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“Il loro spirito combattivo è rimasto con noi”: l’ONU riflette sul 20° anniversario del tragico attacco

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.

A Ginevra, in Svizzera, il 18 agosto 2023, la pacifica città è diventata nuovamente il centro della compassione e dell’unità globale mentre le Nazioni Unite celebravano la Giornata umanitaria mondiale (19 agosto). Questo evento annuale commemora l’attentato al Canal Hotel di Baghdad nel 2003, dove persero la vita 22 membri dello staff delle Nazioni Unite. Non solo onora coloro che hanno compiuto il massimo sacrificio nel servizio umanitario, ma evidenzia anche gli sforzi instancabili di innumerevoli individui e organizzazioni sia delle Nazioni Unite che della società civile nel suo complesso, che lavorano per alleviare la sofferenza e sostenere la dignità umana in tutto il mondo.

Sabato 19 agosto 2023 persone in tutto il mondo si riuniscono per ricordare un’occasione che ha cambiato per sempre il lavoro umanitario. Due decenni fa, in questo giorno, un devastante attacco in Iraq costò la vita a 22 colleghi delle Nazioni Unite.

Per rendere omaggio a questo evento le Nazioni Unite l’hanno designata come Giornata Umanitaria Mondiale (WHD). Serve come momento per il personale delle Nazioni Unite e altri soggetti coinvolti in sforzi umanitari per onorare i loro compagni caduti. Queste vite sono state tragicamente stroncate a causa dei conflitti, delle tensioni crescenti, del disprezzo, degli attacchi deliberati sui diritti umani internazionali e del diritto umanitario e della diffusione della disinformazione.

Ogni anno una cerimonia speciale si svolge al Palais Wilson di Ginevra, sede dell’ONU per i diritti umani. È un momento per colleghi, familiari e amici di riunirsi e onorare coloro che sono morti. Quest’anno la partecipazione alla cerimonia mattutina è quasi raddoppiata. La stanza era piena di persone sedute su ogni sedia e molti membri del personale delle Nazioni Unite stavano bene. In quella stanza le emozioni andavano dal dolore all’orgoglio, alla speranza e alla determinazione. Erano uniti dall’impegno a continuare il loro lavoro “No What”, che è diventato il loro motto per questo 20° anniversario. Alla cerimonia hanno partecipato persone di diverse religioni e credenze. Cristiani, musulmani, umanisti, scientologist, buddisti. Tutti offrono in silenzio preghiere per gli eroi caduti e le loro famiglie.

Una storia toccante che esemplifica la missione di portare avanti il ​​lavoro di coloro che ci hanno lasciato è quella di Mattia Sélim Kanaan. È nato tre settimane prima che suo padre Jean Sélim Kanaan perdesse tragicamente la vita all’età di 33 anni mentre prestava servizio come assistente speciale del capo di stato maggiore della missione di assistenza delle Nazioni Unite per l’Iraq. Laura Dolci Kanaan, la sua vedova, ha preso il testimone. Ora ricopre il ruolo di Segretario della Revisione Periodica Universale, per il Consiglio per i Diritti Umani. Oggi Mattia Sélim Kanaan è uno studente di 20 anni che anticipa con impazienza ciò che lo aspetta.

Riflettendo sui due decenni trascorsi, Kanaan afferma:

“Vent’anni sono un tempo lungo, quasi l’equivalente di una nuova generazione, una generazione di nuova speranza che può e deve fare del suo meglio in questi tempi incerti. La mia generazione deve guardare con orgoglio a eroi come quelli di Baghdad – persone che hanno deciso di mettere i propri talenti e ambizioni al servizio dell’umanità… Il loro spirito combattivo è rimasto con noi ed è una luce brillante e potente che ci guida e dirige nelle nostre vite.”

Una persona che ha mostrato resilienza durante la tragedia è Dhafer Al Hussini, attualmente residente a Ginevra. Lavorava come parte dello staff a Baghdad quando si verificò l’incidente e ricorda vividamente l’impatto significativo che ebbe su di loro. Diverse persone hanno dovuto lasciare il proprio incarico per paura per la propria incolumità o per mancati rinnovi contrattuali. Tuttavia Al Hussini rimase fermo. Determinato, traendo ispirazione dalla saggezza condivisa da qualcuno che rispettava molto, “Non essere mai solo sulla via della verità a causa della sua mancanza di sentieri”. Questo sentimento rafforzò il suo impegno a servire con coraggio la causa dell’umanità, definendola la via prescelta.

Sopravvissuto Shawbo Taher-Al-Talabani. Credito fotografico: The European Times

Shawbo Taher-Al-Talabani, ora in pensione dopo anni di dedicato servizio per le Nazioni Unite, ci riporta alla normale mattinata del 19 agosto 2003. Le chiacchiere in ufficio erano punteggiate dalle risate di Sergio Vieira de Mello, rappresentante speciale del Segretario generale per l’Iraq, e il suo consigliere politico speciale, Ghassan Salamé. Non sapevano che questi momenti di leggerezza sarebbero stati gli ultimi in quello spazio. La tranquillità è stata interrotta alle 16:30 da un’esplosione assordante, cambiando le vite per sempre.

