L’uomo non è semplicemente ciò che appare: un corpo fisico, ma è composto anche da una controparte energetica non visibile, però reale e indispensabile alla vita, che interagisce a livello sottile con le energie telluriche, cosmiche e artificiali, prima ancora di ripercuotersi a livello fisico.
La geobiologia è lo studio di come i processi fisici, chimici e biologici si influenzano reciprocamente nei sistemi naturali. La ricerca geobiologica riguarda lo studio degli ambienti e della biosfera attuale e fossile, nonché si occupa di esplorare come il pianeta e la vita si siano co-evoluti attraverso i principali eventi geologici ed evolutivi nel corso della storia della Terra. La scuola tedesca-svizzera sulla geobiologia è la più avanzata al mondo.
Ormai da molti anni studi particolari di ricercatori quali Jean Picard, George Prat hanno dimostrato che esistono molte zone geografiche dove la frequenza di malattie gravi è presente più del normale.
Rutherford, e J.C.McLennan scoprirono le radiazioni elettromagnetiche naturali ultrapenetranti, e questa scoperta fu confermata da Goeckel e Kohlorster che le chiamarono “onde cosmiche”.
Alla fine del diciannovesimo secolo viene ipotizzata una relazione tra un luogo ed il vivente. Il primo ad asserire tale ipotesi di relazione tra malattia e luogo di abitazione è l’inglese Haviland.
Altri autori sostengono ipotesi simili: M. Stelys 1927, G. Lakhovsky 1933, Rambeau 1934, ingegnere Lienert e dottor Jenny (Svizzera, 1932-1939, esperienza su topi piazzati in presunte zone geopatogene), Peyré 1947, Huveland 1950).
Nel 1950 Ernst Hartmann, medico dell’università di Heidelberg, e suo fratello, realizzarono uno studio sull’impatto del posizionamento dei letti sulla salute. Asserirono di aver scoperto una presunta “rete geomantica”, che chiameranno rete di Hartmann.
Altri lavori seguiranno, come quello del fisico Wüst 1955, che ipotizzerà la relazione tra il posizionamento dei letti dei malati gravi e la presenza di un presunto irradiamento tellurico importante. Williams e Lorenz 1957 studiarono gli effetti delle faglie geologiche ed il dottor Beck 1957 discusse l’ipotetica relazione tra il presunto irradiamento tellurico e le malattie cardiache. L’ingegnere J.W.F Staengle 1972 studiò le case sospettate di causare malattie oncologiche ed ipotizzò un presunto irradiamento tellurico che a suo dire sarebbe causato dai corsi d’acqua.
A partire dagli anni Ottanta vennero pubblicate diverse opere sulla geobiologia ed il presunto impatto dei fenomeni da essa descritti sulla salute. Tali pubblicazioni non furono però mai pubblicate su riviste scientifiche mediche.
L’Analisi Geobiologica si occupa della relazione tra le zone di disturbo naturali e la salute.
Per mantenere il benessere occorre evitare di esporsi a lungo all’irradiazione delle zone di disturbo. Determinanti sono il tempo di esposizione e l’effetto dannoso sul sistema immunitario.
I campi perturbatori da considerare, sono: la rete di Hartmann, la rete di Curry, la faglia, la falda d’acqua.
LA RETE DI HARTMANN, così detta dal nome del suo scopritore, è una rete magnetica che si estende su tutto il globo terrestre. La rete di Hartmann subisce variazioni della sua regolarità geometrica e del grado di patogenicità dei suoi campi, in numerose occasioni. Le occasioni di ordine naturale sono date dalle anomalie del suolo e del sottosuolo, dall’avvicinarsi di perturbazioni atmosferiche, in particolare quando si verifica un brusco calo della pressione atmosferica, e dall’imminenza di terremoti, Ma al giorno d’oggi, le anomalie che più spesso e più intensamente perturbano la rete H, sono originate dall’inquinamento elettromagnetico prodotto dalle attività umane: elettrodotti ad altissima tensione, linee elettriche di ogni genere, gigawatt di irradiazioni elettromagnetiche ad alta ed altissima frequenza per telecomunicazioni ed altri usi industriali, centrali elettriche, nucleari, industrie, gli stessi motori a scoppio, sono causa di campi magnetici anomali, di media od elevatissima intensità, che producono una ionizzazione positiva dell’atmosfera, perturbazioni più ò meno intense dei campi magnetici cosmotellurici, creando un ‘ambiente geopatogeno che ha un’influenza profonda ed intensa sulla salute dell’uomo e sulla conservazione della vita su questo pianeta.
