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NewsGaza: nessun posto dove andare, la situazione umanitaria è al “basso letale”

Gaza: nessun posto dove andare, la situazione umanitaria è al “basso letale”

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.

La situazione umanitaria a Gaza ha raggiunto un “minimo letale” poiché l’esercito israeliano ha ordinato il ricollocamento di oltre 1,1 milioni di persone dalla regione settentrionale di Wadi Gaza a quella meridionale, entro un termine di 24 ore. Questo annuncio, fatto dal portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric, ha sollevato preoccupazioni per le conseguenze devastanti per la popolazione già vulnerabile. Le Nazioni Unite (ONU) e le sue agenzie hanno chiesto la revoca dell’ordinanza, sottolineando l’impossibilità di un simile movimento e le terribili ripercussioni umanitarie che comporterebbe.

‘Condanna a morte’ per molti

I rappresentanti delle Nazioni Unite a Gaza hanno descritto l’ordine di ricollocazione come una “condanna a morte” per molte persone colpite. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si è unita all’appello rivolto a Israele di ritirare l’ordine, evidenziando l’impossibilità di evacuare i pazienti ospedalieri vulnerabili dal nord di Gaza. L’ONU ha ribadito i suoi appelli per il rilascio immediato degli ostaggi detenuti a Gaza e per la protezione dei civili, nonché per l’accesso urgente degli aiuti all’enclave sigillata.

“Spingendo le persone nell’abisso”

Gli operatori umanitari delle Nazioni Unite hanno anche espresso preoccupazione per il peggioramento della situazione a Gaza e la potenziale perdita di vite civili. Il capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) ha avvertito che l’ordine di ricollocazione porterebbe a livelli di miseria senza precedenti e spingerebbe ulteriormente la popolazione di Gaza nell’abisso. L’UNRWA ha affermato che Gaza è sull’orlo del collasso, sottolineando la necessità che tutte le parti rispettino le leggi di guerra.

Gli aiuti sono “bloccati”

L’ONU ha richiesto urgentemente l’accesso umanitario a Gaza, poiché le scorte si stanno rapidamente esaurendo. La situazione ha raggiunto un punto critico, con i funzionari delle Nazioni Unite che affermano di essere effettivamente bloccati fuori da Gaza. Giovedì, l’ONU ha lanciato un appello lampo per raccogliere 294 milioni di dollari per rispondere ai bisogni urgenti di 1,26 milioni di persone a Gaza e nella Cisgiordania occupata. La priorità immediata è ridurre l’escalation del conflitto e alleviare le sofferenze dei civili.

Sistema sanitario al “punto di rottura”

Il sistema sanitario di Gaza è a un punto di rottura, con gli ospedali che superano le loro capacità e faticano a fornire cure adeguate. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito che sei dei sette principali ospedali di Gaza funzionano solo parzialmente. Lo spostamento di pazienti gravemente feriti e di coloro che necessitano di supporto vitale rappresenterebbe una condanna a morte, e gli operatori sanitari si trovano ad affrontare una difficile scelta su chi salvare in una situazione terribile che sta travolgendo il sistema sanitario già messo a dura prova. Numerosi sono stati anche gli attacchi contro strutture e personale sanitario, che hanno ulteriormente esacerbato la crisi.

Liberare gli ostaggi, proteggere i civili

L’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani insiste sul fatto che i civili non devono mai essere usati come merce di scambio e chiede il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi. Sia i gruppi armati palestinesi che Israele sono invitati a rispettare il diritto internazionale umanitario e a fermare gli attacchi contro i civili. Anche l’aumento dei discorsi di odio, inclusa la retorica antisemita e islamofobica, è motivo di preoccupazione, e i leader sono chiamati a frenare tali discorsi di odio e incitamenti alla violenza.

Aumento dei discorsi di odio

La situazione a Gaza ha suscitato forti emozioni in tutto il mondo, portando a una proliferazione di discorsi di odio e di incitamento alla violenza in molti paesi. Il capo dei diritti delle Nazioni Unite deplora questo aumento dei discorsi di odio antisemiti e islamofobici e invita i leader a unirsi contro questo fenomeno. Di fronte a questa situazione disperata, la comunità internazionale deve mostrare solidarietà e sostenere la protezione di tutti i civili, indipendentemente dal loro background.

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si riunirà a New York per discutere della situazione a Gaza, sottolineando l’urgenza della crisi e la necessità di una risposta internazionale coordinata.

Fonti: Nota delle Nazioni Unite ai corrispondenti, Notizie dell’ONU

Originalmente pubblicato su The European Times.

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