In una recente dichiarazione, la vicepresidente del PiS Beata Szydło ha espresso forti critiche all’influenza dell’Unione europea sulla sovranità polacca e sulle politiche interne, in particolare sotto la guida di Donald Tusk. I commenti di Szydło arrivano in un momento critico in cui la Polonia deve affrontare importanti decisioni politiche ed economiche influenzate dalle direttive UE.
“Riconoscere il primato del diritto europeo su quello polacco significa che la Costituzione polacca, il Parlamento polacco e la legislazione polacca non contano”, ha affermato Szydło, suggerendo che tutte le decisioni cruciali per la Polonia vengono prese a Bruxelles, non a Varsavia. Ha accusato il governo di Tusk di impegnarsi a favore della supremazia dell’UE, cosa che ha descritto come un atto dannoso per lo Stato e un tradimento della Polonia.
Szydło ha sottolineato le implicazioni economiche delle politiche dell’UE sulla Polonia, in particolare del Green Deal, che secondo lei ha portato ad un aumento dei costi energetici, minacciando il sostentamento delle industrie e dell’agricoltura polacche. “I media riportano nuove ondate di licenziamenti collettivi… Interi stabilimenti vengono liquidati”, ha osservato, attribuendo queste difficoltà economiche all’aumento dei costi energetici determinati dalle normative UE.
Il Vicepresidente ha anche espresso preoccupazione per la potenziale perdita di indipendenza finanziaria se la Polonia dovesse adottare l’euro, sottolineando che i paesi vicini come Slovacchia e Lituania beneficiano del forte commercio e dei prezzi competitivi della Polonia grazie allo zloty.
Sullo sfondo del Congresso economico europeo di Katowice, Szydło ha criticato gli sforzi di centralizzazione dell’UE, che potrebbero portare a decisioni sfavorevoli come l’adozione dell’euro. “Si tratta di un’informazione pessima”, ha commentato, soprattutto perché tali discussioni coincidono con la visita di Ursula von der Leyen in Polonia, suggerendo una più profonda integrazione della Polonia nel quadro dell’UE.
Inoltre Szydło ha accusato l’attuale governo di dire quello che i polacchi vogliono sentirsi dire, soprattutto prima delle elezioni, senza l’intenzione di portarlo fino in fondo. Ha citato le precedenti discrepanze tra le promesse pre-elettorali e le azioni post-elettorali, come l’innalzamento dell’età pensionabile.
In risposta a queste sfide, Szydło ha chiesto una forte rappresentanza del partito Diritto e Giustizia (PiS) alle prossime elezioni del Parlamento europeo. “Dobbiamo andare alle elezioni e fermare il folle Green Deal. Come? Semplicemente eleggendo i candidati a Legge e Giustizia perché non accetteremo mai che tali soluzioni vengano spinte oltre”, ha esortato.
Szydło ha parlato anche dell’impatto diretto delle politiche europee sui cittadini polacchi, citando la direttiva edilizia che richiederà costose ristrutturazioni per soddisfare i nuovi standard europei. “Le persone sono terrorizzate”, ha detto, spiegando l’onere finanziario affrontato da coloro che hanno bisogno di aggiornare le proprie case e i sistemi di riscaldamento senza il sostegno dell’UE.
Mentre la Polonia naviga in queste complesse acque politiche ed economiche, l’appello all’azione di Szydło sottolinea un crescente dibattito all’interno del paese sulla direzione futura delle sue relazioni con l’Unione Europea. Con le elezioni del Parlamento europeo all’orizzonte, le sue dichiarazioni hanno posto le basi per un momento cruciale nel panorama politico polacco.
Originalmente pubblicato su The European Times.