VARSAVIA, 22 agosto 2023 – Il bellissimo tessuto del dialogo interreligioso e interconfessionale è intrecciato con i fili delle varie tradizioni di fede. Ognuna delle religioni, grandi o piccole, contribuisce a sostenere il diritto alla libertà di religione o di credo e a lottare per sradicare l’intolleranza e la violenza religiosa.
Nella Giornata internazionale dedicata alla commemorazione delle vittime della violenza radicata nella religione, l’Ufficio dell’OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) sottolinea l’importanza di questi sforzi.
In questo mosaico, individui provenienti da diversi contesti religiosi si uniscono per promuovere la comprensione, l’empatia e la coesistenza armoniosa. Il contributo di fedi come il cristianesimo, l’islam, i bahá’í, la scientologia, l’induismo, il buddismo e altre ha un grande significato nel favorire il dialogo e l’armonia e non dovrebbe essere interferito dai governi.
Come sottolinea il direttore dell’ODIHR Matteo Mecacci, “il dialogo può essere difficile, ma è comunque vitale. Gli sforzi congiunti di gruppi religiosi, come cristiani, scientologist, musulmani, bahá’í, induisti e buddisti, dimostrano l’incredibile impatto che il dialogo può avere.
Dialogo tra le religioni
Queste comunità comprendono l’importanza di promuovere la comprensione, l’empatia e il rispetto tra le fedi. Non è una ricerca nobile; è fondamentale per creare un mondo più armonioso e inclusivo. Mentre ricordiamo coloro che hanno sofferto a causa della violenza radicata nella religione, celebriamo anche i progressi raggiunti grazie alla collaborazione interreligiosa.
Rinnoviamo il nostro impegno per un futuro in cui la comprensione prevalga sull’ignoranza e il dialogo superi la discordia.
Le comunità cristiane, in rappresentanza delle denominazioni, hanno sempre svolto un ruolo vitale nel promuovere le collaborazioni interreligiose. Sia attraverso incontri o sessioni di preghiera interreligiosa, i cristiani lavorano attivamente per colmare le differenze teologiche enfatizzando i principi comuni di compassione e benevolenza.
Il Consiglio Mondiale delle Chiese è un esempio di questo impegno al dialogo, in quanto riunisce diverse tradizioni cristiane con l’obiettivo di superare le incomprensioni e alimentare l’unità. E non possiamo dimenticare di menzionare la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni nel promuovere la libertà religiosa.
Essendo una nuova religione, Scientology sostiene l’idea della libertà religiosa e della comprensione reciproca tra fedi diverse. La Chiesa di Scientology partecipa attivamente a incontri interreligiosi in tutto il mondo, come il Parlamento delle Religioni Mondiali tenutosi a Chicago, le diverse Tavole Rotonde Internazionali sulla Libertà Religiosa e anche il Faith and Freedom Summit NGO Coalition, con l’obiettivo di promuovere la tolleranza e il rispetto tra gruppi religiosi diversi. L’attenzione della Chiesa per lo sviluppo spirituale si allinea bene con gli obiettivi più ampi delle discussioni interreligiose.
Le comunità musulmane di tutto il mondo partecipano attivamente ai dialoghi volti a promuovere la coesistenza pacifica. Organizzazioni dedicate, come la Islamic Society of North America (ISNA), si impegnano a sfatare le idee sbagliate sull’Islam e a coltivare l’unità tra le diverse fedi. Gli sforzi dell’ISNA comprendono seminari, workshop e progetti di collaborazione che incoraggiano la comprensione tra i musulmani e le persone di altre religioni.
Le comunità bahá’í, guidate da principi di unità e armonia, sono da tempo sostenitrici della cooperazione interreligiosa. La Comunità internazionale bahá’í ha un ruolo nel coinvolgere le conversazioni interreligiose a favore della libertà e dell’eliminazione dei pregiudizi. Gli insegnamenti della Fede Bahá’í, che enfatizzano l’unità di tutte le religioni, forniscono una base per promuovere la comprensione e la cooperazione.
L’induismo, con le sue tradizioni spirituali, svolge un ruolo significativo nella promozione del dialogo interreligioso, ponendo una forte enfasi sulla tolleranza e sull’accettazione della diversità. I leader e le organizzazioni indù partecipano attivamente ai forum interreligiosi per condividere le intuizioni della loro fede e impegnarsi in discussioni incentrate su valori condivisi. Per esempio, la Hindu American Foundation lavora per promuovere la comprensione tra l’induismo e le altre religioni, affrontando le questioni legate alla discriminazione.