IL RETICOLO CURRY è una griglia elettrica, con orientamento di 45° rispetto al reticolo di Hartmann, con punti di incrocio negativi e positivi, dove vengono esaltati i punti ionizzanti. La rete Curry è mobile, quindi è inutile spostare letti e mobili, per evitare i cosiddetti “punti cancro”- sono punti dove il Curry incrocia un’altra geopatia e provoca una frequenza altissima di orientamento molecolare, finendo per danneggiare gli organismi che, ignari, vi soggiornano. La notte, durante il riposo, tale lavorìo è aumentato, interferisce con la produzione di melatonina – ormone che contrasta il distress, regola gli anticorpi e limita i radicali liberi.
LA FAGLIA è la spaccatura di una massa rocciosa, con slivellamento di due tronconi in senso verticale od orizzontale- ricordarsi la faglia di S.Andrea in California-. La faglia, attraversata dai corsi d’acqua, emette raggi gamma, più intensi durante la notte; quindi, se si dorme su una faglia, che concentra la sua energia in poco spazio, si hanno effetti altamente negativi sugli organismi, La sovrapposizione della falda con un’altra forma geopatogena, non fa altro che accentuare il potenziale di agente nocivo per l’organismo. Le patologie sono dovute al riscaldamento dei tessuti e l’effetto delle onde si rivelano su apparato endocrino, cuore, intestino.
L’effetto delle FALDE SOTTERRANEE potrà avere degli effetti più o meno intensi a seconda che si tratti di acqua piovana, più pura (almeno in teoria, a causa dell’inquinamento ambientale), o di acque ricche di sali minerali, in quanto dotate di una maggior conduttività. In genere, comunque sono molto vari e frequenti i disturbi che numerosi medici hanno riscontrato su pazienti abitanti su terreni energeticamente perturbati. L’acqua può inoltre drenare tracce di radioattività e caricarne qualsiasi corpo, pietre, argille, marne, ghiaie che divengono a loro volta emittenti. Fattori di ulteriore aggravamento sono i vari inquinamenti che l’acqua può subire a causa delle scriteriate attività umane, comprese le discariche sulle rive dei fiumi o in relativa vicinanza di falde acquifere sotterranee, anche se collocate a buona profondità. In questo senso è bene rilevare che le falde acquifere possono essere patogene anche se sono collocate intorno ai trecento metri di profondità. Occorre anche tenere conto del fatto che l’energia emessa da grandi masse di acque sotterranee, pare non riesca ad essere isolata da alcunché, penetrando agevolmente anche attraverso massicci schermi di piombo.
E’ evidente il nesso di causalità tra luogo, sottosuolo e paziente, con forte negatività quasi sempre nei luoghi deputati al riposo: le camere da letto, vere antenne accumulatrici, con i letti in metallo, materassi con molle, tv.
La radiazione di queste zone è di bassa intensità ma può causare effetti dannosi alla salute (geopatologie) se l’esposizione è ripetuta nel tempo per un numero molto elevato di ore, perciò le posizioni più rischiose sono quelle fisse, come accade appunto con i letti. Inoltre durante il sonno il sistema immunitario è al massimo della sua attività e l’ulteriore stimolo della zona di disturbo rischia di scatenare il processo di infiammazione-invecchiamento-degenerazione dei tessuti organici che è alla base di gravi patologie.
L’effetto geopatogeno si constata soprattutto sulla verticale dei corsi d’acqua sotterranei, di anomalie geologiche, di zone telluriche perturbate sia per cause naturali sia artificiali e sui punti d’intersezione dei raggi tellurici. Quest’influenza avviene ad un livello molto sottile e, quindi, non sempre percepibile in maniera immediata in quanto l’organismo reagisce automaticamente a quest’aggressione che andrebbe proprio a turbare i delicati meccanismi di trasmissione di informazione e di pilotaggio dell’intero organismo, ed in particolare del sistema neurovegetativo.
