Arte Equestre MATA: Patrimonio ancestrale e tradizioni secolaritusotto il cartello “MATA, patrimonio immateriale ancestrale e spazio di scambio culturale dell’umanità”
Sotto l’Alto Patronato di Sua Maestà il Re Mohammed VI, il Festival Internazionale dell’Equitazione MATA ritorna in una nuova edizione dal 17 al 19 maggio 2024, nel villaggio di Zniyed, comune di Larbaa de Ayacha, distretto provinciale di Moulay Abdessalam Ben Machich, provincia di Larache , Regione di Tangeri Tetoun Alhociema.
L’edizione di quest’anno è organizzata in un contesto speciale consistente nella consacrazione dell’integrazione del patrimonio immateriale del MATA nell’Organizzazione mondiale islamica per l’educazione, la scienza e la cultura (ICESCO).
In questo contesto nazionale, il Presidente del Festival Equestre Internazionale MATA ha affermato che questa consacrazione è stata ottenuta grazie al Patrocinio di Sua Maestà il Re durante tutte le edizioni del festival, e che la salvaguardia del patrimonio immateriale del Marocco, compreso il festival MATA, si è concretizzata sotto l’egida di Sua Maestà il Re affermando nelle sue direttive che:
La salvaguardia del patrimonio MATA è anche una continuazione dell’importante processo avviato da Hadj Mohamed Baraka, decano di Alamiyine Chorfas, e dal defunto Sidi Abdelhadi Baraka Naquib di Alamiyine Chorfas.
Il Presidente del festival, Nabil BARAKA, ha sottolineato che l’integrazione del patrimonio immateriale del MATA nella lista ICESCO da parte del Regno del Marocco è un grande evento storico, ottenuto grazie all’Alto Patronato Reale, nonché al sostegno dei partner del festival nei suoi vari spazi culturali, economici e sociali ed è una meritata consacrazione dei cavalieri del MATA e delle regioni di JEBALA che hanno fatto risplendere e diversificare questo ricco patrimonio culturale ancestrale.
Il presidente del festival ha inoltre sottolineato il riconoscimento recentemente conferito a Siviglia, in Spagna, al Festival Internazionale dell’Equitazione di Mata, vale a dire il premio conferito allo storico, politico e scrittore spagnolo Emilio Castellar, riconoscimento che è stato premiato grazie ai grandi sforzi compiuti dal festival. promuovere il riavvicinamento delle culture tra civiltà e nazioni. Il premio è stato ritirato dalla Sig.ra Nabila Baraka, Presidente dell’Associazione Alamia, alla presenza di importanti personalità e organizzazioni internazionali come riconoscimento dei risultati culturali e nazionali del defunto Sidi Abdelhadi Baraka, Decano degli Alamiyine chorfas.
Ha inoltre sottolineato l’attaccamento alla tradizione spirituale che il festival perpetua per i Chorfas Alamiyines e i seguaci della Tarika Machichiya Chadiliya, incoraggiando gli uomini di pensiero, religione, cultura, arte e politica, presenti a questo festival, a diffondere i valori tramandati del grande Quotb Moulay Abdeslam Ibn Machich nel mondo, invitando ad una preghiera per la pace, nelle zone di conflitto e di guerra, soprattutto tra palestinesi e israeliani, ucraini e russi, pur affermando che i Chorfas Alamiyines e i seguaci della Tarika Machichiya Chadiliya, sono sotto la guida di Sua Maestà il Re Mohammed VI, Comandante dei Fedeli.
Il presidente del MATA International Horse Riding Festival ha inoltre indicato che il programma dell’edizione di quest’anno sarà ricco di gare ed esibizioni di cavalli e cavalieri MATA, oltre all’organizzazione di un convegno internazionale sul tema:
“Mata, spazio per lo scambio culturale dell’umanità”, curato da ricercatori di diverse organizzazioni internazionali e nazionali, per celebrare un patrimonio divenuto prerogativa della valorizzazione del dialogo tra culture e civiltà in tutti gli angoli del mondo. Ha sottolineato, a tal fine, il rafforzamento dei legami tra Africa ed Europa, grazie agli incroci geografici e storici tra Marocco e Spagna, e tra il resto del mondo, sottolineando il ruolo essenziale svolto dai diversi organi di stampa che onorano il festival spazi con la loro presenza.
