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Pillole informative: cordyceps

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I funghi con proprietà medicinali sono tanti e ognuno di loro, seppure abbiano in comune la caratteristica di essere tutti antiossidanti e antinfiammatori, nonché immunomodulanti, ha caratteristiche specifiche che li contraddistingue.

Segnalo una sintesi delle possibili indicazioni cliniche secondo:

IVO BIANCHI, MICOTERAPIA “I funghi medicinali nella pratica clinica”, Palermo, Nuova Ipsa Editore, 2008, pag. 246-247;

STEFANIA CAZZAVILLAN, Funghi Medicinali, Nuova Ipsa, Palermo 2011;
———————
Nome scientifico: Cordyceps sinensis.

Cresce sulle montagne del Tibet, tra i 4.000 e 6.500 metri d’altezza. È presente nei terreni prativi dell’Himalaya e di altre elevate catene montuose della Cina, del Tibet e del Nepal. Ha un importante effetto immunomodulante: stimola la proliferazione delle cellule NK e la produzione di IL-2. È utile nel trattamento delle affezioni respiratorie e dell’asma. Migliora l’utilizzazione dell’ossigeno, aumenta la resistenza fisica e la prestazione sportiva. Ha azione cardiotonica e migliora il ritmo cardiaco.

Migliora le prestazioni aerobiche e l’eliminazione dell’acido lattico dopo sforzo. Ha azione antidepressiva che esercita a 2 livelli: come gestione dello stress modulando il rilascio ormonale delle ghiandole surrenali e come inibizione della Monoaminoossidasi (enzima che demolisce serotonina, dopamina e norepinefrina) a livello cerebrale. È utile nel trattamento dell’insonnia. Ha un’azione di regolazione del metabolismo: riduce il livello di glucosio ematico, ma ha anche funzione di riduzione del colesterolo e di riequilibrio del profilo lipidico. Attiva il metabolismo epatico accelerando le funzioni delle cellule di Kupfer, il metabolismo energetico e la circolazione epatica.

Ha un tropismo di azione per il sistema genito-urinario: tonifica i reni, è efficace su impotenza e sterilità e regolarizza la produzione ormonale. Migliora la funzionalità renale aumentando la clearance della creatinina e diminuisce la proteinuria. Esercita un effetto di protezione renale.

Ha azione antiossidante e antiaging. Aumenta i livelli di SOD e glutatione perossidasi. Inibisce la perossidazione lipidica ed agisce quindi in prevenzione dell’aterosclerosi.

STORIA

Il Cordyceps sinensis, conosciuto anche come “fungo bruco” o “DongChongXiaCao” (pianta d’estate, insetto d’inverno), è uno dei rimedi più considerati in MTC. È molto raro ed è stato molto “venerato” nel corso dei millenni per le sue caratteristiche camaleontiche e per le sue proprietà terapeutiche. La prima testimonianza scritta risale all’anno 620 a.C. in Cina, nel periodo della Dinastia Tang. Ricercatori tibetani scrissero poi di questo insetto d’estate e pianta d’inverno tra il 15° e 18° secolo, e in seguito Wu-Yiluo nel 1757 d.C. ne parlò durante la Dinastia Qing nel Ben-Cao-Cong-Xin fornendo per la prima volta “evidenze scientifiche”. Il nome Cordyceps deriva dal latino “cord” pianta e “ceps” testa, e questa unione di parole descrive accuratamente la forma di questo fungo che si estende dalla cassa mummificata di una larva di insetto, generalmente Hepialis armoricanus. Storicamente quando si parla del Cordyceps in termini di fungo medicinale, ci si riferisce al Cordyceps sinensis, anche se in realtà esistono numerose specie appartenenti a questo genere. In occidente questo fungo è conosciuto solo da 20 anni e sono stati effettuati numerosi studi scientifici per tentare di validare ciò che i terapeuti Cinesi avevano notato da secoli.

Cresce ad altezze elevate negli altopiani del Tibet ed è molto difficile da coltivare. È un fungo considerato parassita, che cresce e si sviluppa su varie specie di insetti, in particolare Hepialus armoricanus, che vive sotto terra. Nel tardo autunno le spore fungine infettano l’insetto. Con la fine della primavera e l’inizio dell’estate il Cordyceps fa morire l’insetto e sviluppa il suo corpo fruttifero che crescerà, come una protrusione, dalla testa dell’insetto. La forma selvatica è rara e il suo prezzo elevatissimo; è stato sempre uno dei funghi più costosi e, proprio per questo, era, in tempi antichi, accessibile solo alla famiglia dell’imperatore e alla nobiltà. L’economia del Tibet dipende per il 60-70% dal Cordyceps sinensis. Il suo valore enorme ha attirato, nelle aree di crescita, numerosi raccoglitori anche da altre zone della Cina, creando malcontenti e situazioni anche violente. Questa “corsa al Cordyceps” ha portato anche a un’anticipazione dei tempi di raccolta con conseguente aumento del rischio di estinzione di questa specie. Tale anticipazione non permette infatti a questo organismo di produrre e disseminare le spore, essenziali per la sua riproduzione e sopravvivenza.

