La Grande Quaresima ci ricorda il ritiro di Gesù Cristo nel deserto, dove trascorse quaranta giorni in completo isolamento, digiuno e preghiera. Questa esperienza ascetica spirituale è importante per ogni cristiano ortodosso. In un ambiente monastico, il digiuno è più severo e le richieste sulle restrizioni dei monaci sono maggiori. I primi tre giorni di Quaresima sul Monte Athos si trascorrono in clausura, in rigidissimi digiuni e preghiere personali più intense. I contatti tra i monaci sono limitati in modo che il potere della comunicazione possa essere incanalato nella preghiera.
Dopo i vespri di perdono della domenica e un ricco pasto fraterno, i monaci si ritirano nelle loro celle, dove rimangono fino a mercoledì a mezzogiorno, recitando una preghiera privata. Durante questi tre giorni non mangiano. Alcuni monaci si astengono persino dall’acqua. Questa pratica è seguita sia nei monasteri che negli eremi, nelle celle e nelle fast house. È un riflesso della comprensione che il verbo “digiunare” in greco significa “non mangiare”, “morire di fame” e non “mangiare solo un certo cibo”. Questa modalità di digiuno era osservata nei primi secoli della Chiesa, quando il digiuno prevedeva di non assumere alcun cibo fino all’incirca all’“ora nona” secondo l’ora bizantina, oggi alle 15:00.
I laici devono rispettare il regime speciale in questi giorni, non telefonare o cercare altri mezzi di comunicazione con i monaci.
Un pasto monastico comune non viene servito fino a mercoledì. Il pasto comune del monastero, così come la partecipazione comune al culto domenicale, sono una delle caratteristiche principali della vita monastica e la partecipazione ad essi è strettamente regolata negli statuti monastici. I monaci si riuniscono per i pasti due volte, al mattino e alla sera, e ogni pasto è molto semplice e dura circa venti minuti. I riuniti non parlano tra loro, ma ascoltano uno dei fratelli che legge brani di Paterika o di un altro testo scelto dalla confraternita.
Durante questi tre giorni, i monaci lasciano le loro celle solo per andare ai servizi nel tempio del monastero, astenendosi da ogni altra attività e contatto con il mondo. Secondo la tradizione monastica, si astengono anche dal comunicare tra loro.
Dal lunedì pulito al venerdì, durante le funzioni, le parole pubbliche per i monaci di San Teodoro lo Studita e i testi di Sant’Efrem il Siro, nonché da Lavsaika del bl. John Mosch, a seconda della tradizione di ciascun monastero. Raddoppia anche la lettura del Salterio e del Vangelo durante le funzioni. Una delle liturgie più belle della Grande Quaresima è il servizio della Grande Cena con i famosi inni “Dio è con noi” e “Signore degli eserciti”.
Il mercoledì pulito si celebra una sacra liturgia preconsacrata, e dopo di essa viene apparecchiata una tavola di digiuno, durante la quale i monaci prendono cibo, ma senza grasso, che dura fino al primo sabato di digiuno, Todorovden. Per i monaci, il digiuno è senza olio cinque giorni alla settimana, tranne il sabato e la domenica. Durante questo digiuno sul Monte Athos, nella maggior parte dei monasteri, si segue la tradizione di mangiare pesce solo una volta: l’Annunciazione o la Domenica delle Palme, qualunque delle due festività cada per prima. L’alimento principale durante queste giornate sarà il pane che i monaci stessi preparano, i legumi e le verdure.
Fonte: Βιμα της Ορθοδοξίας
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