Sei stanco di frugare nel cassetto per trovare il caricabatterie giusto per il tuo cellulare? L’UE ti copre! Poiché l’UE ha standardizzato le porte di ricarica per telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici portatili, tutti i nuovi dispositivi venduti nell’UE devono ora supportare la ricarica USB-C. Ciò ridurrà il numero di caricabatterie che dovrai acquistare, contribuirà a ridurre al minimo i rifiuti elettronici e semplificherà la tua vita quotidiana.
Ecco alcuni vantaggi del caricabatterie comune:
- Maggiore comodità per il consumatore: Puoi caricare il tuo cellulare e altri dispositivi elettronici simili con un caricabatterie USB-C, indipendentemente dalla marca del dispositivo.
- Ridurre i rifiuti elettronici: I caricabatterie scartati e non utilizzati rappresentano circa 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno. Le nuove regole incoraggiano il riutilizzo dei caricabatterie, il che aiuta a ridurre l’impatto ambientale.
- Risparmiare denaro: Ora puoi acquistare nuovi dispositivi elettronici senza caricabatterie. Ciò aiuterà i consumatori a risparmiare circa 250 milioni di euro all’anno sugli acquisti non necessari di caricabatterie.
- Armonizzazione della tecnologia di ricarica rapida: Le nuove regole aiutano a garantire che la velocità di ricarica sia la stessa quando si utilizza qualsiasi caricabatterie compatibile per un dispositivo.
IL Unione Europeadella direttiva sui caricatori comuni è stato approvato dal Consiglio dell’UE nell’ottobre 2022. Ai produttori è stato concesso un periodo di transizione per adeguare i propri progetti e garantire la conformità. Dal 28 dicembre 2024 valgono le norme telefoni cellulari, tablet, fotocamere digitali, cuffie, auricolari, console per videogiochi, altoparlanti portatili, lettori elettronici, tastiere, mouse, sistemi di navigazione portatili e auricolari venduto nell’UE. Dal 28 aprile 2026 si applicheranno anche ai laptop.
Per ulteriori informazioni
Il caricabatterie comune dell’UE
Comunicato stampa: Accordo politico su un caricabatterie comune nell’UE
Originalmente pubblicato su The European Times.