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L’analisi in loco della stratificazione della pittura identifica la storia delle alterazioni nei dipinti antichi – ScienceDaily

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.


La tecnologia portatile di imaging chimico può rivelare dettagli nascosti negli antichi dipinti egizi, secondo uno studio pubblicato il 12 luglio 2023 sulla rivista ad accesso aperto PLOS UNO di Philippe Martinez dell’Università della Sorbona, in Francia, in collaborazione con i colleghi dell’Università di Liegi, in Belgio.

Si ritiene comunemente che i dipinti dell’antico Egitto siano il risultato di flussi di lavoro altamente formalizzati che hanno prodotto opere d’arte qualificate. Tuttavia, la maggior parte degli studi di questi dipinti e del processo che li ha creati si svolgono in musei o laboratori. In questo studio, Martinez e colleghi utilizzano dispositivi portatili per eseguire immagini chimiche sui dipinti nel loro contesto originale, consentendo l’analisi della composizione e della stratificazione della pittura e l’identificazione delle alterazioni apportate ai dipinti antichi.

Sono stati analizzati in dettaglio due dipinti, entrambi situati nelle cappelle tombali della necropoli tebana vicino al fiume Nilo, risalenti al periodo ramesside. Sul primo dipinto, i ricercatori sono stati in grado di identificare le alterazioni apportate alla posizione del braccio di una figura, sebbene la ragione di questo cambiamento relativamente piccolo sia incerta. Sul secondo dipinto, l’analisi ha scoperto numerosi aggiustamenti alla corona e ad altri oggetti reali raffigurati su un ritratto di Ramesse II, una serie di cambiamenti che molto probabilmente si riferiscono a qualche cambiamento di significato simbolico nel tempo.

Si ritiene che tali alterazioni ai dipinti siano rare tra tali opere d’arte, ma i ricercatori suggeriscono che queste scoperte richiedono ulteriori indagini. Rimangono molte incertezze circa il ragionamento e la tempistica dietro le alterazioni osservate, alcune delle quali potrebbero essere risolte da future analisi. Questo studio serve anche a dimostrare l’utilità della tecnologia di imaging chimico portatile per lo studio di dipinti antichi in situ.

Gli autori aggiungono: “Queste scoperte richiedono chiaramente un’ispezione sistematizzata e più attenta dei dipinti in Egitto utilizzando la caratterizzazione fisico-chimica”.



Da un’altra testata giornalistica. news de www.sciencedaily.com

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