Intitolato ‘Il sistema di detenzione del governo siriano come strumento di repressione violenta“, la relazione del Meccanismo internazionale, imparziale e indipendente delle Nazioni Unite (IIIM) si avvale di oltre 300 interviste a testimoni, prove medico-legali e documentazione del governo siriano. Rivela diffuse violazioni dei diritti umani, tra cui violenze sessuali e sparizioni forzate.
“Il nostro rapporto mette a nudo la realtà straziante del sistema di detenzione del governo siriano“, ha affermato il capo dell’IIIM Robert Petit. “I verbali delle interviste degli ex detenuti, corroborati da prove mediche forensi, rivelare la gravità del danno mentale e fisico inflitto intenzionalmente”.
Modelli di violenza
Ex detenuti hanno descritto gravi abusi fisici e psicologici, tra cui percosse, posizioni stressanti e violenza sessuale. L’indagine ha documentato condizioni disumane caratterizzate da sovraffollamento, cibo e acqua insufficienti, mancanza di igiene e rifiuto di cure mediche.
L’indagine ha evidenziato il trauma in corso affrontato dalle famiglie delle vittime.
“Migliaia di famiglie sopportano il peso psicologico di non sapere dove sono i loro cari“, ha detto il signor Petit.
“Si tratta di una tortura psicologica inimmaginabile, eppure il governo siriano continua a farlo nascondere e nascondere intenzionalmente informazioni”, ha aggiunto.
Cammino da seguire
Istituito nel 2016 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’IIM lavora per raccogliere e conservare prove per futuri procedimenti di responsabilità, sebbene non possa condurre processi. Il rapporto include una mappa interattiva delle strutture di detenzione ed è stato pubblicato in formato redatto per proteggere i testimoni.
Nonostante abbia cercato la cooperazione da parte della Siria, l’IIM non ha ricevuto risposta, ma continua gli sforzi di sensibilizzazione verso gli stati in possesso di prove rilevanti, dimostrando il suo impegno per una giustizia imparziale.
Il signor Petit ha sottolineato il significato del rapporto: “Stiamo rendendo il rapporto sulla detenzione pubblico e ampiamente disponibile, per contribuire agli sforzi in corso in materia di giustizia e responsabilitànon solo per gli abusi passati ma anche per quelli che continuano ancora oggi”.
Da un’altra testata giornalistica. news de news.un.org