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Archeologia innovativa: gli studiosi utilizzano la tecnologia 3D immersiva per documentare e studiare il passato umano

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.


Gli archeologi della Facoltà di Lettere dell’Università di Hong Kong (HKU) stanno rivoluzionando lo scavo e la documentazione di siti antichi con tecnologie immersive 3D all’avanguardia.

L’archeologia studia il passato umano attraverso lo scavo di oggetti realizzati e utilizzati migliaia di anni fa: dall’architettura a oggetti come ciotole di ceramica e ossa di animali provenienti dai pasti. Sebbene molti progetti di scavo creino modelli 3D digitali di ciò che portano alla luce, gli archeologi hanno bisogno di nuovi modi per utilizzare in modo significativo tali dati. Alcuni progetti condividono modelli 3D con il pubblico come strumenti turistici e didattici: recentemente si potrebbero aver visti display 3D nei musei. Tuttavia, gli stessi archeologi non hanno ancora tratto pieno vantaggio da questi modelli nel proprio lavoro sul campo e nelle proprie ricerche. Questo sta per cambiare!

Indossando visori per realtà mista e aumentata (MR/AR) durante gli scavi attivi, il team HKU sta aprendo la strada all’applicazione interattiva di dati scientifici 3D digitali nei siti archeologici. I visori MR consentono agli utenti di visualizzare e interagire facilmente sia con il mondo reale che con i modelli 3D integrati al suo interno, utilizzando dispositivi come Microsoft HoloLens 2 e Meta Quest Pro. Gli occhiali intelligenti AR invece visualizzano le informazioni su un piccolo schermo all’interno delle lenti e sono dotati di fotocamere e microfoni per la raccolta dati a mani libere.

Queste tecnologie svolgono un ruolo cruciale nel campo dell’archeologia, spesso considerata una “scienza distruttiva”, in cui la raccolta dei dati comporta lo scavo e la rimozione dei manufatti, impedendo a chiunque altro di scavare nuovamente nello stesso luogo.

Il team HKU ha applicato in modo innovativo le tecnologie nel loro progetto di lavoro sul campo in Armenia, un paese del Caucaso meridionale, dove il team spesso rimuove antichi muri di pietra e vasi di ceramica per scoprire resti precedenti al di sotto. Il professor Peter J. Cobb, archeologo presso la Facoltà di Lettere della HKU, ha sottolineato i vantaggi della nuova tecnologia, affermando: “Indossando un dispositivo MR mentre scavo, posso virtualmente vedere un muro rimosso nella sua posizione originale. Questo mi aiuta decidere dove scavare successivamente, e posso confrontare, in situ, più sezioni di architettura antica che sono state rimosse in tempi diversi.”

Inoltre, il team utilizza occhiali intelligenti AR per la registrazione di dati di base come scattare fotografie e utilizzare il riconoscimento vocale per prendere appunti. Il professor Cobb ha sottolineato che “gli archeologi devono avere le mani libere mentre registrano i dati, poiché dobbiamo tenere le cazzuole e i pennelli mentre scaviamo”.

Il dottorando della Facoltà di Lettere della HKU, Hayk Azizbekyan, che guida questa ricerca ed è originario dell’Armenia, ha spiegato: “Le cuffie MR e AR non sono mai state utilizzate prima in un vero progetto di scavo archeologico per supportare il lavoro di scavo di una squadra, questo è il nostro innovazione rivoluzionaria! Sono entusiasta di sperimentare modi futuri di studiare cose antiche e preservare il patrimonio culturale. Chiamiamo questo progetto la nostra “visione per il futuro”, poiché la tecnologia consente nuovi modi di “vedere” il passato”.

Il team utilizza anche un visore MR per confrontare i frammenti di ceramica antica scansionati in 3D con quelli fisici, aiutando nell’analisi dei manufatti inaccessibili esposti nei musei. Anticipano che in futuro l’intelligenza artificiale faciliterà l’abbinamento di questi frammenti in base alla loro forma.

Questi risultati rivoluzionari sono stati recentemente pubblicati nel Journal of Computer Applications in Archaeology (JCAA)classificata 8a su oltre 350 riviste di archeologia nel mondo, da Scopus.

Il professor Cobb ha osservato: “È stato interessante, la rivista ha dovuto affrontare una sfida nel trovare revisori paritari poiché il nostro approccio era davvero innovativo”. Ha anche condotto una discussione su queste innovazioni presso l’Institute for the Study of the Ancient World (ISAW) della New York University (NYU) il 13 novembre 2024.

Questa collaborazione di ricerca interdisciplinare colma il divario tra discipline umanistiche e ingegneria, guidata dalla passione del team per il progresso nel campo dell’archeologia attraverso una partnership Arts-Tech unica con gli ingegneri HKU. L’ala Tam Wing Fan Innovation Wing della Facoltà di Ingegneria della HKU ha fornito attrezzature e know-how. Riconoscendo i limiti dei visori MR/AR esistenti, il team interdisciplinare sta ora sviluppando occhiali intelligenti personalizzati per le future stagioni di lavoro sul campo.



Da un’altra testata giornalistica. news de www.sciencedaily.com

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