Cinquanta specialisti europei in minoranze religiose si incontrano questa settimana a Pamplona in una conferenza internazionale organizzata dall’Università Pubblica di Navarra (UPNA) e dedicata alla situazione giuridica delle confessioni religiose senza accordo di cooperazione con lo Stato.
Minoranze religiose, Pubblica Amministrazione e Accademia
Rappresentanti di queste minoranze religiose e dell’amministrazione e ricercatori sulla libertà di coscienza provenienti da università di sette paesi (Spagna, Francia, Italia, Polonia, Portogallo, Regno Unito e Romania) ha analizzato la situazione da Mercoledì 6 marzo, fino a venerdì 8 marzonell’ex convento di Las Salesas (oggi sede della Regione di Pamplona) le principali sfide dell’inclusione della diversità religiosa nella società, dove “significativa discriminazione legislativa” sottende, secondo Alejandro Torres Gutierrezprofessore dell’UPNA e organizzatore di questo congresso, e che è uno dei premiati del “Premi per la libertà religiosa“per il 2020.
“Si pensi, ad esempio, alle difficoltà che incontrano molte confessioni prive di un accordo di collaborazione con lo Stato per accedere al sistema di agevolazioni fiscali e detrazioni per le donazioni,” disse Professore Alessandro Torres. “Finora tali questioni sono state riservate esclusivamente alle religioni convenzionate, anche se si attende ancora una riforma ‘ad hoc’ della legislazione sul patronato. E vale anche la pena notare quanto possa essere complicato per loro ottenere terreni su cui edificare i propri templi, o luoghi adatti alle sepolture, o fornire assistenza religiosa ai propri fedeli”.
In Spagna, lo Stato ha inizialmente stabilito accordi con la Santa Sede a favore della Chiesa cattolica, e successivamente ha firmato quelli del 1992 con le minoranze religiose allora riconosciute Federazione degli Enti Religiosi EvangeliciIL Federazione delle comunità israeliane di Spagna e il Commissione islamica di Spagna. A differenza di queste quattro religioni che hanno firmato un accordo con lo Stato, ce ne sono altre che non lo hanno fatto. E all’interno di questi ci sono delle differenze: alcuni hanno ottenuto una dichiarazione di “radicamento profondo” (notorio arraigo), come il Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (2003), I Testimoni Cristiani di Geova (2006), il Federazione delle entità buddiste della Spagna (2007), il Chiesa ortodossa (2010) e il Fede Bahá’í (2023), e altri non dispongono di tale riconoscimento amministrativo aggiuntivo, come il Chiesa di Scientologyl’Acomunità hmadiyyaTaoismo, il Federazione indù della Spagna e il Fede Sikh.
Partecipanti al congresso
Il congresso internazionale dal titolo “Status giuridico delle minoranze religiose senza accordo di cooperazione giuridica” riuniti a Pamplona, tra altre personalità, Mercedes Murillo MuñozDirettore Generale della Libertà Religiosa dell’ Ministero della Presidenza, della Giustizia e dei Rapporti con il ParlamentoE Inés Mazarrasa SteinkuhlerDirettore della Fondazione Pluralismo e Coesistenza, tra gli altri. Hanno partecipato anche rappresentanti delle minoranze religiose senza accordo di cooperazione con lo Stato in Spagna: l’ Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Testimoni di Geova, Federazione Buddista di Spagna, IL Chiesa Ortodossa Rumena, IL Comunità Bahá’í, Ivan Arjona dal Chiesa di ScientologyKrishna Kripa Das come Presidente il Federazione indù spagnola, ed era presente anche il Unione Taoista di Spagna.
Il convegno è stato finanziato dal Vicerettore per la Ricerca, il I-COMMUNITAS Istituto con il professor Sergio García (entrambi dell’UPNA), il Fondazione Pluralismo e Coesistenza e il Ministero della Scienza e dell’Innovazione, attraverso il progetto Status giuridico delle confessioni religiose senza accordo di cooperazione in Spagna, i cui principali ricercatori sono il già citato Alejandro Torres, professore di diritto costituzionale, e Óscar Celador AngónProfessore di Diritto Ecclesiastico Statale presso l’A Università Carlos III (Madrid). Inoltre, questo incontro scientifico fa parte del Progetto EUROPIAche ha ricevuto il sostegno finanziario dell’Unione Europea e di cui Spasimir Domaradzkiprofessore presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Università di Varsavia (Polonia)è il ricercatore principale.
Originalmente pubblicato su The European Times.