I ricercatori possono monitorare con precisione dove i casi di febbre tifoide sono più elevati monitorando campioni ambientali per individuare virus chiamati batteriofagi che infettano specificamente il batterio che causa la febbre tifoide. Senjuti Saha della Child Health Research Foundation in Bangladesh e colleghi riportano questi risultati in un nuovo studio pubblicato il 15 febbraio sulla rivista ad accesso libero PLOS Neglected Tropical Diseases.
La febbre tifoide è un’infezione comune in molti paesi a basso e medio reddito e causa circa 135.000 morti e 14 milioni di infezioni a livello globale ogni anno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha prequalificato due vaccini contro il tifo, ma affinché i politici possano pianificare strategie di vaccinazione efficaci, hanno bisogno di stime accurate e ad alta risoluzione di dove l’onere è maggiore.
Tradizionalmente, le persone coltivano il batterio che causa la febbre tifoide da campioni di sangue per determinare dove l’infezione è più comune, ma nel nuovo articolo i ricercatori hanno provato un approccio di sorveglianza più conveniente. Hanno testato campioni di acqua ambientale provenienti da fognature e altri luoghi per rilevare batteriofagi specifici dell’agente patogeno trasportato dall’acqua che causa la febbre tifoide, la Salmonella Typhi.
Il team ha testato 303 campioni di acqua provenienti da due località del Bangladesh: la capitale urbana, Dhaka, e un distretto rurale, Mirzapur. Hanno scoperto che batteriofagi specifici per Salmonella Typhi erano presenti nel 31% dei campioni ambientali di Dhaka, rispetto solo al 3% dei campioni di Mirzapur. Ciò corrisponde ai risultati di oltre 8.400 emocolture, in cui il 5% delle colture di Dhaka e lo 0,05% di Mirzapur sono risultati positivi.
I nuovi risultati suggeriscono che il rilevamento di batteriofagi specifici per Salmonella Typhi potrebbe essere un metodo rapido di sorveglianza ambientale che potrebbe aiutare i decisori a comprendere la presenza della febbre tifoide nella comunità. I ricercatori propongono che il monitoraggio ambientale del batteriofago potrebbe essere uno strumento semplice, economico e scalabile per assistere le decisioni politiche sul controllo del tifo.
Gli autori aggiungono: “La ricerca di batteriofagi nelle acque reflue è un metodo a basso costo per identificare i punti caldi del tifo senza eseguire costose emocolture su migliaia di persone”.
Da un’altra testata giornalistica. news de www.sciencedaily.com