Anche le comunità buddiste, radicate nei principi della compassione e della nonviolenza, svolgono un ruolo nelle iniziative interreligiose. I leader e le organizzazioni buddiste partecipano a dialoghi che mirano a promuovere l’armonia e il rispetto reciproco tra le fedi. Il Dalai Lama, noto leader della comunità buddista, ha sempre sottolineato l’importanza di impegnarsi nel dialogo tra le diverse fedi per promuovere la pace interiore e stabilire relazioni armoniose.
Importanza di proteggere e promuovere l’interconfessionalità
In un mondo in cui spesso prevalgono l’intolleranza e la violenza, la dedizione di queste comunità religiose alle conversazioni interconfessionali e interreligiose offre speranza. I loro sforzi di collaborazione riflettono le convinzioni e le responsabilità sostenute dagli Stati membri dell’OSCE che riaffermano la libertà di religione o di credo come diritto umano.
Il direttore dell’ODIHR Matteo Mecacci ha inoltre sottolineato la natura ardua ma indispensabile del dialogo:
Atti di pregiudizio o di ostilità nei confronti di comunità religiose o di credo come quelli a cui talvolta si assiste in paesi come Francia, Germania e Russia, regolarmente coperti da ONG come Diritti umani senza frontiere e CAP Freedom of Conscience, raramente si verificano in modo isolato. Spesso coincidono con altre forme di intolleranza. Le conseguenze della violenza e della discriminazione vanno oltre il danno alla comunità e possono costituire una minaccia per la sicurezza in tutta la regione dell’OSCE.
Le tensioni tra le comunità di credenti possono degenerare in conflitti più ampi con ripercussioni significative, quindi è importante che i governi promuovano il dialogo piuttosto che tentare di interrompere le relazioni tra le religioni, soprattutto quando si tratta di gruppi minoritari. Per esempio, è inaccettabile consigliare a una donna in Baviera, Germania, di non collaborare con gli Scientologist perché così facendo metterebbe a rischio il suo sostegno da parte del Comune nel promuovere le donne ebree che hanno intrapreso azioni contro l’Olocausto.
Oppure, per esempio, la Francia finanzia organizzazioni antireligiose come il FECRIS, che ha favorito l’odio in Ucraina e in tutta Europa e nel mondo. Un altro esempio di Stati che promuovono e perpetrano la discriminazione è la posizione della Russia nei confronti della maggior parte dei “non ortodossi” come i Testimoni di Geova.
Promuovere attivamente lo scambio e la collaborazione, piuttosto che l’odio, tra le comunità religiose e di credo attraverso l’interconfessionalità ha il potenziale di far progredire la libertà di religione o di credo, creando un’atmosfera di coesistenza pacifica. Questo sforzo include iniziative volte a formulare regolamenti e leggi efficaci contro la discriminazione.
È fondamentale allineare lo status delle comunità di credenti con gli standard internazionali dei diritti umani, salvaguardando il diritto di tutti a praticare la propria fede senza temere la violenza. Come nota, direi che ci sono Paesi in Asia come Taiwan, che hanno risultati migliori in materia di protezione della diversità rispetto ad alcuni Stati partecipanti come il Belgio, di cui anche USCIRF e Bitter Winter riferiscono.
Garantire la sicurezza e la stabilità della regione dell’OSCE promuovendo la libertà di religione o di credo è un punto focale della missione dell’ODIHR. L’ODIHR dispone di un panel di esperti provenienti da ambienti e settori che contribuiscono a questo sforzo. Un evento interessante in programma per l’ODIHR è il lancio di un kit di strumenti che mira a facilitare il dialogo e le collaborazioni interreligiose. Questo kit è stato progettato per favorire la comprensione e il dialogo tra le comunità religiose e di credenti.
In questa giornata della memoria, non solo commemoriamo le vittime, ma ci impegniamo anche per un mondo in cui la comprensione eclissi l’odio e il dialogo prevalga sulla discordia.
I principi alla base dell’OSCE riconoscono che ogni Stato partecipante riconosce il diritto degli individui di “professare e praticare, da soli o in comunità con altri, la religione o il credo agendo secondo i dettami della propria coscienza.” Questa libertà permette alle persone di scegliere, adattare o addirittura abbandonare la propria fede, sottolineando l’importanza di abbracciare la diversità nella società per la coesistenza.
In sintesi, la promozione del dialogo e della comprensione tra fedi e religioni è fondamentale per il progresso e la pace nel nostro mondo interconnesso. L’impegno incrollabile dell’ODIHR per questa causa, sostenuto dal suo team di esperti, guida le società verso un futuro in cui la libertà di religione o di credo non sia solo un diritto teorico, ma una realtà vissuta.
Immagina un mondo in cui la violenza alimentata dall’intolleranza diventi un ricordo del passato. In questo giorno di commemorazione, onoriamo le vittime e riaffermiamo il nostro impegno a creare un mondo in cui l’empatia trionfi sull’odio e le conversazioni significative prevalgano sulla discordia.