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I programmi di riforestazione potrebbero minacciare vaste aree di praterie tropicali

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.


Una nuova ricerca condotta dall’Università di Liverpool rivela la portata dei progetti di riforestazione inappropriati in tutta l’Africa.

Uno studio pubblicato sulla rivista Scienza rivela che un’area grande quanto la Francia è minacciata da iniziative di ripristino forestale a causa di un ripristino inappropriato sotto forma di riforestazione.

I ricercatori hanno analizzato le aree di terreno impegnate nel ripristino tramite riforestazione e hanno scoperto che molti programmi includono aree classificate come sistemi non forestali. Ritengono che la questione chiave sia l’inclusione di sistemi non forestali come savane e praterie, che sono minacciati dall’aumento della copertura arborea.

Avvertono che piantare alberi in queste aree erbose, che sono strutturalmente, funzionalmente e composizionalmente distinte dalle foreste, potrebbe rappresentare un rischio per la fauna selvatica come i rinoceronti e gli gnu, così come per le persone che dipendono da questi ecosistemi.

Kate Parr, professoressa di Ecologia tropicale presso la Scuola di Scienze Ambientali dell’Università e autrice dello studio, ha dichiarato: “Il ripristino degli ecosistemi è necessario e importante, ma deve essere fatto in modo adeguato a ciascun sistema.

“I sistemi non forestali come le savane sono erroneamente classificati come foreste e quindi considerati bisognosi di ripristino con alberi.

“C’è un urgente bisogno di rivedere le definizioni in modo che le savane non vengano confuse con le foreste perché l’aumento degli alberi rappresenta una minaccia per l’integrità e la persistenza delle savane e delle praterie”.

“Evidenziare questo problema ora significa che c’è ancora tempo per negare questa minaccia e garantire che i sistemi non forestali ricevano un adeguato ripristino”.

Il dottor Nicola Stevens, ricercatore Trapnell sugli ambienti africani presso l’Università di Oxford e coautore dell’articolo, ha dichiarato: “L’urgenza di implementare la piantumazione di alberi su larga scala sta spingendo al finanziamento di progetti valutati in modo inadeguato che molto probabilmente avranno benefici di sequestro trascurabili e causare potenziali danni sociali ed ecologici.”

Lo studio evidenzia che le questioni sollevate non riguardano solo l’Africa e che molte altre aree non forestali, ad esempio le savane aperte e le praterie di India e Brasile, potrebbero affrontare un futuro simile a causa di un inappropriato “ripristino” con alberi.

Sulla rivista è stato pubblicato l’articolo “La combinazione tra riforestazione e ripristino è molto diffusa”. Scienza.

Lo studio ha coinvolto l’Università di Liverpool, l’Università di Oxford e l’Università di Utrect.



Da un’altra testata giornalistica. news de www.sciencedaily.com

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