:
Il 78% delle imprese farmaceutiche mostra un livello Molto Alto o Alto nel Sociale (fattore S). Nella Governance (fattore G) si arriva al 96%.
Seguono le imprese dell’Elettronica e della Meccanica e Mezzi di Trasporto.
Con l’ESG Outlook – osservatorio sulla sostenibilità di imprese, individui e immobili – CRIF ha fotografato lo stato dell’arte sulle tematiche Environmental, Social e Governance delle aziende italiane, in particolare delle piccole e medie imprese, valorizzando il vasto patrimonio informativo e di analytics che ha sviluppato nel corso degli anni. Dallo studio emerge una panoramica dettagliata sul livello di adeguatezza ESG, basato su un campione di 130 mila aziende.
Dopo aver indagato il fattore ambientale (Environmental), l’analisi CRIF si è focalizzata sulle altre due dimensioni delle sostenibilità così da misurarne l’andamento e la potenziale evoluzione nei diversi settori industriali del nostro Paese.
CRIF ha analizzato il fattore Sociale, attraverso il suo Score S, che rappresenta il livello di adeguatezza verso il fattore Social di un’azienda e comprende la gestione delle persone, le politiche di genere, la tutela dei diritti umani, gli standard lavorativi, la responsabilità verso la filiera di produzione (fornitori, partner, clienti).
Questo fattore guarda al benessere sociale all’interno dell’azienda, ma anche all’impatto che essa esercita sul territorio e la comunità di riferimento. Il grafico seguente mostra la distribuzione dello score S per settore, ordinato secondo la percentuale di aziende con adeguatezza alta e molto alta.
Leader tra i settori con lo score S più elevato è il settore farmaceutico, che vede quasi la metà delle sue imprese (48%) con un livello di adeguatezza molto alto e complessivamente il 78% di aziende con uno score elevato. Colpisce invece come oltre un terzo delle aziende agricole risulti in forte ritardo al punto di vista dell’adeguatezza sociale; tale risultato risente certamente della ridotta dimensione di molte imprese attive nel settore, che rende più difficile garantire adeguate tutele in termini di sicurezza e stabilità delle condizioni di lavoro.
Infatti, dall’analisi CRIF emerge come l’attenzione ai temi sociali vada di pari passo con la dimensione media dell’azienda e si osserva una chiara relazione crescente tra fatturato e adeguatezza sociale. Anche analizzando il fattore Governance (“G”) – che valuta aspetti come la capacità di diversity management di un’impresa, la sua trasparenza e l’eticità dei comportamenti aziendali – il settore farmaceutico risulta essere il più performante. Il grafico di seguito mostra la distribuzione dello score G sviluppato da CRIF per settore, ordinata anche in questo caso in base alla quota di imprese che hanno ricevuto un punteggio di adeguatezza Alto o Molto Alto.
Si conferma particolarmente brillante la performance del settore farmaceutico, con a seguire Elettronica e Meccanica e Mezzi di Trasporto, mentre si ripetono basse percentuali in relazione allo score G per le aziende agricole, di costruzioni, turistiche e immobiliari. Sul risultato di tali comparti pesa la dimensione modesta del fatturato e la presenza di aziende a dimensione familiare che non prestano particolare attenzione alle regole di governo societario. Più in generale, si ripropone la correlazione tra score e dimensioni, già osservata per il fattore sociale: le aziende più grandi sono spesso strutturate per fornire maggiore disclosure verso l’esterno, anche attraverso rating di legalità, codici etici e/o bilanci certificati su base volontari. Le evidenze delineate in questo focus si aggiungono e approfondiscono le precedenti analisi dell’ESG Outlook di CRIF, da cui è emerso che – considerando complessivamente i tre fattori E, S e G – oltre 1 impresa italiana su 3 risulta essere a un livello avanzato del proprio percorso verso un’economia sostenibile e quasi il 60% ha avviato i primi passi, con un livello medio e basso di adeguatezza ESG.
“L’ESG Outlook – che utilizza tutti gli strumenti che CRIF ha sviluppato per rappresentare e riassumere i parametri di sostenibilità di imprese, individui e immobili – si pone l’obiettivo di fotografare il livello di allineamento dell’Italia agli obiettivi ambientali, sociali e di governance. L’adeguatezza raggiunta verso i tre pilastri della sostenibilità differisce da settore a settore, tuttavia è chiaro che l’obiettivo di transizione ESG è ormai una meta comune per tutte le aziende. In un panorama variegato con imprese che hanno iniziato questo percorso in momenti e con velocità diverse, i player finanziari devono oggi più che mai comprendere come i propri clienti business agiscono, conoscere i settori, le sfide normative e gestionali che implica l’evoluzione ESG. La transizione green offre ai player finanziari l’opportunità di far evolvere il loro ruolo tradizionale di prestatori di credito per accompagnare le aziende nei loro progetti sostenibili, anche attraverso nuove forme di advisory, abilitate da piattaforme tecnologiche, che potenzino la consapevolezza ESG.” commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.
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