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sabato, Novembre 2, 2024
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EuropeGreenwashing: come le aziende dell’UE possono convalidare le loro dichiarazioni ecologiche

Greenwashing: come le aziende dell’UE possono convalidare le loro dichiarazioni ecologiche

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.

Nuove regole per le aziende per conformarsi al divieto UE di greenwashing dei prodotti. Le commissioni Mercato interno e Ambiente hanno adottato mercoledì la loro posizione sulle regole su come le aziende possono convalidare le loro dichiarazioni di marketing ambientale.

La cosiddetta direttiva Green Claims integra la divieto già approvato dall’UE sul greenwashing. Definisce che tipo di informazioni le aziende dovranno fornire per giustificare in futuro le loro affermazioni di marketing ambientale. Crea inoltre un quadro e scadenze per la verifica delle prove e l’approvazione delle richieste e specifica cosa succede alle aziende che infrangono la legge.

Sistema di verifica e sanzioni

I deputati hanno concordato con la Commissione che le aziende dovrebbero sottoporre all’approvazione eventuali future dichiarazioni di marketing ambientale prima di utilizzarle. Secondo il testo adottato, le richieste verrebbero valutate da verificatori accreditati entro 30 giorni. Le aziende che infrangono le regole possono essere escluse dagli appalti, perdere i propri ricavi e rischiare una multa pari almeno al 4% del fatturato annuo.

La Commissione dovrebbe stilare un elenco di indicazioni e prodotti meno complessi che potrebbero beneficiare di una verifica più rapida o più semplice, affermano i deputati. Dovrebbe inoltre decidere se le dichiarazioni ecologiche sui prodotti contenenti sostanze pericolose debbano rimanere possibili. I deputati hanno inoltre convenuto che le microimprese dovrebbero essere escluse dai nuovi obblighi e che le PMI dovrebbero avere un anno in più prima di applicare le regole.

Compensazione del carbonio e affermazioni comparative

Gli eurodeputati hanno confermato quanto recente Unione Europea divieto di dichiarazioni ecologiche basate esclusivamente sui cosiddetti sistemi di compensazione del carbonio. Ora specificano che le aziende potrebbero ancora menzionare sistemi di compensazione se hanno già ridotto il più possibile le loro emissioni e utilizzare questi sistemi solo per le emissioni residue. I crediti di carbonio degli schemi devono essere certificati, come stabilito ai sensi dell’art Quadro di certificazione per la rimozione del carbonio.

Norme speciali si applicherebbero anche alle affermazioni comparative (vale a dire annunci che mettono a confronto due prodotti diversi), anche nel caso in cui i due prodotti siano fabbricati dallo stesso produttore. Tra le altre disposizioni, le aziende dovrebbero dimostrare di aver utilizzato gli stessi metodi per confrontare aspetti rilevanti dei prodotti. Inoltre, le affermazioni secondo cui i prodotti sono stati migliorati non possono basarsi su dati risalenti a più di cinque anni fa.

Citazione

Il relatore del Parlamento Andrus Ansip (Renew, EE) della Commissione per il Mercato Interno ha dichiarato: “Gli studi dimostrano che il 50% delle dichiarazioni ambientali delle aziende sono fuorvianti. I consumatori e gli imprenditori meritano trasparenza, chiarezza giuridica e pari condizioni di concorrenza. I trader sono disposti a pagare per questo, ma non più di quanto ne traggono guadagno. Sono lieto che la soluzione proposta dalle commissioni sia equilibrata, offra maggiore chiarezza ai consumatori e allo stesso tempo sia, in molti casi, meno onerosa per le imprese rispetto alla soluzione originariamente proposta dalla Commissione”.

Il relatore del Parlamento Ciro Engerer (S&D, MT) della commissione Ambiente ha dichiarato: “È ora di porre fine al greenwashing. Il nostro accordo su questo testo pone fine alla proliferazione di false dichiarazioni ecologiche che hanno ingannato i consumatori per troppo tempo. Garantisce inoltre che le aziende dispongano degli strumenti giusti per adottare pratiche di sostenibilità autentiche. I consumatori europei vogliono fare scelte ambientali e sostenibili e tutti coloro che offrono prodotti o servizi devono garantire che le loro affermazioni green siano scientificamente verificate”.

Prossimi passi

Il progetto di relazione è approvato con 85 voti favorevoli, 2 contrari e 14 astensioni. Verrà ora messo ai voti in una prossima sessione plenaria e costituirà la posizione del Parlamento in prima lettura (molto probabilmente a marzo). Il dossier sarà seguito dal nuovo Parlamento dopo le elezioni europee del 6-9 giugno.

Originalmente pubblicato su The European Times.

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