In un caso rivoluzionario in Gran Bretagna riguardo al fatto se intelligenza artificiale (AI) può possedere diritti di brevetto, uno scienziato informatico statunitense ha dovuto affrontare una battuta d’arresto mercoledì, quando la Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che l’intelligenza artificiale non può essere considerata un inventore di brevetti.
La storia risale a qualche tempo fa, quando Stephen Thaler cercò di registrare due brevetti nel Regno Unito per invenzioni attribuite al suo sistema di intelligenza artificiale, la “macchina della creatività” denominata DABUS. Tuttavia, l’Ufficio per la proprietà intellettuale (IPO) del Regno Unito ha respinto la registrazione del brevetto, affermando che l’inventore deve essere un essere umano o un’azienda, non una macchina.
In risposta al rifiuto, Thaler ha presentato ricorso alla Corte Suprema del Regno Unito. Nonostante i suoi sforzi, la corte ha respinto all’unanimità il suo ricorso, affermando che, secondo la legge britannica sui brevetti, “un inventore deve essere una persona fisica”.
La sentenza scritta della corte ha chiarito che il caso non affrontava la questione più ampia se i progressi generati autonomamente dalle macchine alimentate dall’intelligenza artificiale dovessero essere brevettabili.
Un portavoce dell’Ufficio per la proprietà intellettuale (IPO) ha espresso approvazione per la decisione, sottolineando la chiarezza che fornisce riguardo al quadro giuridico esistente relativo alla brevettazione delle creazioni generate dall’intelligenza artificiale.
Il portavoce ha anche riconosciuto l’esistenza di “domande legittime” su come il sistema dei brevetti e la proprietà intellettuale, in generale, dovrebbero gestire tali creazioni guidate dall’intelligenza artificiale. Il governo, hanno osservato, continuerà a esaminare e rivedere quest’area della legge.
Gli esperti notano che, per ora, la sentenza non ha un impatto significativo sul sistema dei brevetti poiché l’intelligenza artificiale è attualmente vista come uno strumento, non come un’entità.
Questa sentenza si allinea con decisioni simili dei tribunali in Europa, Australia e Stati Uniti, fornendo chiarezza sul fatto che gli inventori devono essere persone fisiche. Tuttavia, la sentenza non vieta a una persona di utilizzare l’intelligenza artificiale per ideare un’invenzione. In questi casi è possibile richiedere un brevetto, a condizione che la persona che utilizza l’IA sia identificata come inventore.
Scritto da Alius Noreika
Da un’altra testata giornalistica. news de www.technology.org