Il fattore che rende patologiche queste aggressioni è soprattutto la continuità nel tempo: questo fa sì che si accumuli un vero e proprio stress determinato dal continuo dispendio di energie che il nostro corpo attua per compensare la situazione anomala. Infatti, vi è una sempre più carente capacità immunitaria dell’organismo.
Secondo i geobiologi tedeschi alcuni punti sarebbero assai pericolosi e potrebbero addirittura causare il cancro, infatti sono stati denominati punti “C”. Sarebbero dovuti alla somma di più interferenze coincidenti sullo stesso asse, ad esempio la presenza di un campo torsionale molto attivo in corrispondenza di un corso d’acqua ed una falda geologica sommati ad interferenze di campi elettromagnetici artificiali.
A dimostrazione della nocività delle zone di disturbo vi è uno studio scientifico condotto dal medico prof. Otto Bergsmann: “Fattore di rischio del sito, ricerca scientifica sul problema dell’influsso delle zone ‘rabdomantiche’ sugli esseri umani”, Facultas Universitäts Editrice, Vienna 1990. Le conclusioni a cui lo studio è arrivato sono molto importanti poiché dimostrano che avviene una reale variazione di alcuni parametri che coinvolgono lo stato di salute, dalle alterazioni dello stato ormonale (Serotonina) all’aumento della VES che conferma l’effetto infiammatorio. Il dr Bergsmann afferma: «È certo che una delle misure di prevenzione più importanti è realizzare una condotta di vita flessibile con cui evitare da un lato lo stress prolungato dovuto alla permanenza in una zona di disturbo e dall’altro ridurre i disturbi vegetativi. …Risulta quale conseguenza logica che il cambiamento del posto (del letto) può essere di sostegno alla terapia medica anche se non può sostituirla.»
Questi argomenti accomunano Bioarchitettura® e Geobiologia in quanto entrambe le discipline si sforzano di evitare agli abitanti delle case la nocività dovuta all’inquinamento da onde elettromagnetiche e alla presenza di zone con emissione tellurica non biocompatibile.
Se una abitazione venisse costruita con tutti i crismi della bioedilizia, ma trascurando di analizzare il sito dove sorge, si potrebbe verificare la situazione paradossale di una abitazione comunque malsana, oppure vissuta male dagli abitanti i quali potrebbero avere una così magra soddisfazione per aver fatto la scelta della Bioarchitettura® da scoraggiare altri a ripeterla.
Ecco perché la Geobiologia è importante per la Bioarchitettura® come completamento all’analisi del sito. Infatti la Bioarchitettura® prescrive di eseguire una completa analisi del sito prima della progettazione definitiva dell’edificio o della sua ristrutturazione, analisi nella quale è prevista anche la perizia geobiologica.
Naturalmente la perizia geobiologica può essere svolta anche nelle case già abitate e si occupa di rilevare l’eventuale presenza di queste radiazioni nocive naturali soprattutto nella corrispondenza delle zone notte delle abitazioni e di proporre soluzioni di arredo o di progetto in grado di evitare la permanenza delle persone su emissioni telluriche nocive alla salute.
La nocività geobiologica è simile a quella dovuta ai campi elettromagnetici, ma non ha esito in malattie tipiche prevedibili, come avviene invece per la leucemia infantile dovuta ai campi elettromagnetici tecnici, in quanto va a colpire il sistema immunitario e la psiche del soggetto per cui l’esito finale sarà dovuto alla predisposizione genetica e allo stile di vita del soggetto.
L’Istituto GEA ha formalizzato un elenco delle zone di disturbo che hanno effetti sul benessere e sulla salute comprovati dai raffronti con le diagnosi mediche.
Le zone di disturbo più frequenti sono dovute ai punti di massima intensità (incroci) dei due reticoli energetici, parallelo al Nord (detto di Hartmann) e diagonale al Nord (detto di Curry). Molto frequenti sono anche gli scorrimenti veloci di acqua sotterranea in fratture o in paleoalvei, meno comuni ma più pericolose sono le faglie e le linee di dislocazione delle rocce del substrato. L’esposizione prolungata a queste zone di disturbo provoca una “focalizzazione” che causa un eccesso di attivazione immunitaria cui può conseguire l’autoaggressione immunitaria.
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