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Lo studio trova un’incidenza sorprendentemente alta di osteocondrosi in questi predatori estinti — ScienceDaily

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.


Secondo uno studio pubblicato il 12 luglio 2023 sulla rivista ad accesso aperto, i gatti dai denti a sciabola e i terribili lupi dell’era glaciale hanno sperimentato un’alta incidenza di malattie ossee nelle loro articolazioni. PLOS UNO di Hugo Schmökel di Evidensia Academy, Svezia e colleghi.

L’osteocondrosi è una malattia ossea dello sviluppo nota per colpire le articolazioni dei vertebrati, compresi gli esseri umani e varie specie domestiche. Tuttavia, la malattia non è documentata a fondo nelle specie selvatiche e i casi pubblicati sono piuttosto rari. In questo studio, Schmökel e colleghi identificano i segni di questa malattia nelle ossa fossili degli arti dei gatti dai denti a sciabola dell’era glaciale (Smilodonte fatale) e terribili lupi (Aenocyon dirus) da circa 55.000 a 12.000 anni fa.

I ricercatori hanno esaminato oltre 1.000 ossa degli arti di gatti dai denti a sciabola e oltre 500 ossa degli arti di terribili lupi del tardo Pleistocene La Brea Tar Pits, trovando piccoli difetti in molte ossa coerenti con una specifica manifestazione della malattia ossea chiamata osteocondrosi dissecante (OCD). Questi difetti sono stati osservati principalmente nelle articolazioni della spalla e del ginocchio, con un’incidenza pari al 7% delle ossa esaminate, significativamente superiore a quella osservata nelle specie moderne.

Questo studio è limitato alle ossa isolate da una singola località fossile, quindi ulteriori studi su altri siti fossili potrebbero rivelare modelli nella prevalenza di questa malattia e da lì potrebbero far luce su aspetti della vita di questi animali. Non è chiaro, ad esempio, se questi problemi articolari avrebbero ostacolato le capacità di caccia di questi predatori. Inoltre, il disturbo ossessivo compulsivo è comunemente visto nei moderni cani domestici che sono altamente consanguinei, quindi è possibile che l’elevata incidenza della malattia in questi animali fossili possa essere un segno della diminuzione delle popolazioni mentre queste antiche specie si avvicinavano all’estinzione.

Gli autori aggiungono: “Questo studio si aggiunge alla crescente letteratura su Smilodonte e la paleopatologia del terribile lupo, resa possibile dalle dimensioni impareggiabili dei campioni di grandi dimensioni al La Brea Tar Pits & Museum. Questa collaborazione tra paleontologi e veterinari conferma che questi animali, sebbene fossero grandi predatori che hanno vissuto tempi difficili e ora si sono estinti, condividevano disturbi comuni con i cani e i gatti nelle nostre stesse case di oggi”.



Da un’altra testata giornalistica. news de www.sciencedaily.com

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