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martedì, Novembre 26, 2024
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Un team supportato dalla NASA scopre esplosioni radio simili ad aurore sopra le macchie solari

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.


Un team di scienziati finanziato dalla NASA ha scoperto segnali radio di lunga durata provenienti dal Sole che sono simili a quelli associati alle aurore – le luci del nord e del sud – sulla Terra.

Gli scienziati hanno scoperto lampi radio sopra una macchia solare che assomigliano alle emissioni radio delle aurore sulla Terra.  Le strisce rosa-viola in questa illustrazione rappresentano le emissioni radio, con i segnali radio a frequenza più alta in rosa, più vicini alle macchie solari, e le frequenze più basse in viola.  Le linee sottili rappresentano le linee del campo magnetico sopra la macchia solare.  La macchia solare è la regione scura nella parte inferiore del Sole.

Gli scienziati hanno scoperto esplosioni radio sopra una macchia solare che assomigliano alle emissioni radio delle aurore terrestri. Le strisce rosa-viola in questa illustrazione rappresentano le emissioni radio, con i segnali radio a frequenza più alta in rosa, più vicini alle macchie solari, e le frequenze più basse in viola. Le linee sottili rappresentano le linee del campo magnetico sopra la macchia solare. La macchia solare è la regione scura nella parte inferiore del Sole. Credito immagine: Sijie Yu, New Jersey Institute of Technology

Rilevati a circa 25.000 miglia (40.000 km) sopra una macchia solare – una regione del Sole relativamente fredda, buia e magneticamente attiva – tali lampi radio erano stati precedentemente osservati solo su pianeti e altre stelle.

“Questa emissione radio di macchie solari rappresenta la prima rilevazione di questo tipo”, ha affermato Sijie Yu del New Jersey Institute of Technology, Newark, che è l’autore principale di uno studio carta riportando la scoperta nel numero di gennaio 2024 di Nature Astronomy. La ricerca è stata pubblicata per la prima volta online nel novembre 2023.

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