Avresti potuto indovinarlo – lo è Polonia, il Paese che ha superato gli Usa per percentuale del Pil dedicata alle sue esigenze difensive. È anche uno dei fattori che portano la NATO a aumento il suo obiettivo di spesa per la difesa.
Durante un recente vertice di Vilnius, i leader della NATO hanno concordato un obiettivo più ambizioso per le spese militari. Tuttavia, la situazione della Polonia esemplifica le sfide dell’utilizzo efficace dei fondi stanziati.
La Polonia è emersa quest’anno come la nazione che spende di più tra i paesi membri della NATO, con le ultime proiezioni che indicano che destinerà il 3,9% del suo prodotto interno lordo (PIL) alle attività militari, quasi il doppio dell’attuale obiettivo della NATO del 2%. Ci si poteva aspettare, dato che la Polonia ha effettuato acquisti militari quasi ininterrottamente per tutto il 2023.
Motivato dalle preoccupazioni per le azioni della Russia in Ucraina, il vertice ha stabilito il 2% come parametro minimo per la spesa per la difesa, piuttosto che un semplice obiettivo a cui tendere, che era stato fissato all’indomani dell’annessione della Russia Crimea nel 2014.
Attualmente, solo 11 paesi membri raggiungono questo obiettivo del 2%, con Finlandia, Romania, Ungheria e Repubblica slovacca che si uniscono ai ranghi dopo aver superato questo limite nel 2023.
Dall’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, ventidue dei 31 paesi membri della NATO hanno aumentato la loro spesa per la difesa in percentuale del PIL, con quattro nazioni che hanno superato l’obiettivo minimo dell’alleanza del 2%.
Analogamente a molti altri paesi europei, la Svezia sta aumentando in modo significativo la sua spesa per la difesa in seguito all’approvazione dell’adesione alla NATO. Pur investendo in attrezzature avanzate come sottomarini, reintroducendo la coscrizione e costruendo nuove basi militari, la Svezia non prevede di raggiungere la soglia del 2% fino al 2026. Attualmente, la sua spesa si attesta intorno all’1,4%.
Al contrario, la spesa militare della Polonia rappresenta quasi il raddoppio rispetto all’anno precedente. Tuttavia, gli esperti si chiedono se Varsavia possa sostenere una spesa così elevata a lungo termine e quanto bene si allinei con le strategie alleate.
Per finanziare le sue iniziative, la Polonia ha ordinato varie attrezzature militari, tra cui carri armati Abrams di fabbricazione statunitense, lanciarazzi Chunmoo sudcoreani, carri armati K2, obici semoventi K9, aerei da combattimento FA-50 e lanciarazzi HIMARS della Lockheed Martin Corp. Il governo polacco sottolinea anche una revisione storica delle sue difese aeree.
Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute, l’ultima volta che la Polonia si è avvicinata alle sue attuali ambizioni di difesa è stata nel 1982 durante la Guerra Fredda, quando ha speso il 3,2% del PIL per la difesa.
Tuttavia, ex funzionari e gruppi di opposizione esprimono preoccupazione per la natura frammentata dei nuovi acquisti, come l’acquisizione di più tipi di carri armati, che possono aumentare i costi di manutenzione, formazione e riparazione. Inoltre, la trasparenza nei piani di bilancio è messa in discussione.
Scritto da Alius Noreika
Da un’altra testata giornalistica. news de www.technology.org