La signora Nabila Baraka, presidente dell’Associazione di Azione Sociale e Culturale Alamia Laaroussia, ha affermato che il festival MATA è organizzato in un contesto di dibattito attorno alla Moudawana e consacra il ruolo della donna marocchina che è stata e rimarrà attiva nella società, evidenziando così il ruolo delle donne nelle tribù JEBALA nella celebrazione di questa ancestrale eredità marocchina in tutti gli spazi MATA. Il festival è anche l’occasione per scoprire i forti legami tra la regione settentrionale e le tribù sahrawi marocchine invitate permanentemente al festival e rappresentate da organizzazioni culturali e mediatiche e da cooperative di prodotti e artigianato locali.
L’ultima edizione del 2023 aveva registrato, secondo il presidente del festival internazionale MATA, un grande successo a tutti i livelli, culturale, sociale ed economico, e ha visto la partecipazione di più di 300.000 persone tra visitatori nazionali e internazionali, il concorso ha attirato più oltre 300 cavalieri provenienti da diverse tribù Jebala e 80 cooperative agricole e industriali hanno esposto ai visitatori i loro prodotti locali, oltre ad una serata di musica tradizionale marocchina animata dagli artisti: Bachir El Attar, Faisal Saghir, Ikram El Abdia, Lemsari e Iman El Hajeb e gli attori Hassan e Mohsin. Durante questa serata è stato reso omaggio al grande artista Jebli El Hajji Srifi e ad altre personalità della cultura.
“MATA”, Patrimonio dell’Umanità
Tutt’intorno al Jbel Allam, i contadini salutavano la primavera con un gioco particolarmente originale che fa appello al coraggio, all’abilità, alla flessibilità, alla delicatezza, all’intelligenza e alla finezza di chi vi si dedica. È un gioco dove cavallo e cavaliere, in perfetta simbiosi, celebrano una complicità leggendaria e soprattutto la cultura ancestrale di una regione straordinaria. I “jbalas” hanno chiamato questo gioco “MATA”.
Ancora oggi la tradizione è gelosamente custodita dalle tribù di Bni Arous e le regole del gioco vengono rispettate scrupolosamente. Dopo il setacciamento dei campi di grano, prima nel villaggio di Aznid, poi in altri successivamente, giovani ragazze e donne della tribù a cui è affidata questa operazione l’accompagnano con i loro canti, i loro youyou e i loro famosi ‘iyou’, fino al suono di ghaita e tamburi specifici della regione. Sono queste stesse donne a realizzare, con l’aiuto di canne e tessuti, la bambola che sarà contesa dai cavalieri più coraggiosi del paese di Jebala, una regione dove l’arte di cavalcare i cavalli, allevarli e addestrarli è una forte cultura specificità. I cavalieri che partecipano al gioco “MATA” devono cavalcare a pelo, vestiti con le jellaba e le amama ancestrali. Secondo la tradizione orale, il vincitore del gioco “MATA” è colui che, con la sua abilità e audacia, riuscirà a strappare la bambola agli altri cavalieri e portarla via. Gli fu poi assegnata una ricompensa suprema: fu sposato con la ragazza più bella della tribù.
Il gioco “MATA” è probabilmente ispirato al Bouzkachi, un gioco simile ma più violento, importato, secondo la leggenda, da Moulay Abdeslam lbn Mashich durante la sua visita a Ibn Boukhari. . Il bouzkachi praticato in Afghanistan riguarda il cadavere di una capra per il quale i cavalieri combattono in brutali giostre che lasciano molti feriti.
Questo evento annuale celebra una cultura ancestrale attraverso la quale si esprime il senso dell’onore riabilitato, la fede radicata, il patriottismo come scuola Sufi e i valori spirituali e universali; tutta l’eredità umanista lasciata in eredità dal grande Quotb Moulay Abdeslam Ibn Mashich ai Chorfas Alamiyines, alla Tarika Mashichiya Shadhiliya e agli abitanti di questa regione eccezionale.
Originalmente pubblicato su The European Times.