Fortunatamente organizzazioni con l’obbiettivo di protezione di questa specie dall’estinzione, in collaborazione con istituzioni governative, stanno regolamentandone la raccolta. In Europa è vietata l’importazione del Cordyceps in quanto specie in via di estinzione. Fortunatamente si è trovato il modo di coltivare il Cordyceps in laboratorio in colture controllate riducendo in questo modo i costi e permettendo l’utilizzo di questo rimedio in tutto il mondo. Un fatto molto curioso riguardo a questo fungo è ciò che è accaduto nel settembre 1993 quando in Cina scoppiò uno scandalo riguardante i Giochi Nazionali di Pechino. In una sola settimana furono infranti tre record mondiali di atletica femminile. Non era mai successo nulla di simile.

Nell’ambito dell’atletica leggera qualcuno protestò. Perché tanti record mondiali crollassero in un solo luogo e in così breve tempo, le atlete dovevano aver assunto sostanze anabolizzanti. L’esame delle urine avrebbe sicuramente confermato tale fatto. Ma i test furono negativi, smentendo questa ipotesi. Incalzato dai giornalisti che premevano per sapere come mai le sue atlete fossero capaci di simili prestazioni, l’allenatore Ma Junren menzionò il loro rigido programma di allenamento, la grande passione per lo sport e un elisir segreto ricavato dal Cordyceps sinensis.

LA LEGGENDA DEL CORDYCEPS

Originario dell’altopiano tibetano, più precisamente nella regione del Qinghai, può crescere fino a 5000 metri di altezza in terreni ben drenati. È un fungo raro e costoso di cui è stato fortunatamente possibile la coltivazione. Quando arriva la primavera e la neve comincia a sciogliersi sulle montagne, le popolazioni indigene del Tibet e del Nepal, come fanno da secoli, portano le mandrie di yak a pascolare a quote più alte. Usando le zampe per scavare nella neve residua e nel terreno, estraggono e mangiano il Cordyceps. Poi, in preda all’eccitazione, cominciano ad andare in calore. Si racconta che in passato alcuni mandriani si chiesero quale fosse la causa di tanta vitalità. Si domandavano come potesse avere una simile energia a quell’altezza, e se ciò che era buono per gli animali potesse essere efficace anche per loro.
Osservandoli attentamente, scoprirono che gli yak mangiavano uno strano fungo che cresceva dal corpo di bruchi morti. Ben presto, tutti i membri della tribù cominciarono a cibarsene. La loro resistenza fisica aumentò, e soffrirono meno di disturbi respiratori e altre malattie. Parlarono del nuovo fungo con certi monaci che conoscevano, i quali a loro volta ne parlarono con altri monaci, e in breve la fama del Cordyceps sinensis si sparse in tutta la Cina. Alla fine, il fungo miracoloso giunse nelle mani dei medici dell’imperatore, che lo prescrisse al sovrano. Da allora in poi, tutti coloro che lo trovavano furono obbligati per legge a consegnarlo ai funzionari imperiali.

CARATTERISTICHE GENERALI

Nella tradizione orientale è il fungo della potenza, conferisce vigore, resistenza e forza di volontà. Il Cordyceps aiuta a rigenerare l’organismo dopo malattie debilitanti, apportando energia a corpo e mente. È tradizionalmente utilizzato per migliorare la circolazione e per il tropismo dei vari organi (polmoni, cuore, reni e fegato), per aumentare la vitalità in generale, aumentare la longevità e migliorare la vigoria sessuale. Si comporta come un agente di riequilibrio in quanto normalizza gli aspetti “yin e yang” di molti processi fisiologici.

Secondo la MTC è un “tonico dei reni”, intendendo come reni il sistema organico funzionale che immagazzina l’energia vitale e regola la riproduzione e la potenza sessuale. Dato che l’orario di funzionamento del rene, sempre secondo l’antica tradizione cinese, va dalle 17 alle 19, il Cordyceps andrebbe assunto in questi orari con una bevanda calda, ad esempio thè verde. Tra il XV e XVII secolo studiosi tibetani hanno descritto dettagliatamente il Cordyceps come rimedio anti-invecchiamento, il suo uso in MTC risale al 1700 a.C. Durante la dinastia Chin si dice che l’imperatore pagasse un’oncia d’ora per la fornitura di questo prezioso fungo per 3 giorni. È stato introdotto in Europa per la prima volta ad un meeting scientifico a Parigi nel 1726 ed in Giappone nel 1728.

