Quando alcune specie di uccelli selvatici e primati scoprono nuovi modi per trovare cibo in natura, ciò può servire a misurare la loro flessibilità e intelligenza.
Nel più grande studio sperimentale mai condotto su questo argomento, un team di ricercatori della Rockefeller University guidato dal ricercatore Jean-Nicolas Audet ha dimostrato, in collaborazione con Louis Lefebvre della McGill, che i problemi di foraggiamento richiedono il superamento di ostacoli, come rimuovere il coperchio da un contenitore di cibo, sono gli unici predittori delle dimensioni del cervello e del comportamento innovativo in natura.
Hanno studiato anche altri due tratti cognitivi, ma non hanno scoperto che erano associati al tasso di innovazione in natura.
I risultati dello studio – che comprendeva 203 singoli animali di 15 specie, 13 delle quali catturate in natura – integrano studi osservazionali sull’intelligenza degli animali in natura e studi sperimentali in cattività.
“I nostri risultati forniscono un modo efficace per studiare le innovazioni in laboratorio utilizzando compiti comportamentali appropriati in condizioni controllate, consentendo future indagini sulle loro precise basi neurobiologiche, psicologiche ed ecologiche”, ha affermato Audet. “Ora disponiamo di un modello più valido per studiare l’evoluzione dell’intelligenza.”
Quando alcune specie di uccelli selvatici e primati scoprono nuovi modi per trovare cibo in natura, ciò può servire a misurare la loro flessibilità e intelligenza.
Nel più grande studio sperimentale mai condotto su questo argomento, un team di ricercatori della Rockefeller University guidato dal ricercatore Jean-Nicolas Audet ha dimostrato, in collaborazione con Louis Lefebvre della McGill, che i problemi di foraggiamento richiedono il superamento di ostacoli, come rimuovere il coperchio da un contenitore di cibo, sono gli unici predittori delle dimensioni del cervello e del comportamento innovativo in natura.
Hanno studiato anche altri due tratti cognitivi, ma non hanno scoperto che erano associati al tasso di innovazione in natura.
I risultati dello studio – che comprendeva 203 singoli animali di 15 specie, 13 delle quali catturate in natura – integrano studi osservazionali sull’intelligenza degli animali in natura e studi sperimentali in cattività.
“I nostri risultati forniscono un modo efficace per studiare le innovazioni in laboratorio utilizzando compiti comportamentali appropriati in condizioni controllate, consentendo future indagini sulle loro precise basi neurobiologiche, psicologiche ed ecologiche”, ha affermato Audet. “Ora disponiamo di un modello più valido per studiare l’evoluzione dell’intelligenza.”
Da un’altra testata giornalistica. news de www.sciencedaily.com