I risultati rivelano che il cambiamento climatico e le misure per controllare le popolazioni di mosche tse-tse, portatrici della malattia, possono determinare cambiamenti molecolari negli organismi che causano la malattia del sonno, che può essere fatale se non trattata.
I parassiti – noti come tripanosomi africani – sono normalmente trasmessi dalle mosche tse-tse nell’Africa sub-sahariana. Tuttavia, si sono evoluti per consentire loro di causare infezioni senza mosche tse-tse, dicono i ricercatori.
Nuovi ceppi che infettano direttamente gli animali sono stati rilevati in Asia, Sud America ed Europa meridionale. Esiste il rischio che lo stesso possa verificarsi in forme che colpiscono le persone, afferma il team.
Finora i cambiamenti molecolari che danno origine a queste nuove forme più virulente di parassiti erano sconosciuti.
Un team guidato da scienziati dell’Università di Edimburgo ha rivelato che le modifiche apportate ai geni chiave hanno semplificato il ciclo di vita dell’organismo, consentendogli di diffondersi oltre il suo normale areale geografico.
I ricercatori hanno analizzato la composizione genetica di oltre 80 campioni di tripanosomi raccolti da persone, mosche tse-tse, mucche e altri animali. Le informazioni sono state utilizzate per costruire un albero genealogico di diversi ceppi di parassiti.
Il team ha quindi utilizzato uno strumento di modifica genetica – chiamato CRISPR-Cas9 – per verificare se diversi cambiamenti molecolari sono coinvolti nell’evoluzione del parassita per diffondersi senza mosche tse-tse. Ciò ha rivelato molteplici mutazioni nei geni che svolgono un ruolo importante nel loro ciclo di vita.
Sapere quali geni e mutazioni specifiche sono coinvolti potrebbe essere fondamentale per identificare e combattere i ceppi virulenti emergenti dei parassiti, afferma il team.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Comunicazioni sulla naturaè stato sostenuto dal Wellcome Trust, dal Medical Research Council, dalla Bill & Melinda Gates Foundation e dal governo fiammingo. Ha coinvolto anche ricercatori dell’Università di York, della KU Leuven, dell’Istituto di medicina tropicale di Anversa e dell’Agenzia francese per la salute e la sicurezza alimentare, ambientale e sul lavoro.
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