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venerdì, Novembre 1, 2024
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WorldAfricaPACE E SICUREZZA IN SUDAN: LA CONFERENZA PE AFFRONTA LA CRISI UMANITARIA

PACE E SICUREZZA IN SUDAN: LA CONFERENZA PE AFFRONTA LA CRISI UMANITARIA

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.

Il 18 luglio 2023, una conferenza internazionale dal titolo “Favorire la pace e la sicurezza in Sudan” è stata organizzata dal Gruppo PPE, dalle organizzazioni per i diritti umani dell’UE e ospitata dall’eurodeputato Martusciello. Questo importante evento ha fatto seguito alla conferenza di Ginevra, al vertice in Egitto e all’accordo di cessate il fuoco raggiunto dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita (Regno dell’Arabia Saudita) per motivi umanitari.

L’obiettivo principale della conferenza è stato quello di evidenziare la grave crisi umanitaria in Sudan e di esplorare i modi in cui l’UE potrebbe fornire assistenza e sostegno per affrontare le violazioni dei diritti umani e le sofferenze della popolazione sudanese.

La conferenza si è aperta con un convincente discorso di Annarita Patriarca, membro della Camera dei Deputati italiana. La deputata ha sottolineato il ruolo essenziale dell’Italia e dell’UE nel sostenere il popolo sudanese ponendo fine agli attacchi aerei e promuovendo una transizione democratica per prevenire le violazioni dei diritti umani e una potenziale guerra civile nella regione.

Importanti membri del Parlamento europeo, tra cui Francesca Donato, Massimiliano Salini e Francesca Pepucci, hanno espresso la loro solidarietà e il loro sostegno agli attivisti sudanesi nei loro sforzi per fermare gli attacchi aerei e fornire assistenza essenziale ai civili colpiti dalla crisi umanitaria.

La conferenza ha fornito agli attivisti sudanesi per i diritti umani una piattaforma per condividere le loro opinioni sulla situazione in Sudan, insieme a esperti europei di diritti umani e membri del Parlamento europeo.

Manel Msalmi, consulente per gli affari internazionali ed esperta sul MENA, ha moderato efficacemente il dibattito. Ha sottolineato le aspirazioni del popolo sudanese durante la rivoluzione di quattro anni fa e il notevole sostegno economico e logistico fornito dall’UE per aiutare le autorità civili del Sudan.

Durante l’evento, Yosra Ali, responsabile dell’Organizzazione internazionale per i diritti umani in Sudan (SIHRO), ha dichiarato con passione: “Chiediamo l’immediata sospensione degli attacchi aerei. È ora di agire con decisione per proteggere i diritti dei cittadini sudanesi, porre fine agli incessanti attacchi aerei e smantellare il regime oppressivo che continua a minacciare la nostra stessa esistenza”.

Iman Ali, coordinatrice dei diritti dei giovani della SIHRO, ha aggiunto la sua voce, esprimendo grave preoccupazione per la violazione dei diritti e dell’umanità rappresentata dagli attacchi aerei in corso. Ha deplorato la perdita di vite umane, la distruzione delle case e i sogni infranti di molti civili sudanesi.

Rivolgendosi al Parlamento europeo, Hosain ha chiesto misure per impedire all’esercito sudanese di reclutare bambini nelle sue file. Ha avvertito che, se non controllate, tali azioni potrebbero portare al coinvolgimento di gruppi estremisti come Al-Qaeda e lo Stato Islamico in Sudan, esacerbando la crisi dei rifugiati e minacciando sia l’Africa che l’UE.

Il dottor Ibrahim Mukhayer, consulente politico per le questioni sanitarie in Sudan, ha dipinto un quadro desolante della situazione sanitaria in Sudan. Ha condannato i continui attacchi alle strutture sanitarie e le violenze contro gli operatori sanitari perpetrate dalle forze armate sudanesi, che hanno gravemente compromesso la vita di donne e ragazze private dell’accesso alle cure sanitarie essenziali.

Abdo Alnasir Solum, direttore del Centro africano per i diritti umani della Svezia, ha sottolineato che la situazione in Sudan non è semplicemente un conflitto, ma una crisi umanitaria senza precedenti. Ha esortato gli attori internazionali a lavorare per una risoluzione e a impedire che le forze islamiste prendano il controllo dell’esercito sudanese.

