È la domanda che si pongono alcuni attivisti in Spagna La presidenza del Consiglio dell’Unione Europea (Consillium) è a rotazione e cambia ogni sei mesi, con la Spagna che dovrebbe subentrare il 1° luglio, ma su questo ci sono dubbi.
Un’alleanza spagnola chiede che la Spagna sia dichiarata avere gravi carenze sistemiche nel suo stato di diritto. La richiesta si basa sulle proprie denunce e sul proprio rapporto sullo stato di diritto spagnolo nel 2022.
Questa Alleanza è composta da quattro associazioni e da un movimento sociale la cui attività è legata alla denuncia della corruzione, in particolare quella istituzionale, e alla difesa amministrativa e giudiziaria delle vittime di quella che chiamano “metamafia (istituzionale)” o difesa dell’umanità diritti. L’Alleanza si chiama “Denunciatori dell’autoritarismo giudiziario” (Denunciantes del Autoritarismo Judicial).
Il promotore e portavoce dell’Alleanza è Javier Marzal e afferma che:
"Our set of complaints to the European Commission and the Spanish Supreme Court reflect the Spanish institutional reality and the political and economic danger it poses to the European Union and its member countries".
La prima delle denunce riguarda i primi quattro anni dell’attuale governo spagnolo guidato da Pedro Sánchez. È stato inviato l’11 novembre 2022 alla Commissione Europea e, insolitamente, la Commissione ha accettato di trattarlo presso l’Unità Economica F3, registrando il reclamo in Ares(2022)8174536. Le principali accuse sono la falsificazione di numerosi atti pubblici e la sistematica usurpazione del Parlamento da parte del governo, sia per legiferare che per aumentare senza controllo la spesa pubblica, fino a raddoppiare la spesa massima del precedente governo nel 2022.
La seconda delle denunce è stata inviata il 27 gennaio 2023 ed è stato chiesto che fosse trattata anche presso la Direzione Diritti Fondamentali e Stato di Diritto, la richiesta è stata accolta e le denunce sono state trattate nell’Unità C1 come Ares(2023) 1525948. Anche questa doppia elaborazione è senza precedenti.
Il corpus delle denunce si è completato con la denuncia amplificativa del 15 aprile 2023 e Marzal afferma che: “è la denuncia in tempo di pace con i fatti più brutali della storia d’Europa”.
Il giorno successivo l’Alleanza ha presentato il suo rapporto sullo stato di diritto spagnolo, chiedendo alla Commissione europea di dichiarare che la Spagna presenta gravi carenze sistemiche nello stato di diritto e di promuovere la sospensione della presidenza spagnola del Consillium fino a quando la Spagna non dimostrerà di ha uno stato di diritto. L’Alleanza propone che la sospensione sia messa ai voti nel Consiglio dell’Unione europea (tra i presidenti dei governi degli Stati membri) e nel Parlamento europeo.
Questa richiesta è stata avanzata anche da due eurodeputati alla sessione plenaria annuale del Parlamento europeo nel gennaio 2023, vale a dire l’ungherese Eniko Gyori e il portoghese Eniko Gyori. Eniko Gyori è stata ambasciatrice ungherese in Spagna dal 2014 al 2019, quindi conosce bene la situazione spagnola.
Reclami e petizioni riguardanti lo stato di diritto e la Presidenza del Consillium sono stati inviati anche a diversi eurodeputati, alla Presidenza svedese del Consiglio dell’Unione europea e a diversi governi europei.
Questa è la prima volta che individui e funzionari europei hanno chiesto una dichiarazione di disfunzione dello stato di diritto in uno Stato membro dell’UE e la sospensione della presidenza del Consillium.
Come precedente a queste azioni, va notato che la stessa Commissione europea ha avvertito la Spagna nell’ottobre 2022 che non avrebbe concesso più fondi per la ricostruzione dopo la crisi del coronavirus alla Spagna se il governo spagnolo non avesse specificato la destinazione di questi fondi.
La Commissione europea non è stata in grado di informare la commissione per il controllo dei bilanci (CONT) del Parlamento europeo sulla destinazione dei fondi Next Generation EU trasferiti alla Spagna. La presidente della CONT, Monika Hohlmeier, ha deciso di incontrare il governo spagnolo in Spagna per chiarire questa grave questione. Una Commissione di dieci eurodeputati, guidata dal tedesco Hohlmeier, è stata a Madrid dal 20 al 22 febbraio.
Al termine degli incontri ha affermato: “Impossibile risalire ai fondi fino al beneficiario finale”, perché la Spagna non ha rispettato l’impegno di istituire la piattaforma CoFFEE che il governo spagnolo aveva promesso a Bruxelles sarebbe stata operativa entro novembre 2021.
L’eurodeputata Susana Solís ha dichiarato: “Non sappiamo dove siano finiti i 3 miliardi già stanziati”. Marzal afferma che “In Spagna l’Unione Europea è fortemente criticata per aver concesso alla Spagna 37 miliardi di euro, senza alcuna garanzia sulla destinazione dei fondi Next Generation EU, e conoscendo bene anche il disprezzo per la legalità dell’attuale governo ”.
La crisi del Coronavirus e i fondi Next Generation EU hanno portato l’Unione Europea in una difficile situazione politica ed economica che sta iniziando a eliminare l’eccessivo permissivismo con i governi. Dobbiamo ricordare che l’Ufficio statistico europeo (Eurostat) ha pubblicato nel 2018 che nell’Unione europea la corruzione ha preso il 4,8% del PIL, a questo proposito Marzal afferma che
"The figures of corruption in Spain and in the European Union do not allow us to affirm that the rule of law is working properly, as European officials irresponsibly claim. Corruption threatens to economically collapse several countries and the European Union itself, but the situation is an opportunity to solve this serious problem".
Il sito dell’Alleanza www.contraautoritarismojudicial.org contiene le denunce e il rapporto sia in inglese che in spagnolo. Il rapporto è disponibile anche in francese e tedesco.
Da un’altra testata giornalistica news de www.europeantimes.news