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Un nuovo studio rivela una lunga storia di violenza nelle antiche società di cacciatori-raccoglitori

INFORMATIVA: Alcuni degli articoli che pubblichiamo provengono da fonti non in lingua italiana e vengono tradotti automaticamente per facilitarne la lettura. Se vedete che non corrispondono o non sono scritti bene, potete sempre fare riferimento all'articolo originale, il cui link è solitamente in fondo all'articolo. Grazie per la vostra comprensione.


La violenza era una parte costante della vita tra le antiche comunità di cacciatori-raccoglitori, secondo un nuovo studio scritto da un ricercatore dell’Università di Tulane che ha cercato segni di trauma su resti scheletrici di 10.000 anni fa provenienti da luoghi di sepoltura nel nord del Cile.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PLOS UNO.

La ricerca archeologica ha dimostrato che la violenza e la guerra interpersonale hanno svolto nel tempo un ruolo importante nella vita dei gruppi di cacciatori-raccoglitori. Tuttavia, rimangono molte domande sui fattori che influenzano tale violenza. La documentazione sulle popolazioni umane nel Cile settentrionale si estende per 10.000 anni, offrendo una preziosa opportunità per studiare i modelli di violenza nel tempo.

John Verano, antropologo biologico e professore alla Tulane School of Liberal Arts, è specializzato nell’esame di scheletri umani antichi e moderni. Ha collaborato con l’autrice principale dello studio Vivien Standen, dell’Università di Tarapacá, in Cile, per indagare su potenziali casi di fratture del cranio e sulla loro tempistica. Hanno analizzato se le ferite erano guarite o potevano essere fatali e hanno determinato se le ferite erano accidentali o causate da violenza interpersonale.

“Ho potuto partecipare a questa importante ricerca grazie ad un gentile invito a viaggiare in Cile”, ha detto Verano. “È stata una grande opportunità per condividere la nostra esperienza nella diagnosi delle lesioni ossee e delle loro possibili cause.”

In questo studio, i ricercatori hanno esaminato i segni di traumi violenti sui resti di 288 individui adulti provenienti da siti funerari lungo la costa del deserto di Atacama, risalenti a 10.000 anni fa fino al 1450 d.C. Il gruppo ha anche analizzato i modelli delle armi e le rappresentazioni artistiche dei combattimenti durante questo periodo. Hanno scoperto che i tassi di violenza erano sorprendentemente statici nel tempo. Tuttavia, intorno al 1000 a.C. iniziò un notevole aumento della violenza letale durante il periodo formativo, una tendenza riscontrata anche in studi simili sulla regione andina. I dati degli isotopi di stronzio indicano che questa violenza interpersonale si è verificata tra gruppi locali, non tra popolazioni locali e straniere.

Questi risultati indicano che la violenza è stata una parte costante della vita di queste antiche popolazioni per molti millenni. L’assenza di un sistema politico centralizzato durante questo periodo potrebbe aver portato alla consistenza di tensioni violente nella regione. È anche possibile che la violenza sia il risultato della competizione per le risorse nell’ambiente estremo del deserto, un fattore che potrebbe essersi esacerbato man mano che l’agricoltura è diventata più importante e diffusa.



Da un’altra testata giornalistica. news de www.sciencedaily.com

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