Willy Fautré, direttore di Human Rights Without Frontiers, ha evidenziato il coinvolgimento di Russia e Wagner nel conflitto sudanese e la loro associazione con le forze armate sudanesi. Ha sottolineato l’importanza della risposta dell’UE e del suo contributo per alleviare le sofferenze dei civili.

Thierry Valle, presidente di CAP Liberté de Conscience, ha richiamato l’attenzione sulla condanna da parte del Consiglio di Sicurezza degli attacchi aerei e degli attacchi alla popolazione civile, al personale delle Nazioni Unite, agli operatori umanitari e alle strutture mediche.

Christine Mirre di CAP Liberté de Conscience ha sottolineato le immense sfide che le donne sudanesi devono affrontare a causa della guerra. Nonostante il tradimento da parte delle forze armate sudanesi, le donne sudanesi rimangono determinate a far sentire la propria voce negli sforzi di costruzione della pace.

Alona Lebedieva, proprietaria del Gruppo Arum in Ucraina e della Fondazione Arum a Bruxelles, ha sottolineato il coinvolgimento della Russia nel conflitto sudanese e ha chiesto la fine della guerra, concentrandosi sulla protezione di donne e bambini, che sono spesso le prime vittime di violenze e abusi nei conflitti.

Giuliana Franciosa, esperta di strategie di comunicazione, ha sottolineato il ruolo essenziale svolto dall’UE nel sostenere il Sudan sin dall’inizio della rivoluzione. L’UE ha dimostrato il suo impegno fornendo attrezzature essenziali, finanziamenti, dispiegando esperti, facilitando le evacuazioni e garantendo l’accesso umanitario.

La conferenza si è conclusa con un forte appello degli attivisti sudanesi per i diritti umani, che hanno chiesto un cessate il fuoco e un’indagine delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani. Hanno esortato le forze armate sudanesi a fermare gli attacchi aerei sui civili, a impedire agli islamisti radicali di prendere il controllo dell’esercito, a fermare gli attacchi ai campi profughi, a smettere di importare armi dalla Russia e dall’Iran e a rilasciare immediatamente le donne prigioniere. I leader dell’UE hanno promesso di monitorare da vicino la situazione e di fornire il loro sostegno per porre fine a questa grave crisi umanitaria.

PACE E SICUREZZA IN SUDAN: LA CONFERENZA PE AFFRONTA LA CRISI UMANITARIA

Il 18 luglio 2023, una conferenza internazionale dal titolo “Favorire la pace e la sicurezza in Sudan” è stata organizzata dal Gruppo PPE, dalle organizzazioni per i diritti umani dell’UE e ospitata dall’eurodeputato Martusciello. Questo importante evento ha fatto seguito alla conferenza di Ginevra, al vertice in Egitto e all’accordo di cessate il fuoco raggiunto dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita (Regno dell’Arabia Saudita) per motivi umanitari.

L’obiettivo principale della conferenza è stato quello di evidenziare la grave crisi umanitaria in Sudan e di esplorare i modi in cui l’UE potrebbe fornire assistenza e sostegno per affrontare le violazioni dei diritti umani e le sofferenze della popolazione sudanese.

La conferenza si è aperta con un convincente discorso di Annarita Patriarca, membro della Camera dei Deputati italiana. La deputata ha sottolineato il ruolo essenziale dell’Italia e dell’UE nel sostenere il popolo sudanese ponendo fine agli attacchi aerei e promuovendo una transizione democratica per prevenire le violazioni dei diritti umani e una potenziale guerra civile nella regione.

Importanti membri del Parlamento europeo, tra cui Francesca Donato, Massimiliano Salini e Francesca Pepucci, hanno espresso la loro solidarietà e il loro sostegno agli attivisti sudanesi nei loro sforzi per fermare gli attacchi aerei e fornire assistenza essenziale ai civili colpiti dalla crisi umanitaria.

La conferenza ha fornito agli attivisti sudanesi per i diritti umani una piattaforma per condividere le loro opinioni sulla situazione in Sudan, insieme a esperti europei di diritti umani e membri del Parlamento europeo.

Manel Msalmi, consulente per gli affari internazionali ed esperto MENA, ha moderato efficacemente il dibattito. Ha sottolineato le aspirazioni del popolo sudanese durante la rivoluzione di quattro anni fa e il notevole sostegno economico e logistico fornito dall’UE per aiutare le autorità civili del Sudan.

