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La conoscenza delle popolazioni indigene può promuovere l’armonia con la Terra – europeantimes.news

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.

Dario Jose Mejia Montalvo, presidente del Forum permanente delle Nazioni Unite sulle questioni indigene e leader dell’Organizzazione nazionale indigena della Colombia.

Molte popolazioni indigene professano un profondo rispetto per il pianeta e tutte le forme di vita, e comprendono che la salute della Terra va di pari passo con il benessere dell’umanità.

Questa conoscenza sarà condivisa più ampiamente durante la sessione del 2023 del Forum permanente sulle questioni indigene (UNPF II), un evento di dieci giorni che dà voce alle comunità indigene all’ONU, con sessioni dedicate allo sviluppo economico e sociale, alla cultura, all’ambiente, all’istruzione, alla salute e ai diritti umani).

Prima della conferenza, UN News ha intervistato Dario Mejia Montalvomembro indigeno della comunità Zenú nei Caraibi colombiani e presidente del Forum permanente sulle questioni indigene.

Notizie ONU: Che cos’è il Forum permanente sulle questioni indigene e perché è importante?

Dario Mejia Montalvo: Prima dobbiamo parlare di cosa sono le Nazioni Unite. L’ONU è composta da Stati membri, la maggior parte dei quali ha meno di duecento anni.

Molti di loro hanno imposto i propri confini e sistemi giuridici ai popoli che erano lì molto prima della formazione degli Stati.

Le Nazioni Unite sono state create senza tener conto di questi popoli, che hanno sempre ritenuto di avere il diritto di mantenere il proprio modo di vivere, il proprio governo, il proprio territorio e la propria cultura.

La creazione del Forum Permanente è il più grande raduno di popoli nel Sistema delle Nazioni Unite, cercando di discutere questioni globali che interessano tutta l’umanità, non solo i popoli indigeni. È un risultato storico di questi popoli, che sono stati esclusi dalla creazione dell’ONU; permette alle loro voci di essere ascoltate, ma c’è ancora molta strada da fare.

Notizie ONU: Perché quest’anno il Forum concentra le sue discussioni sulla salute planetaria e umana?

Darío Mejía Montalvo: IL COVID 19 La pandemia è stata uno sconvolgimento epocale per gli esseri umani ma, per il pianeta, un essere vivente, è stata anche una tregua dall’inquinamento globale.

L’ONU è stata creata con un solo punto di vista, quello degli Stati membri. I popoli indigeni ci propongono di andare oltre la scienza, oltre l’economia e oltre la politica, e di pensare al pianeta come alla Madre Terra.

La nostra conoscenza, che risale a migliaia di anni, è valida, importante e contiene soluzioni innovative.

Notizie ONU: Quali diagnosi hanno le popolazioni indigene per affrontare la salute del pianeta?

Darío Mejia Montalvo: Ci sono più di 5.000 popolazioni indigene nel mondo, ognuna con la propria visione del mondo, comprensione delle situazioni attuali e soluzioni.

Quello che penso che i popoli indigeni abbiano in comune è il loro rapporto con la terra, i principi fondamentali di armonia ed equilibrio, dove l’idea dei diritti non si basa solo sugli esseri umani, ma sulla natura.

Esistono diagnosi multiple, che possono avere elementi in comune, e possono integrare le diagnosi della scienza occidentale. Non stiamo dicendo che un tipo di conoscenza sia superiore a un altro; dobbiamo riconoscerci l’un l’altro e lavorare insieme su un piano di parità.

Questo è l’approccio dei popoli indigeni. Non è una posizione di superiorità morale o intellettuale, ma di collaborazione, dialogo, comprensione e riconoscimento reciproco. È così che le popolazioni indigene possono contribuire alla lotta contro la crisi climatica.

Una donna indigena Barí si impegna per la pace in Colombia dopo aver combattuto nel gruppo di guerriglia delle FARC.

Una donna indigena Barí si impegna per la pace in Colombia dopo aver combattuto nel gruppo di guerriglia delle FARC.

Notizie delle Nazioni Unite: Quando i leader indigeni difendono i propri diritti, specialmente quelli che difendono i diritti ambientali, subiscono vessazioni, uccisioni, intimidazioni e minacce.

Darío Mejía Montalvo: Questi sono davvero olocausti, tragedie invisibili a molti.

L’umanità si è convinta che le risorse naturali sono infinite e sempre più economiche, e le risorse della Madre Terra sono state considerate merci.

Per migliaia di anni, le popolazioni indigene hanno resistito all’espansione delle frontiere agricole e minerarie. Ogni giorno difendono i loro territori dalle compagnie minerarie che cercano di estrarre petrolio, cola e risorse che, per molti popoli indigeni, sono la linfa del pianeta.

Molte persone credono che dobbiamo competere e dominare la natura. Il desiderio di controllare le risorse naturali con società legali o illegali, o attraverso i cosiddetti green bond o il mercato del carbonio è essenzialmente una forma di colonialismo, che considera i popoli indigeni inferiori e incapaci e, di conseguenza, ne giustifica la vittimizzazione e lo sterminio.

Molti Stati ancora non riconoscono l’esistenza dei popoli indigeni e, quando li riconoscono, vi sono notevoli difficoltà ad avanzare piani concreti che consentano loro di continuare a difendere ea vivere le loro terre in condizioni dignitose.

Un gruppo di Karamojong in Uganda esegue canzoni per condividere le conoscenze sul clima e sulla salute degli animali.

Un gruppo di Karamojong in Uganda esegue canzoni per condividere le conoscenze sul clima e sulla salute degli animali.

Notizie delle Nazioni Unite: Cosa ti aspetti quest’anno dalla sessione del Forum Permanente sulle Questioni Indigene?

Darío Mejía Montalvo: La risposta è sempre la stessa: essere ascoltati su un piano di parità e riconosciuti per i contributi che possiamo dare alle grandi discussioni globali.

Ci auguriamo che ci sia un po’ più di sensibilità, di umiltà da parte degli Stati membri per riconoscere che, come società, non siamo sulla strada giusta, che le soluzioni alle crisi finora proposte si sono rivelate insufficienti, se non contraddittorie. E ci aspettiamo un po’ più di coerenza, affinché gli impegni e le dichiarazioni si traducano in azioni concrete.

Le Nazioni Unite sono il centro del dibattito globale e dovrebbero tener conto delle culture indigene.

Da un’altra testata giornalistica news de www.europeantimes.news

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