Gli esperti dicono il ondata di disinformazione legato all’attuale conflitto Israele-Hamas è a minaccia seria capace di portare questa guerra più a fondo.
Le autorità di regolamentazione e gli analisti politici affermano che qualsiasi tipo di informazione falsa può innescare accese discussioni e nuovi casi di aggressione.
I siti di notizie online e i social network sono incredibilmente utili quando si tratta di condividere informazioni. Purtroppo, diffondono anche notizie false con un’efficienza senza pari.
L’incidente più recente, un’esplosione in un ospedale di Gaza, che ha provocato centinaia di vittime palestinesi, coincide con una nuova ondata di commenti, dibattiti e annunci da entrambe le parti. Sia Israele che Hamas mirano a definire la propria versione dei fatti come uno “standard”, cercando allo stesso tempo di minare il punto di vista della parte opposta.
Oggi, durante la sua visita in Israele, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato che il compito di verificare la correttezza di tutte le informazioni online, in particolare quelle relative alla recente esplosione dell’ospedale, è una sfida seria.
Reuters e altre agenzie di stampa hanno già identificato una serie di casi in cui i post sui social media hanno utilizzato informazioni visive e messaggi falsi con l’obiettivo di confondere coloro che desiderano saperne di più sul conflitto Israele-Hamas.
I social network, tra cui Meta e X, moderano già il flusso di informazioni associato, prestando particolare attenzione ai casi in cui la disinformazione viene diffusa deliberatamente. I popolari servizi di chatbot basati sull’intelligenza artificiale ora limitano anche la produzione di informazioni o risposte a richieste relative a Israele, Palestina e Hamas.
Alcuni account sono stati sospesi o rimossi dopo aver pubblicato informazioni inventate e materiale visivo modificato.
L’UE e gli Stati Uniti esercitano già pressioni sui principali social network tra cui X, Meta, TikTok e YouTube affinché portino avanti le misure necessarie per controllare ed eliminare il flusso di disinformazione.
I rappresentanti di Israele affermano che l’ufficio del procuratore del Paese ha già presentato oltre 4.450 richieste di rimozione di contenuti dai social network.
Secondo Rafi Mendelsohn della società israeliana di monitoraggio dei bot Cyabra, dal inizio del conflitto Israele-Hamas, sono stati attivati più di 40.000 account falsi per diffondere false storie a sostegno di Hamas. Molti di questi conti sono stati creati più di un anno fa, cioè molto prima che scoppiasse l’attuale guerra.
Scritto da Alius Noreika
Da un’altra testata giornalistica. news de www.technology.org