In una risoluzione adottata giovedì con 345 voti a favore, 104 contrari e 29 astensioni, i deputati esprimono forte preoccupazione per l’ulteriore erosione del democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali in Ungheria, in particolare attraverso il cosiddetto pacchetto di “protezione della sovranità nazionale” recentemente adottato – che è stato paragonato alla famigerata “legge sugli agenti stranieri” della Russia.
Violazioni dei trattati UE
Deplorando la mancata applicazione da parte del Consiglio della Articolo 7 (1) procedura (secondo quella del Parlamento attivazione del meccanismo nel 2018), il Parlamento invita il Consiglio europeo a determinare se l’Ungheria abbia commesso “violazioni gravi e persistenti dei valori dell’UE” secondo la procedura più diretta dell’articolo 7, paragrafo 2. I deputati condannano inoltre le azioni del primo ministro Viktor Orbán, che lo scorso dicembre ha bloccato la decisione fondamentale di rivedere il bilancio a lungo termine dell’UE, compreso il pacchetto di aiuti all’Ucraina, “in totale mancanza di rispetto e violazione degli interessi strategici dell’UE e in violazione del principio di leale collaborazione”. L’UE non deve cedere al ricatto, sottolineano.
Proteggere i fondi UE
Il Parlamento si rammarica della decisione della Commissione di farlo stanziare fino a 10,2 miliardi di euro di fondi precedentemente congelati, nonostante l’Ungheria non abbia portato a termine le riforme richieste per l’indipendenza della magistratura e nonostante la Commissione abbia recentemente prorogato l’applicazione del Regolamento sulla condizionalità le misure.
Inoltre, i deputati condannano le pratiche discriminatorie sistemiche denunciate contro il mondo accademico, i giornalisti, i partiti politici e la società civile nell’assegnazione dei fondi. Deplorano l’uso di procedure di appalti pubblici manipolate, offerte di acquisizione da parte del governo e di entità legate al Primo Ministro e l’uso di fondi UE per arricchire gli alleati politici del governo.
Le misure necessarie per sbloccare i finanziamenti dell’UE in base a norme diverse devono essere trattate come un unico pacchetto e non si dovrebbero effettuare pagamenti se le carenze persistono in qualsiasi area. Il Parlamento valuterà se sia opportuno intraprendere un’azione legale per revocare la decisione di scongelare parzialmente i fondi e osserva che può utilizzare una serie di misure giuridiche e politiche se la Commissione viola i suoi doveri di custode dei trattati e di tutela gli interessi finanziari dell’UE.
La prossima presidenza ungherese del Consiglio
Alla luce di queste questioni, il Parlamento si chiede se il governo ungherese sarà in grado di adempiere ai propri compiti nella seconda metà del 2024, avvertendo che, se la carica di presidente del Consiglio europeo fosse vacante, tali compiti ricadrebbero sul primo ministro ungherese durante il semestre di presidenza del Consiglio del Paese. I deputati chiedono al Consiglio di trovare soluzioni adeguate per mitigare questi rischi e chiedono riforme al processo decisionale del Consiglio, per porre fine all’abuso del diritto di veto e al ricatto.
Originalmente pubblicato su The European Times.