Un team di ricercatori internazionali guidato da Federico Baltar dell’Università di Vienna e José M González dell’Università di La Laguna ha identificato un gruppo di batteri precedentemente sconosciuto, chiamato UBA868, come attori chiave nel ciclo energetico dell’oceano profondo. Sono significativamente coinvolti nel ciclo biogeochimico nello strato marino tra i 200 ei 1000 metri. I risultati sono stati ora pubblicati sulla rivista Microbiologia della natura.
Il mare profondo, lo strato marino a profondità di 200 metri e oltre, rappresenta circa il 90 percento del volume oceanico mondiale. Forma il più grande habitat sulla Terra e ospita il maggior numero di microrganismi. Questi microrganismi contribuiscono in modo significativo ai cicli biogeochimici. Estraggono materiale organico, ad esempio da fitoplancton e zooplancton, lo trasformano e lo rendono nuovamente disponibile all’ecosistema come nutrimento. In questo modo, svolgono un ruolo importante nella fissazione e nel ciclo del carbonio. Anche i composti di zolfo disciolti vengono convertiti dai batteri e restituiti al ciclo del materiale.
UBA868: forza motrice energetica mixotrofica negli ecosistemi
L’UBA868 svolge un ruolo significativo nell’ossidazione dei composti dello zolfo e nella fissazione dell’anidride carbonica, contribuendo così in modo significativo al bilancio energetico nelle profondità marine. “È interessante notare che l’UBA868 è mixotrofico. Ciò significa che può sia fissare il carbonio dalla CO2 utilizzando l’energia generata dall’ossidazione dei composti dello zolfo, sia assorbire sostanze organiche e utilizzarle per la produzione di energia” spiega Federico Baltar. Questa scoperta confuta l’ipotesi precedentemente sostenuta secondo cui solo i microrganismi autotrofi (che possono utilizzare la CO2 come fonte di carbonio) e i microrganismi eterotrofi (che si basano su fonti di carbonio organico) sono responsabili della regolazione del ciclo del carbonio.
Per studiare il ruolo dell’UBA868 nell’oceano, il team ha utilizzato una combinazione di metodi di analisi genomica, tra cui genomica di singola cellula, metagenomica di comunità, metatrascrittomica e misurazioni dell’attività di singola cellula. Infine, l’analisi delle librerie genetiche di numerose spedizioni in tutto il mondo ha confermato la distribuzione onnipresente e l’importanza globale di questo gruppo batterico. Questa scoperta contribuisce alla nostra comprensione degli ecosistemi marini e della capacità dell’oceano di immagazzinare carbonio. Allo stesso tempo, mostra quanto sia importante mettere anche i batteri mixotrofi al centro della ricerca sul ciclo dei nutrienti nell’oceano.
Da un’altra testata giornalistica. news de www.sciencedaily.com