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lunedì, Gennaio 6, 2025
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Ospedali chiusi, aiuti negati, civili intrappolati

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.

Un chiaro esempio di questa escalation è stato evidenziato dal Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (CHI), Tedros Adhanom Ghebreyesus, il quale ha confermato che l’ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza è ormai fuori servizio.

Il 27 dicembre la struttura è stata perquisita, i suoi pazienti e il personale sono stati evacuati con la forza e il suo direttore è stato arrestato.

Le conseguenze umanitarie sono state gravi. Dieci pazienti sono stati trasferiti all’ospedale indonesiano, che da allora ha smesso di funzionare a causa della mancanza di acqua, elettricità e servizi igienici.

Di questi pazienti, quattro sono stati arrestati dalle forze israeliane a un posto di blocco, lasciando i restanti sette pazienti, 15 operatori sanitari e operatori sanitari bloccati in condizioni deplorevoli.

Ostacoli agli aiuti umanitari

La fornitura di aiuti alle aree colpite ha dovuto affrontare ostacoli implacabili.

Florencia Soto Niño-Martinez, portavoce associato dell’ONU notato Quello oltre 150 tentativi l’accesso al nord di Gaza da ottobre era stato negato dalle autorità israeliane.

Anche le missioni inizialmente approvate hanno subito gravi ritardi. Tra il 27 e il 29 dicembre, tre missioni umanitarie su quattro nella zona sono state bloccate.

Domenica una missione è riuscita, consegnando forniture mediche di base, cibo e acqua ai sopravvissuti evacuati da Kamal Adwan.

Tuttavia, la situazione rimane disastrosa. OCHA ha sottolineato che non dovrebbe essere necessario rompere un assedio per aiutare i sopravvissuti in condizioni di grave necessità.

“Agli operatori umanitari deve essere garantito un accesso sicuro e senza ostacoli per assistere le persone ovunque si trovino”, ha affermato.

Saccheggi e carenza di rifornimenti

I saccheggi armati hanno ulteriormente esacerbato la crisi, con due incidenti negli ultimi tre giorni nel sud di Gaza che hanno preso di mira dozzine di camion carichi di rifornimenti.

Questi incidenti non solo riducono la disponibilità degli aiuti disperatamente necessari, ma espongono anche gli operatori umanitari a gravi rischi.

Nel frattempo, le restrizioni israeliane sulle importazioni commerciali e umanitarie continuano a paralizzare le operazioni, lasciando le famiglie nell’urgente bisogno di cibo, alloggio e vestiario con l’intensificarsi delle condizioni invernali.

È necessaria un’azione internazionale urgente

Le Nazioni Unite hanno invitato tutte le parti a rispettare i principi umanitari al fine di garantire la protezione dei civili e la consegna sicura degli aiuti.

Con l’aggravarsi della crisi, la comunità internazionale deve agire rapidamente per affrontare le crescenti esigenze e proteggere i più vulnerabili.

La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania rimane precaria, con milioni di persone che dipendono da un sostegno immediato e prolungato.

Per coloro che sono intrappolati nella violenza, la posta in gioco non potrebbe essere più alta.

Originalmente pubblicato su The European Times.

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