Le statistiche raccolte da an intelligenza open source comunità ha rivelato un’interessante tendenza tecnologica. Apparentemente, il numero di carri armati moderni in servizio con l’esercito russo è non lo stesso come all’inizio del invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022.
Questo interessante studio statistico è stato condotto dal ricercatore norvegese Ragnar Gudmundsson e la ricerca si basa sui dati che descrivono le perdite della Federazione Russa ottenuti dall’organizzazione di intelligence militare open source Oryx.
In questo studio, il ricercatore ha confrontato tutti i dati disponibili sulle perdite di carri armati russi dal febbraio 2022 al giugno 2023. I veicoli distrutti sono stati confrontati in base alla loro data di rilascio o di modifica, indipendentemente dal fatto che siano stati realizzati durante i tempi della Federazione Russa o durante la prima era sovietica.
Osservando l’infografica che illustra i risultati di questo studio, si può vedere chiaramente che la percentuale di carri armati più recenti era sostanzialmente maggiore.
Ad esempio, nei primi giorni dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina, il 71% dei carri armati persi rappresentava veicoli modernizzati o prodotti nella Federazione Russa, e solo il 29% erano modelli dell’era sovietica.
Tuttavia, a giugno 2023, assistiamo a una situazione molto diversa: il 73% dei carri armati russi perduti proveniva dall’Unione Sovietica, mentre solo il 27% era di tipo più recente.
I dati OSINT mostrano 2.083 carri armati russi distrutti visivamente confermati. I rapporti sul campo ucraini presentano un numero che è quasi il doppio e ammonta a 4.041 unità distrutte.
Defence Express osserva che questo dato è da considerarsi “abbastanza approssimativo”, perché il numero di carri armati distrutti viene conteggiato sulla base di conferme visive, acquisite attraverso l’analisi di materiale fotografico e video.
Gli esperti osservano che questa tendenza molto probabilmente mostra l’incapacità dell’industria militare russa di produrre o modernizzare i carri armati a un ritmo che considerano adeguato per alimentare la guerra. Pertanto, le vecchie macchine vengono semplicemente prese dal deposito e gettate nella battaglia con forse solo piccoli sforzi di restauro.
Scritto da Vytautas Valinskas
Da un’altra testata giornalistica. news de www.technology.org