Concludendo il dibattito in plenaria svoltosi il 10 aprile, Mercoledì il Parlamento ha adottato (399 voti favorevoli, 117 contrari e 28 astensioni) la risoluzione finale dell’attuale legislatura che valuta la democrazia in Ungheria. Il testo denuncia gravi carenze relative al sistema giudiziario, alla lotta alla corruzione e ai conflitti di interessi, alla libertà dei media, ai diritti fondamentali, al sistema costituzionale ed elettorale, al funzionamento della società civile, alla tutela degli interessi finanziari dell’UE e al rispetto dell’Unione europea principi di mercato.
Preoccupazioni per l’Ufficio per la tutela della sovranità
Esaminando gli ultimi casi di “persistente violazione sistemica e deliberata” dei valori dell’UE nel paese, il Parlamento condanna l’adozione della legge sulla protezione della sovranità nazionale e l’istituzione dell’Ufficio per la protezione della sovranità (SPO). La SPO ha “ampi poteri e un rigido sistema di sorveglianza e sanzioni, che viola sostanzialmente gli standard democratici […] e viola molteplici leggi dell’UE”, afferma il Parlamento. I deputati chiedono alla Commissione di chiedere alla Corte di giustizia dell’UE misure provvisorie per sospendere immediatamente la legge, poiché incide sul principio di elezioni libere ed eque.
Una decisione incomprensibile da parte della Commissione
Alla luce di tutto ciò, i deputati deplorano la decisione della Commissione di farlo sbloccare fino a 10,2 miliardi di euro di fondi UE congelatiche ha spinto Il Parlamento ricorre in appello alla Corte di Giustizia UE. Le recenti rivelazioni trapelate dall’ex ministro della Giustizia ungherese dovrebbero indurre la Commissione a revocare l’erogazione dei fondi UE, si legge nel testo. Inoltre, i deputati sottolineano che è incomprensibile sbloccare i fondi citando miglioramenti all’indipendenza della magistratura, mentre i fondi coperti da diverse leggi dell’UE rimangono bloccati a causa delle continue carenze nello stesso campo.
Necessità di proteggere le istituzioni dell’UE
I deputati ribadiscono la necessità di determinare se l’Ungheria abbia commesso “violazioni gravi e persistenti dei valori dell’UE” secondo la procedura più diretta di Articolo 7, paragrafo 2 invece del Articolo 7, paragrafo 1 processo che il Parlamento ha avviato nel 2018 e che resta bloccato in seno al Consiglio. Temono inoltre che il governo ungherese non sarà in grado di adempiere in modo credibile ai suoi compiti di presidenza del Consiglio nella seconda metà del 2024 e chiedono ancora una volta un meccanismo globale per proteggere i valori dell’UE.
Originalmente pubblicato su The European Times.