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Gli inquinanti aerosol derivanti dalla cottura possono durare più a lungo nell’atmosfera

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.


Nuove intuizioni sul comportamento degli aerosol derivanti dalle emissioni della cucina e dagli spruzzi del mare rivelano che le particelle possono assorbire più acqua di quanto si pensasse in precedenza, modificando potenzialmente il tempo in cui le particelle rimangono nell’atmosfera.

Una ricerca condotta dall’Università di Birmingham ha scoperto che gli inquinanti che formano nanostrutture potrebbero assorbire sostanzialmente più acqua di quanto suggerito in precedenza da semplici modelli. Imbarcare acqua significa che le goccioline diventano più pesanti e alla fine verranno rimosse dall’atmosfera quando cadono sotto forma di pioggia.

Il team, che ha coinvolto anche ricercatori dell’Università di Bath, ha utilizzato le strutture della Diamond Light Source, per studiare l’assorbimento di acqua da parte dell’acido oleico, una molecola comunemente presente nelle emissioni della cucina e negli spruzzi della superficie dell’oceano. Hanno utilizzato una tecnica chiamata Small-Angle X-ray Scattering (SAXS) per tracciare la relazione tra la struttura all’interno della particella e sia la sua capacità di assorbire acqua che la sua reattività.

Lavorando sulla linea di luce I22 di Diamond con il team I22 e gli esperti della Central Laser Facility gestita dal Science and Technology Facilities Council presso il Rutherford Appleton Laboratory, il team ha anche studiato i cambiamenti nelle strutture delle particelle inquinanti, causati dai cambiamenti di umidità. Hanno dimostrato che quando le molecole reagiscono con l’ozono nell’atmosfera e si scompongono, possono anche riformarsi in diverse strutture tridimensionali con diverse capacità di assorbire acqua e di reagire con altre sostanze chimiche.

I risultati, pubblicati su Atmospheric Chemistry and Physics, suggeriscono che questi effetti combinati funzionano per mantenere le particelle di acido oleico in circolazione nell’atmosfera più a lungo.

“Man mano che sviluppiamo la nostra comprensione di come queste particelle si comportano nell’atmosfera, saremo in grado di progettare strategie più sofisticate per il controllo dell’inquinamento atmosferico”, ha affermato il ricercatore capo.

Il professor Christian Pfrang. “Ad esempio, proteggere le emissioni nocive dal degrado nell’atmosfera potrebbe consentire loro di viaggiare e disperdersi ulteriormente attraverso l’atmosfera, aumentando così sostanzialmente la portata dell’inquinante”.

Ha aggiunto: “I nostri risultati mostrano che gli aerosol esistono in uno stato veramente dinamico, con strutture complesse che si formano e vengono distrutte. Ciascuno di questi stati consente alle molecole inquinanti di rimanere nell’atmosfera più a lungo. Per ridurre l’esposizione agli inquinanti derivanti dalla cucina, le persone dovrebbero prendere in considerazione l’uso maggiore degli aspiratori e garantire che le cucine siano ben ventilate per consentire alle particelle di aerosol di fuoriuscire rapidamente”.



Da un’altra testata giornalistica. news de www.sciencedaily.com

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