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SocietaSilvestro Lega: realista rapito dalla "macchia"

Silvestro Lega: realista rapito dalla “macchia”

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.

Ricordo del grande pittore Macchiaiolo

Oggi è l’8 Dicembre, ed in questo giorno, nel 1826, a Modigliana (allora nella provincia di Firenze, oggi in quella di Forlì-Cesena), nasceva il pittore Silvestro Lega, considerato, insieme a Giovanni Fattori e a Telemaco Signorini, fra i maggiori esponenti del movimento dei macchiaioli. Terzo di diciotto figli, nel 1843 si trasferisce a Firenze per iscriversi all’Accademia di Belle Arti. Tra il 1845 e il 1846 frequenta soltanto la scuola accademica di nudo. Nel 1852 vince il concorso triennale bandito dall’Accademia di Belle Arti ed in seguito la frequentazione del famoso ritrovo artistico del Caffè Michelangelo lo porterà ad abbandonare la pittura purista per avvicinarsi al realismo.Tra il 1855 e il 1857 Lega torna nel paese natale dove il 26 giugno 1857 riceve la commissione dalla “Pia Opera del Cantone” di quattro lunette per la chiesa della Madonna del Cantone. In questo periodo è ospite dalla famiglia Batelli nella casa lungo il torrente Affrico, dove inizia ricerche pittoriche en plein air ed è promotore, con Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Odoardo Borrani e Raffaello Sernesi, della nascita della scuola di Piagentina, (nome preso dalla piccola località nei dintorni di Firenze). Quando Lega si unisce al gruppo dei macchiaioli ha un disegno essenziale, distinguendosi dagli altri macchiaioli per una tematica che esprime la semplicità e gli affetti della borghesia di provincia. Si rifiuta di ritrarre re, nobili, generali, alti funzionari e cardinali e si dedica al paesaggio, alla vita contadina e ai proprietari terrieri ai quali credeva si dovessero affidare i destini economici e politici di una nuova e migliore Italia. Coniugò i nuovi valori del colore a macchia con i valori della pittura accademica del disegno prospettico e della composizione ordinata. All’Esposizione Nazionale di Parma del 1870 viene premiato con la medaglia d’argento. Nel 1875 apre, insieme con Borrani, una galleria d’arte in piazza Santa Trinità che però fallisce l’anno dopo. Nel 1878 partecipa all’Esposizione Universale di Parigi e l’anno dopo alla I Mostra internazionale Società Donatello. Nel 1889 partecipa all’Esposizione Universale di Parigi e alla Promotrice di Firenze. Tra il 1892 e il 1893 al disturbo agli occhi causato da una cataratta che lo rende quasi cieco, si aggiunge un tumore allo stomaco che lo porterà alla morte nel 1895.

Questa mia opera a sanguigna è in suo omaggio e memoria.

Bruno Pollacci
Direttore dell’Accademia d’Arte di Pisa

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