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Afghanistan: l’ONU condanna il divieto dei talebani alle donne di frequentare corsi di medicina

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.



OHCHR Il portavoce Ravina Shamdasani descritto la nuova direttiva, entrata in vigore martedì, come “l’ennesimo colpo diretto” da parte delle autorità de facto contro le donne e le ragazze afghane.

È profondamente discriminatorio, miope e mette a rischio la vita di donne e ragazze in molteplici modi.

L’Afghanistan soffre già di uno dei tassi di mortalità materna più alti al mondo e vi sono forti preoccupazioni che il divieto possa ulteriormente erodere il precario accesso delle donne all’assistenza sanitaria.

Ciò impedirà inoltre la formazione di una nuova generazione di infermieri e ostetriche.

Secondo le regole talebane, al personale medico maschile è vietato curare le donne se non accompagnato da un parente maschio, rendendo fondamentale la presenza di operatori sanitari donne.

La signora Shamdasani ha osservato che la nuova direttiva non solo blocca il percorso rimanente delle donne afghane per perseguire l’istruzione superiore, ma mina anche il sistema sanitario generale del paese.

Esortando le autorità de facto ad abrogare la direttiva dannosa, ha sottolineato: “È giunto il momento di garantire i diritti umani delle donne e delle ragazze, in linea con gli obblighi internazionali in materia di diritti umani dell’Afghanistan.

Sviluppo stentato

La missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) ha espresso profonda preoccupazione per la direttiva, affermando che essa pone “ulteriori restrizioni” ai diritti delle donne e delle ragazze all’istruzione e all’accesso all’assistenza sanitaria.

“In definitiva, avrà un impatto dannoso sul sistema sanitario afghano e sullo sviluppo del Paese,” ha detto la Missione in a dichiarazione.

Inspiegabile e ingiustificabile

Richard Bennett, il relatore speciale delle Nazioni Unite – o esperto indipendente – sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan, ha descritto il divieto come “inspiegabile e ingiustificabile”.

“[It will] avrebbero un impatto devastante sull’intera popolazione se attuate e devono essere invertite”, ha affermato in a inviare sulla piattaforma di social media X.

INTERVISTA CORRELATA: “Non dimenticare l’Afghanistan”, afferma un esperto indipendente di diritti

Nominato e incaricato dal con sede a Ginevra Consiglio per i diritti umaniIl signor Bennett presta servizio a titolo individuale, indipendentemente da qualsiasi governo e dalle Nazioni Unite. Non fa parte del personale delle Nazioni Unite e non percepisce uno stipendio.



Da un’altra testata giornalistica. news de news.un.org

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