Taher-Al-Talabani ha ricordato in modo toccante:

“Molti caddero; alcuni non si rialzavano più, altri si stupivano di essere ancora tutti interi; incredulo di respirare ancora. Quelle poche, lunghe ore di quel pomeriggio sembravano un’eternità… Alcuni di noi tornavano ai nostri modesti alberghi, storditi dalla tristezza, aspettando con ansia di vedere chi si sarebbe unito alla solita folla… e aspettando quelli che non lo faranno mai, Sergio, Nadia, Jean -Selim, Rick, Saad e altri 17 colleghi che abbiamo perso quel giorno.”

La Giornata umanitaria mondiale rappresenta anche un momento per onorare la memoria dei colleghi persi in altri tragici incidenti in luoghi come Afghanistan, Haiti e Ruanda. Il capo dei diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Türk, ha catturato in modo eloquente il sentimento durante la cerimonia commemorativa, affermando:

“È molto importante onorare i loro ricordi, custodire i loro ricordi, prendere dalle loro vite, dal loro servizio ai diritti umani, allo sviluppo, alla pace qualcosa che rimanga dentro di noi e viva più lontano”.

Più tardi, alle 16, il cuore dell’evento con la Cerimonia di Commemorazione della Sala XX del Palazzo delle Nazioni. Le persone riunite mentre i discorsi e le riflessioni condivise riempivano la stanza con i loro echi. Un video toccante, creato dalle Nazioni Unite per commemorare i caduti nel 2003, è servito a ricordare le circostanze che hanno portato a questo evento.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha trasmesso un messaggio video all’assemblea sottolineando l’importanza duratura degli sforzi. Tatiana Valovaya, Direttore Generale dell’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, ha tenuto un discorso sottolineando quanto la solidarietà sia cruciale nei momenti di avversità.

Un momento di silenzio ha avvolto la sala mentre tutti rendevano omaggio a coloro che hanno perso la vita. Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, è intervenuto per riflettere sul coraggio e sulla resilienza che definiscono il lavoro umanitario.

I sopravvissuti hanno condiviso testimonianze commoventi che hanno aggiunto un tocco personale alla cerimonia. Il signor Mujahed Mohammed Hasan ha raccontato la sua esperienza come sopravvissuto a un attacco terroristico a Baghdad nel 2003: una testimonianza ispiratrice della forza umana, in circostanze difficili.

Laura Dolci, in rappresentanza della famiglia di Jean Selim Kanaan, ha sottolineato l’impatto del lavoro umanitario su coloro che lo toccano, condividendo l’ultimo messaggio che ha ricevuto da suo marito, il quale ha affermato che “non possiamo abbandonare il popolo iracheno, dobbiamo continuare ad aiutare loro”.

Ha aggiunto significato all’occasione la presenza di autorità, rappresentanti e membri attivi della società civile. L’Ambasciatore Abdul Karim Hashim Mostafa, Rappresentante Permanente dell’Iraq, ha espresso un messaggio di unità e determinazione. L’ambasciatore Julien Thöni, vice rappresentante permanente della Svizzera, ha sottolineato gli sforzi necessari per affrontare le sfide globali.

Un intermezzo musicale del Club musicale delle Nazioni Unite e del Coro delle Nazioni Unite a Ginevra ha creato un’atmosfera alla cerimonia, mettendo in mostra il potere dell’arte nel trasmettere esperienze umane condivise.

Alle ore 17:00 ha avuto luogo la cerimonia di deposizione della corona all’esterno della Sala XX presso Palazzo delle Nazioni. La Sig.ra Alessandra Vellucci, Direttore del Servizio Informazioni delle Nazioni Unite, ha guidato i lavori. Tatiana Valovaya, Direttore Generale dell’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, e Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, hanno reso omaggio deponendo corone di fiori, un atto in onore di vite dedicate a cause umanitarie.

Alle 17:20, quando il sole ha iniziato a tramontare, l’OCHA e la Rappresentanza permanente della Svizzera hanno ospitato un ricevimento. È stato un gesto gentile che ha permesso ai partecipanti di impegnarsi in conversazioni e favorire la collaborazione che era stata un tema prevalente durante gli eventi della giornata. L’area esterna alla Sala XX, nel Palazzo delle Nazioni, si è trasformata in un centro di dialogo creando connessioni che senza dubbio contribuiranno agli sforzi umanitari.

Nel cuore di Ginevra, la Giornata Mondiale Umanitaria 2023 ha dato vita ai principi di compassione, unità e resilienza.

Mentre il mondo si ferma a riflettere su questo triste anniversario, è fondamentale che la resilienza, la dedizione e il sacrificio di questi eroi caduti continuino a ispirare e guidare gli sforzi in corso verso un mondo più giusto e compassionevole. Loro lo spirito combattivo rimane un faro che illumina il percorso da seguire per le generazioni future, garantendo che la loro eredità duri attraverso i secoli.

Da un’altra testata giornalistica news de europeantimes.news

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