Già nel 2005 si è saputo che nei deserti etiopi era apparsa una faglia lunga più di cinquanta chilometri. Un nuovo studio dei geologi conferma che questo è l’inizio di un nuovo mare che probabilmente dividerà in due il continente africano, scrive The New Times. Qual è il continente più grande? E il più giovane? Nel nuovo studio, gli scienziati hanno combinato i dati sismici della formazione delle faglie, che hanno dimostrato che sono guidati da processi simili a quelli che si verificano sul fondo dell’oceano. Le placche tettoniche africane e arabe si sono scontrate nel deserto e si sono gradualmente separate: questo accade da circa 30 milioni di anni. Lo stesso movimento ha spaccato anche il Mar Rosso, ma questo avviene solo di pochi centimetri all’anno.
Secondo il dott. Edwin Dindi, geologo del Dipartimento di Scienza e Tecnologia dell’Università di Nairobi, è altamente probabile che un nuovo oceano si stia lentamente formando lungo il braccio orientale della Rift Valley africana. Aggiunge inoltre che i numerosi terremoti che si verificano intorno al braccio orientale della Rift Valley indicano che quest’area è piuttosto attiva. Non aspettarti però che ciò accada presto: potrebbero volerci milioni di anni.
I geologi ricordano che il nostro pianeta si è formato 4,5 miliardi di anni fa. Dalla formazione della crosta continentale, e quindi della piattaforma, le placche tettoniche sono costantemente in movimento. Alcuni si muovono l’uno rispetto all’altro lungo le zone di faglia, altri premono l’uno contro l’altro e altri ancora si scontrano e divergono. Fu questo movimento che alla fine portò alla formazione dei vari continenti che conosciamo oggi. Secondo Dindi, il continuo movimento delle placche tettoniche ha portato anche alla formazione della East African Rift Valley, tuttora attiva e in espansione. Ciò potrebbe alla fine portare alla formazione di un nuovo oceano in Africa.
Allo stesso tempo, i geologi notano che non tutte le valli di rift alla fine si formano nel loro stato attuale; tendono anche a rompersi. Uno di questi esempi è quello che ha cominciato a formarsi intorno a Wajir nel Kenya nord-orientale. Alla fine, tuttavia, crollò e il suo territorio fu ricoperto di sedimenti: oggi, viaggiando lungo Wajir, si può vedere solo una depressione, non una fossa tettonica.
Oggi, l’East African Rift Valley, o come viene anche chiamata, l’Afro-Arabian, è una delle fratture più estese sulla superficie del nostro pianeta. La lunghezza del sistema è di quasi 6,5 mila chilometri e la sua larghezza media va da 48 a 64 chilometri.
Foto illustrativa di Magda Ehlers:
Da un’altra testata giornalistica news de www.europeantimes.news