COMPONENTI GENERALI DEL CORDYCEPS
Il Cordyceps contiene una grande variabilità di sostanze biologicamente attive, considerate importanti dal punto di vista nutrizionale; contiene tutti gli amminoacidi essenziali, le vitamine E, K, B1, B2 e B12, mono-, di- e oligosaccaridi, polisaccaridi, proteine, steroli, nucleosidi e analoghi dei nucleosidi, macro e microelementi (K, Na, Ca, Mg, Fe, Cu, Mn, Zn, Pi, Se, Al, Si, Ni, Sr, Ti, Cr, Ga, V e Zr). Tra i componenti bioattivi più potenti ci sono gli analoghi dei nucleosidi, non riscontrabili in altri rimedi naturali: la Cordicepina (3’-deossiadenosina), l’acido cordicepico, la 2’-deossiadenosina e altri analoghi dei nucleotidi deossigenati (uridina, deossiuridina, adenosina, dideossiadenosina).

Ci sono poi polisaccaridi, ciclo furani, beta-glucani, beta-mannani. Dalla forma anamorfa (Tolypocladium inflatum) di una specie di Cordyceps (Cordyceps subsessilis) è stata isolata la ciclosporina, una sostanza immunosoppressiva che ha cambiato il corso della medicina permettendo la terapia farmacologica post-trapianto orientata a evitarne il rigetto.

Nel Cordyceps sono stati identificati anche una serie di steroli: ergosterolo, beta-3 ergosterolo, ergosterolo perossido, 3-sitosterolo, daucosterolo, campeasterolo e altri. La scienza moderna sta cercando di confermare con studi scientifici l’efficacia del Cordyceps nelle problematiche per le quali è stato tradizionalmente utilizzato, tuttavia anche per questo fungo non ci sono studi attualmente considerabili completi dal punto di vista dell’Evidence Based Medicine. In Occidente i principali utilizzatori del Cordyceps sono gli atleti e gli anziani.

SOSTANZE BIOATTIVE
Contiene oltre a Oligoelementi e Vitamine, molti polisaccaridi.

In particolare:
Acido Cordicepico (D-Mannitolo)
Galattomannano
Micosio
Ergosterolo
Gracile
Adenosina
Acido palmitico
Cordicepina, un derivato del nucleoside adenosina ritenuto il più importante componente attivo dal punto di vista terapeutico
Steroli
5alfa-8alfa-epidioxy-5alfa-ergosta-6,22-dien-3beta-ol
acido-cordicepico

STUDI SCIENTIFICI
Sono numerosi gli studi svolti sul Cordyceps sinensis che mettono in luce i suoi grandi effetti terapeutici su patologie renali e polmonari in particolare, quali bronchite cronica e asma. La medicina moderna non ne attribuisce ancora i meriti, ma i dati raccolti negli ultimi anni hanno iniziato a mettere in luce i suoi effetti benefici e salutari a livello fisiologica.

FONTI
Stefania Cazzavillan (2011) – FUNGHI MEDICINALI, dalla tradizione alla scienza – NUOVA IPSA EDITORE
Ivo Bianchi (2008) – MICOTERAPIA – NUOVA IPSA EDITORE
Georges M. Halpern – I FUNGHI CHE GUARISCONO – EDIZIONI IL PUNTO D’INCONTRO
Ivo Bianchi (2013) – Il Fungo dell’Immortalità – MOS MAIORUM EDIZIONI

CONVALIDAZIONI SCIENTIFICHE
Amelioration of aminoglycoside nephrotoxicity by Cordyceps sinensis in old patientsÂ
Antiaging Effect of Cordyceps sinensis Extract
Antitumor sterols from the mycelia of Cordyceps sinensis
Cordyceps sinensis, un hongo usado en la medicina tradiciones china
Hypoglycemic activity of a polysaccharide (CS-F30) from the cultural mycelium of Cordyceps sinensis and its effect on glucose metabolism in mouse liver.
In vivo stimulatory effect of Cordyceps sinensis mycelium and its fractions on reproductive functions in male mouse.
Protein constituent contributes to the hypotensive and vasorelaxant acttvtties of cordyceps sinensis
Yarsagumba [Cordyceps sinensis (Berk.) Sacc.]; TraditionalUtilization in Dolpa District, Western Nepal.
[Effects of cordyceps sinensis on T lymphocyte subsets and hepatofibrosis in patients with chronic hepatitis B]

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