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Siria: continueremo a rispondere ovunque possibile, afferma il capo degli aiuti delle Nazioni Unite

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.



“Risponderemo ovunque, ogni volta, comunque possibile, per sostenere le persone bisognose, compresi i centri di accoglienza: cibo, acqua, carburante, tende, coperte”, ha affermato Tom Fletcher, capo dei soccorsi d’emergenza e capo dell’ufficio di coordinamento degli aiuti delle Nazioni Unite. OCHA.

Il drammatico sviluppo nella capitale siriana fa seguito alla fulminea avanzata delle forze armate di opposizione, Hayat Tahrir al-Sham (HTS), il 27 novembre dalla loro roccaforte nel nord-ovest del paese verso le aree controllate dal governo.

Dopo aver invaso la seconda città della Siria, Aleppo, Hama, Homs e ora Damasco sono cadute in rapida successione, nonostante si suggerisse che il Consiglio di SicurezzaIl gruppo terroristico designato non aveva i mezzi per sostenere i suoi sorprendenti guadagni.

A rispondere alla notizia di domenica è stato anche l’inviato speciale dell’ONU per la Siria, Geir Pedersen evidenziato IL “14 anni di sofferenza incessante e perdite indicibili” che i siriani hanno sofferto, mentre il loro Paese era dilaniato da un conflitto iniziato come una protesta pacifica contro il governo, per poi coinvolgere forze regionali e internazionali che hanno ostacolato gli sforzi del Consiglio di Sicurezza per porre fine ai combattimenti.

“Questo capitolo oscuro ha lasciato cicatrici profonde, ma oggi guardiamo avanti con cauta speranza all’apertura di uno nuovo, di pace, riconciliazione, dignità e inclusione per tutti i siriani”, ha affermato in una nota.

Il negoziatore dell’ONU ha inoltre rivolto un appello ai nuovi governanti di Damasco affinché garantiscano un trasferimento stabile del potere e mantengano le istituzioni del Paese. Questo era il “chiaro desiderio” di milioni di siriani, ha insistito Pedersen, affinché possano finalmente vedere soddisfatte le loro “legittime aspirazioni” e ripristinare una Siria unificata, con la sua sovranità, indipendenza e integrità territoriale, in un modo che possa ricevere il sostegno e l’impegno dell’intera comunità internazionale”.

Aggiorneremo questa storia in rapido sviluppo tutto il giorno…



Da un’altra testata giornalistica. news de news.un.org

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