Durante l’evento, Yosra Ali, responsabile dell’Organizzazione internazionale per i diritti umani in Sudan (SIHRO), ha dichiarato con passione: “Chiediamo l’immediata sospensione degli attacchi aerei. È ora di agire con decisione per proteggere i diritti dei cittadini sudanesi, porre fine agli incessanti attacchi aerei e smantellare il regime oppressivo che continua a minacciare la nostra stessa esistenza”.

Iman Ali, coordinatrice dei diritti dei giovani della SIHRO, ha aggiunto la sua voce, esprimendo grave preoccupazione per la violazione dei diritti e dell’umanità rappresentata dagli attacchi aerei in corso. Ha deplorato la perdita di vite umane, la distruzione delle case e i sogni infranti di molti civili sudanesi.

Rivolgendosi al Parlamento europeo, Hosain ha chiesto misure per impedire all’esercito sudanese di reclutare bambini nelle sue file. Ha avvertito che, se non controllate, tali azioni potrebbero portare al coinvolgimento di gruppi estremisti come Al-Qaeda e lo Stato Islamico in Sudan, esacerbando la crisi dei rifugiati e minacciando sia l’Africa che l’UE.

Il dottor Ibrahim Mukhayer, consulente politico per le questioni sanitarie in Sudan, ha dipinto un quadro desolante della situazione sanitaria in Sudan. Ha condannato i continui attacchi alle strutture sanitarie e le violenze contro gli operatori sanitari perpetrate dalle forze armate sudanesi, che hanno gravemente compromesso la vita di donne e ragazze private dell’accesso alle cure sanitarie essenziali.

Abdo Alnasir Solum, direttore del Centro africano per i diritti umani della Svezia, ha sottolineato che la situazione in Sudan non è semplicemente un conflitto, ma una crisi umanitaria senza precedenti. Ha esortato gli attori internazionali a lavorare per una risoluzione e a impedire che le forze islamiste prendano il controllo dell’esercito sudanese.

Willy Fautré, direttore di Human Rights Without Frontiers, ha evidenziato il coinvolgimento di Russia e Wagner nel conflitto sudanese e la loro associazione con le forze armate sudanesi. Ha sottolineato l’importanza della risposta dell’UE e del suo contributo per alleviare le sofferenze dei civili.

Thierry Valle, presidente di CAP Liberté de Conscience, ha richiamato l’attenzione sulla condanna da parte del Consiglio di Sicurezza degli attacchi aerei e degli attacchi alla popolazione civile, al personale delle Nazioni Unite, agli operatori umanitari e alle strutture mediche.

Christine Mirre di CAP Liberté de Conscience ha sottolineato le immense sfide che le donne sudanesi devono affrontare a causa della guerra. Nonostante il tradimento da parte delle forze armate sudanesi, le donne sudanesi rimangono determinate a far sentire la propria voce negli sforzi di costruzione della pace.

Alona Lebedieva, proprietaria del Gruppo Arum in Ucraina e della Fondazione Arum a Bruxelles, ha sottolineato il coinvolgimento della Russia nel conflitto sudanese e ha chiesto la fine della guerra, concentrandosi sulla protezione di donne e bambini, che sono spesso le prime vittime di violenze e abusi nei conflitti.

Giuliana Franciosa, esperta di strategie di comunicazione, ha sottolineato il ruolo essenziale svolto dall’UE nel sostenere il Sudan sin dall’inizio della rivoluzione. L’UE ha dimostrato il suo impegno fornendo attrezzature essenziali, finanziamenti, dispiegando esperti, facilitando le evacuazioni e garantendo l’accesso umanitario.

La conferenza si è conclusa con un forte appello degli attivisti sudanesi per i diritti umani, che hanno chiesto un cessate il fuoco e un’indagine delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani. Hanno esortato le forze armate sudanesi a fermare gli attacchi aerei sui civili, a impedire agli islamisti radicali di prendere il controllo dell’esercito, a fermare gli attacchi ai campi profughi, a smettere di importare armi dalla Russia e dall’Iran e a rilasciare immediatamente le donne prigioniere. I leader dell’UE hanno promesso di monitorare da vicino la situazione e di fornire il loro sostegno per porre fine a questa grave crisi umanitaria.

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