Lunedì 25 dicembre, a mezzogiorno, Papa Francesco ha impartito ai fedeli di tutto il mondo la tradizionale benedizione urbi et orbi, durante la quale ha tradizionalmente offerto una panoramica dei conflitti mondiali.
Per credenti e non credenti, il Natale è spesso visto come un momento di tregua. Eppure, il 25 dicembre, in molte parti del mondo, lo scontro armato continua. Questo è chiaramente il caso, in primo luogo, della Striscia di Gaza, dove non c’è tregua. L’aviazione e l’artiglieria israeliane continuano a bombardare su vasta scala la Striscia di Gaza.
Lunedì, nel tradizionale messaggio natalizio, il Papa ha denunciato la “situazione umanitaria disperata” a Gaza, ha chiesto il rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti dai terroristi nella Striscia di Gaza e ha chiesto la fine della guerra, “follia senza scuse”. “Porto nel cuore il dolore delle vittime dell’efferato attentato del 7 ottobre e rinnovo il mio urgente appello per la liberazione di quanti sono ancora tenuti in ostaggio”, ha affermato papa Francesco, 87 anni, nella tradizionale “Urbi et Orbi”. ” (“alla città di Roma e al mondo”) indirizzo.
“Chiedo che si ponga fine alle operazioni militari, con il loro spaventoso tributo di vittime civili innocenti, e che si ponga rimedio alla disperata situazione umanitaria aprendo la strada all’arrivo degli aiuti umanitari”, ha aggiunto davanti a diverse migliaia di pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.
Un Natale cupo anche per i palestinesi di Betlemme, che secondo cristiano tradizione era il luogo di nascita di Gesù Cristo.
Quest’anno l’intera città della Cisgiordania occupata è avvolta in un velo di lutto. Nessun albero di Natale gigantesco, nessun presepe sgargiante. La guerra è nella mente di tutti più che mai. E questo era anche il senso del messaggio di Papa Francesco durante la Messa di Natale di ieri sera nella Basilica di San Pietro:
“Il nostro cuore, questa sera, è a Betlemme, dove il Principe della pace è ancora respinto dalla logica perdente della guerra, con lo scontro delle armi che, ancora oggi, gli impedisce di trovare un posto nel mondo”.
Il Pontefice ha rivolto un pensiero anche alle popolazioni della Siria, dello Yemen e del Libano, pregando affinché quest’ultimo ritorni rapidamente alla stabilità politica e sociale. E per l’Ucraina: “Con lo sguardo fisso su Gesù Bambino, imploro la pace per l’Ucraina”, ha proseguito il Santo Padre.
Nessuna tregua
Anche questa mattina, nell’ottantesimo giorno di guerra, un bombardamento dell’esercito israeliano ha ucciso 12 persone nei pressi di un piccolo villaggio al centro dell’enclave assediata, 18 la notte scorsa. L’intero fine settimana, inoltre, è stato particolarmente sanguinoso: almeno 70 persone sono state uccise in uno sciopero in un campo profughi, secondo il governo di Hamas. Nonostante le pressioni internazionali per un cessate il fuoco, il conflitto non offre ancora tregua ai civili.
E nonostante tutto, Netanyahu ha annunciato una “intensificazione” dei combattimenti…
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha annunciato lunedì che si sarebbe recato a Gaza e ha promesso ai membri del suo partito Likud che avrebbe “intensificato” i combattimenti in corso nei territori palestinesi contro Hamas.
Originalmente pubblicato su The European Times.