Secondo uno studio pubblicato il 26 novembre sulla rivista ad accesso libero, le grandi scimmie seguono gli eventi con gli occhi nello stesso modo in cui lo fanno gli umani. Biologia PLOS di Vanessa Wilson dell’Università di Neuchatel, Svizzera, e colleghi.
Quando si guarda un gatto che insegue un topo, gli esseri umani si alterneranno guardando il gatto e il topo, usando le informazioni per collegare i due in quella che viene chiamata una relazione agente-paziente, con il gatto come agente e il topo come paziente. Si ritiene che questo meccanismo cognitivo sia una delle basi per l’evoluzione del linguaggio umano, formando sia il modo in cui le persone pensano agli eventi sia la struttura del discorso. Per scoprire se le grandi scimmie possono identificare le relazioni agente-paziente, gli autori di questo studio hanno mostrato 84 brevi videoclip a 14 esseri umani ed hanno esaminato le loro risposte visive. Hanno confrontato le risposte umane con le risposte visive di cinque scimpanzé, due gorilla e due oranghi allo zoo di Basilea. Hanno anche eseguito il test su 29 bambini di sei mesi.
Gli autori hanno scoperto che sia le scimmie antropomorfe che gli esseri umani adulti prestavano maggiore attenzione agli agenti e ai pazienti rispetto alle informazioni di base. Spesso alternavano l’attenzione tra i due, concentrandosi maggiormente sull’agente quando i videoclip riguardavano il cibo. Gli esseri umani tendevano a concentrarsi interamente sugli agenti e sui pazienti, mentre le scimmie mostravano maggiore attenzione allo sfondo. Ma mentre le scimmie tendevano a seguire gli eventi come gli umani adulti, i bambini di sei mesi non lo facevano, prestando invece attenzione soprattutto allo sfondo. I risultati suggeriscono che il modo in cui il cervello ordina gli eventi si è evoluto prima del linguaggio e che il modo in cui le persone scompongono gli eventi in agenti e pazienti non è esclusivo degli esseri umani, ma fa invece parte di uno spettro cognitivo tra gli esseri umani e le altre grandi scimmie. Saranno necessari studi futuri per capire perché le grandi scimmie non comunicano come gli esseri umani e per comprendere meglio come gli esseri umani abbiano sviluppato il linguaggio.
Gli autori aggiungono: “I modelli dello sguardo ricavati dai dati di tracciamento oculare suggeriscono che le scimmie, come gli umani adulti, possono scomporre le azioni causali in ruoli di agente e paziente, qualcosa che è cruciale per il linguaggio. I nostri risultati sono coerenti con un meccanismo cognitivo condiviso tra esseri umani e scimmie, suggerendo che il tracciamento del ruolo degli eventi si è evoluto molto prima del linguaggio.”
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